Questo libro è una storia delle fonti del Diritto canonico medievale, ma costituisce anche una guida per rintracciare in quelle fonti le due concezioni di potere che si sono opposte nella chiesa del Medioevo: quella conciliare e quella monarchico-assoluta. Il libro diventa quindi anche una storia dell'idea di chiesa-comunità che fu propria delle origini e che si realizzò nei grandi concili dei primi secoli, e del successivo sviluppo di una chiesa sempre più soggetta a un capo, il cui giudizio e le cui decisioni divennero sempre più insindacabili e inappellabili. Nei testi della canonistica medievale che mettono in evidenza la reazione a tale sviluppo monarchico del concetto di autorità, si possono cogliere le "radici" - tutte interne a una tradizione rigorosamente cattolica - di quel movimento che sarà chiamato "conciliarismo". La storia di questo movimento, nella sua breve fase vincente - fra Tre e Quattrocento - e nel successivo declino che porterà alla ripresa dell'assolutismo papale, è narrata in altri due volumi del medesimo autore nella stessa collana, cui la storia delle "radici" è quindi strettamente legata.