Storia della chiesa - Uno sguardo al Cattolicesimo da una prospettiva Cristiana
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Il libro vorrebbe stimolare il lettore a riscoprire la bellezza e la semplicità del Cristianesimo adenominazionale del Nuovo Testamento, per tornare ad essere solo Cristiani, come insegna il Vangelo...
Producer: Perciballi
Product Code: 1001000042181
Weight: 0,400kg
Language: Italian

Book contents

Prefazione 7

Parte Prima (Cattolicesimo Antico)

Introduzione 11
Rivelazione o sviluppo 13
Cattolicesimo Antico 14
Quale cattolicesimo 16
Uno sguardo al Vangelo 18
Momenti storici che segnarono una svolta 19
Fattori devianti 23
Nascita di una nuova teologia 31
Sviluppo di un concetto 34
Conclusione 38
Bibliografia 40

Parte Seconda (Note di Storia della Chiesa)

Periodo storico: da Gesù Cristo al 313 45
Periodo storico: dal 313 al V secolo 75
Periodo storico: dal V al XI secolo 103
Periodo storico: dal XI al XIII secolo 117
Periodo storico: dal XIII al XVI secolo 133
La Riforma Protestante 139
Periodo storico: dal XVI al XX secolo 151
Bibliografia 165

Parte Terza (Cattolicesimo Moderno)

Introduzione 169
Lo sfondo e le riforme del Vaticano II 173
La storia politica e la CCR negli anni ‘60 181
La CCR dal 1970 al 1978 e l’Opus Dei 189
La CCR dal 1978 al 1982 195
La CCR dal 1983 al 1985 201
La CCR dal 1986 al 1991 209
La CCR dal 1992 al 1994 217
La CCR dal 1995 al 1997 225
La CCR dal 1998 al 1999 ed altri aspetti 233
Due altri aspetti importanti 241
Le tendenze e le direzioni 247
I Cattolici e la conversione a Cristo (1) 253
I Cattolici e la conversione a Cristo (2) 259
Cronologia essenziale 265

Appendice al Cattolicesimo Moderno 271

Il Cristianesimo adenominazionale 285

Domande per lo studio e l’approfondimento 291

Sample chapter

INTRODUZIONE

Perché scrivere delle note sul CATTOLICESIMO ANTICO? Se si desidera condividere la propria fede in Gesù di Nazaret con quanti vivono nel nostro Paese e che si definiscono già “cristiani” - si tratta della stragrande maggioranza - bisogna conoscere gli inizi della storia del cristianesimo, comprendere com’è avvenuta l’evoluzione storica e teologica che ha portato all’allontanamento dal genuino messaggio evangelico e allo sviluppo del CATTOLICESIMO ANTICO, nel quale la Chiesa Cattolica Romana affonda le proprie radici.
"Pietro, voltatosi vide venirgli dietro il discepolo che Gesù amava; quello stesso che durante la cena stava inclinato sul seno di Gesù e aveva detto: Signore, chi è che ti tradisce? Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: Signore, e di lui che sarà? Gesù gli rispose: Se voglio che rimanga finché io venga, che ti importa? Tu, seguimi. Onde è che si sparse tra i fratelli la voce che quel discepolo non morrebbe; Gesù però non gli aveva detto che non morrebbe, ma: Se voglio che rimanga finché io venga, che ti importa?” (Giovanni 21:20-23).
Una delle ragioni per cui l'apostolo Giovanni scrisse quest’aggiunta (il capitolo 21) alla fine del suo vangelo fu per correggere la voce, diffusa tra i primi cristiani, che il discepolo che Gesù amava non sarebbe morto. Tale credenza si fondava su un’errata conclusione delle parole di Gesù: “Se voglio che rimanga finché io venga, che t’importa?”(v.22). Quest’episodio è significativo e rivela come a volte la coscienza collettiva dei cristiani possa essere sviata e seguire delle tradizioni che non sono in armonia con la Scrittura. Questo è uno dei pericoli reali che corre chi segue la trasmissione orale delle tradizioni apostoliche e non si attiene invece unicamente alla Scrittura. Se mentre era vivo Giovanni si era sparsa tra i discepoli una falsa credenza, a seguito della trasmissione orale delle parole di Gesù, quanto maggiormente è da ritenere che il messaggio evangelico possa essere deformato con il passare del tempo, se trasmesso oralmente; se dei cambiamenti possono avvenire in poco tempo, quanto più può accadere col trascorrere dei secoli.
In questo scritto esamineremo il mutamento “ecclesiologico” avvenuto nei primi secoli dell'era volgare, e, attraverso lo studio delle fonti letterarie di alcuni “Padri” della Chiesa e la verifica della Scrittura, cercheremo di mostrare come si è sviluppato dal cristianesimo del Nuovo Testamento (d’ora in poi NT) il CATTOLICESIMO ANTICO.

RIVELAZIONE O SVILUPPO

Quando Gesù venne sulla terra trovò una situazione religiosa ingarbugliata; in seno all'ebraismo, istituito da Dio, si erano sviluppate numerose sette religiose: c'erano i farisei con le loro tradizioni umane accanto alla Scrittura (cf Matteo 15; Marco 7); i sadducei con il loro scetticismo e materialismo (cf Matteo 22; Luca 20; Atti 23); i samaritani e il loro compromesso religioso (cf Giovanni 4); gli zeloti con la loro politica rivoluzionaria (cf Luca 6:15); gli erodiani con la loro mondanità e compromesso politico (cf Marco 8:15); e altre ancora non menzionate nei vangeli.
Quale fu il rapporto che Gesù ebbe con tutte queste sètte? Gesù non approvò nessuno di questi movimenti, non ne accettò l'evoluzione storica e teologica dall'ebraismo. Gesù riconobbe una sola delle istituzioni allora esistenti come divina: quella rivelata da Dio nel Vecchio Testamento (d’ora in poi VT). Egli condannò i farisei per avere annullato la Parola di Dio con le loro tradizioni; ai sadducei disse che erravano perché non conoscevano le Scritture né la potenza di Dio; rifiutò la corona offertagli e condannò l'ingerenza della politica nel regno messianico (cf Giovanni 6:15); ai samaritani disse chiaramente che non approvava il compromesso religioso, ma riconosceva come istituzione divina quella data da Dio ai Giudei (cf Giovanni 4:21-22).
Abbiamo voluto iniziare con questa breve panoramica del mondo religioso dei tempi di Gesù perché ci sembra che qui viene stabilito un principio: Dio NON approva i movimenti e i sistemi religiosi che si sono evoluti dalla Rivelazione che Egli ha dato.1 Perciò noi riteniamo che esista un solo modo d’essere cristiani che Dio approva: quello rivelato nella Bibbia. Non è la popolarità o la grandezza numerica a stabilire la validità scritturale di un sistema religioso, ma la sua aderenza e fedeltà alla Parola di Dio.
CATTOLICESIMO ANTICO

La comunicazione è un’arte veramente difficile, per facilitarla bisogna accordarsi sul significato dei termini. Quando parliamo di CATTOLICESIMO ANTICO non dobbiamo avere in mente il Cattolicesimo Romano che noi oggi conosciamo; il Cattolicesimo Romano è un processo evolutivo continuo. Qualcuno ha giustamente sostenuto che se, per esempio, si potesse chiedere ad Agostino d’Ippona (354-450): “A quale Chiesa appartieni?” Lui non risponderebbe: “Alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana”. Sapete perché? Perché non esisteva ancora la Chiesa Cattolica Romana così come noi la conosciamo. Agostino nel 5° secolo non conosceva la pratica della confessione, la teologia mariana, il primato romano, il papato non esisteva ancora; non esistevano tutti quei dogmi che si sono sviluppati col tempo dopo Agostino. Perciò lui avrebbe risposto: "Io appartengo alla Chiesa”. C'è chi sostiene giustamente che i primi Padri della Chiesa2 non soltanto non erano Cattolici Romani, ma certamente non aderirebbero oggi alla Chiesa Romana. Su che base si fonda una tale affermazione? Dalle dichiarazioni dei Padri contenute nei loro scritti emerge la loro teologia. Dal confronto tra gli scritti dei Padri e il credo della Chiesa Cattolica Romana risulta evidente una differente teologia. Benché si voglia sostenere una certa continuità tra gli scritti dei Padri e la Chiesa Cattolica Romana, di fatto le due teologie non sono in armonia. Gli scritti dei Padri della Chiesa sono patrimonio comune di tutti, nessuno può vantarne il monopolio; non sono certo la regola di fede dei cristiani, la loro teologia può essere condivisa o rigettata sulla base dell'insegnamento neotestamentario. La vera tradizione è quella che risale a Gesù e agli apostoli, contenuta nei libri del NT (cf 1 Corinzi 11:2,23; Giuda v.3), accolta da tutti gli uomini di fede che nei secoli hanno amato il Signore.

QUALE CATTOLICESIMO

Quando parliamo di cattolicesimo, dunque, dobbiamo precisare a quale cattolicesimo ci riferiamo: a quello antico o a quello della Chiesa Cattolica Romana? Il Cattolicesimo Romano andrebbe studiato attraverso l'evoluzione storica, perché ogni secolo e ogni teologo cattolico di rilievo ha lasciato un’impronta nel cattolicesimo e ha contribuito a questo processo e cambiamento continuo della Chiesa Cattolica Romana, senza mai rinnegare essa stessa.
Uno studio del cattolicesimo romano dovrebbe tener conto di almeno quattro fasi:
• cattolicesimo occidentale antico (da Costantino al
medioevo);
• cattolicesimo romano medievale (fino al concilio di
Trento e la Riforma Protestante);
• cattolicesimo romano post-tridentino (dal concilio di
Trento al concilio Vaticano II);
• cattolicesimo romano moderno (dal concilio Vaticano II
ad oggi).
L'uso dell'epiteto "romano" classifica la Chiesa Cattolica Romana come distinta dal resto del cristianesimo, assumendone un significato settario; cristianesimo e cattolicesimo non sono e non dovrebbero essere usati come termini sinonimi. La Chiesa del Vangelo era sempre indicata con termini descrittivi, non settari, che includevano tutta la fratellanza dei discepoli di Gesù (cf Romani 16:16).
L'espressione CATTOLICESIMO ANTICO usata in questo scritto NON si riferisce alla Chiesa Romana, ma a quella "deviazione" dal cristianesimo neotestamentario nata e sviluppatasi nei primi secoli, che sarà poi la base teologica, sociologica e filosofica della Chiesa Cattolica Romana in Occidente e della Chiesa Ortodossa in Oriente.
Il termine cattolico (gr. Katholikòs) è usato per la prima volta da Ignazio di Antiochia (70ca-130) all'inizio del II secolo nella lettera alla Chiesa di Smirne: “Dove c'è Gesù Cristo, ivi c'è la chiesa cattolica” (VIII,2). Compare poi due volte, sempre nel II secolo, negli "Atti del martirio di Policarpo di Smirne", nel saluto iniziale: "Le comunità della santa chiesa cattolica di ogni luogo”, e al capitolo 19: "Il Pastore (= Gesù) della chiesa cattolica nel mondo” (XIX,2). Come si può facilmente osservare, in questi testi dei Padri il riferimento non è alla Chiesa Cattolica Romana, ma alla Chiesa Cristiana sparsa ovunque nel mondo. Si può, infatti, notare come la lettera d’Ignazio alla Chiesa di Smirne inizia dicendo: "Ignazio, Teoforo, alla chiesa di Dio Padre e dell'amato Gesù Cristo”.
Altri scritti del II e III secolo usano l’espressione “Chiesa cattolica” sempre con riferimento all’esistenza della Chiesa universale accanto alle comunità locali; il termine “cattolico” è usato per designare tutti i cristiani sparsi nel mondo rimasti fedeli alla dottrina apostolica in opposizione agli eretici, i quali erano circoscritti in determinate regioni geografiche. L’espressione muterà significato gradualmente con la “conversione” di Costantino (285-337) e gli scritti di Cipriano (210-258) - per Cipriano la “Chiesa cattolica” era quella in comunione con Roma - e dal IV secolo in poi indicherà la Chiesa imperiale, ossia, l’unica religione riconosciuta nell’Impero Romano. All’inizio del V secolo, con l’espansione della Chiesa, il cristianesimo si era saldamente radicato in tutta l’area del Mediterraneo. In seguito a questo sviluppo, la parola “cattolico” finì con l’essere intesa come “comprendente l’intero mondo cristiano”.
Perciò, la distinzione innanzi riportata tra CATTOLICESIMO ANTICO e Chiesa Cattolica Romana è legittima; la continuità che esiste tra il CATTOLICESIMO ANTICO e il Cattolicesimo Romano consiste nell'evoluzione dell'errore, nell'allontanamento dalla verità evangelica che diventa sempre più evidente col trascorrere del tempo (cf 2 Tessalonicesi 2:10-11; 1 Re 22:22).

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