Quando, nel 1883, il metropolita Bryennios pubblicò la prima edizione della Didaché a partire da un manoscritto da lui scoperto nel 1873 a Costantinopoli, suscitò un interesse del tutto insolito, non soltanto nella cerchia degli eruditi e degli studiosi di patristica: veniva alla luce uno scritto di venerabile antichità, che dava testimonianza dello stato e delle caratteristiche del primo cristianesimo, entusiasmando tutti coloro che vi vedevano riflessa quell'immagine di vita cristiana semplice e praticabile da tutti cui aspirare.Da allora l'interesse per questa breve ma densa opera non è più scemato, sia a livello di studi sia a livello di lettura spirituale, perché in essa, con pochi chiari principi, viene indicata la condotta da seguire per percorrere la "via della vita".Per i cristiani di oggi, che si pongono in un quadro più complesso e articolato, le indicazioni della Didaché possono costituire un gradito ritorno alla semplicità e alla radicalità delle origini, cui abbeverarsi per purificare e rinforzare la fede in Gesù Cristo, in cui si compiono tutte le promesse fatte alla "casa di Davide".• Per una migliore comprensione della Didaché, questa edizione presenta anche una nuova versione con testo latino a fronte del De doctrina apostolorum, opera parallela cui si fa più volte riferimento negli apparati critici.