Famosi all'inferno
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I Cristiani che si attengono alle parole del Maestro sono famosi all'inferno perché strappano "clienti" a Satana. Col loro impegno, le loro parole, la loro vita, testimoniando Cristo, diffondono il Vangelo e contribuiscono a condurre anime a Dio.
Producer: Perciballi
Product Code: 1001000042150
Weight: 0,170kg
Binding: Brossura
Language: Italian

Book contents

Ringraziamenti 4
Nota dell’Editore 5
Prefazione 7

Cap. 1 - La tomba vuota 9
Cap. 2 - Eppur si muove... 13
Cap. 3 - Q.N.D.S. 17
Cap. 4 - Famosi all’inferno 21
Cap. 5 - Un giorno perfetto 25
Cap. 6 - Figli del tuono e i cristiani bonsai 29
Cap. 7 - Sotto un cumulo di detriti 33
Cap. 8 - Combattendo per la pace 39
Cap. 9 - Lettera ad un bambino che è nato 45
Cap. 10 - Il tesoro nei vasi di terra 49
Cap. 11 - Il buon esempio di Onesiforo 53
Cap. 12 - La quarta vigilia della notte 57
Cap. 13 - Che cosa farebbe Gesù? 61
Cap. 14 - All’ombra d’un ramo di mandorlo 65
Cap. 15 - Quanto è caldo l’inferno? 69
Cap. 16 - Il miracolo più importante 73
Cap. 17 - Dalla croce, un grido 81
Cap. 18 - Tornando a casa, stasera 87
Cap. 19 - Il Dio da conoscere 93
Cap. 20 - Tra “Claustrum” ed “Agora” 99
Cap. 21 - Buone notizie per il terzo millennio 103
Cap. 22 - Per concludere, torniamo al principio 107

Sample chapter

LA TOMBA VUOTA


L'ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte

I Corinzi 15: 26


Si erano date appuntamento all’alba. Il sole si era appena levato, faceva freddo, ma il loro cuore era ancora più freddo. Non avrebbero mai pensato che sarebbe andata a finire così. Eppure, il Maestro lo aveva detto che stava per essere ucciso, ma loro non avevano voluto crederci.
Ora, però, era tutto finito. Il Maestro era stato crocifisso e l'avevano visto morire su quell’orribile croce. Per sei ore aveva sofferto inchiodato a quello strumento di tortura e loro erano state là, ai piedi della croce, sul Golgota, a guardare il Cristo che moriva. Non avevano potuto fare altro che restare lì, ferme a piangere.
Poi qualcuno l’aveva messo in una tomba e davanti all'apertura degli uomini avevano fatto rotolare una gran pietra.
Passato il sabato, ora non restava altro che andare ad ungere il Suo corpo per la definitiva sepoltura. Avevano comprato degli aromi, i migliori, per il loro amico Gesù. Era così che Gesù chiamava i suoi discepoli: amici.
Lo ricordi, Maria? E tu, Salome, ricordi quando Gesù ti aveva sgridato perché volevi che i tuoi figli sedessero uno a destra e l'altro a sinistra nel Suo Regno? Ora, tutto sembrava lontano, inutile, perché il Maestro era morto.
Per la via Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e Salome ripensavano a tutti gli straordinari avvenimenti che si erano succeduti in quei tre anni meravigliosi.
Gli uomini dormivano ancora quando loro erano uscite da casa, all’alba. Era domenica mattina.
Per via, mentre si avviavano al sepolcro, un pensiero le aveva assalite: "Chi ci rotolerà la pietra dall'apertura del sepolcro?" Ma questo non le aveva fermate, continuarono a camminare e, giunte in prossimità della tomba, all'improvviso alzarono gli occhi. E videro. Videro che "la pietra era stata rotolata" .
Un angelo le aspettava per dire loro la grande notizia, la Buona Notizia: "Gesù non è qui, è risorto!". Ed esse, corsero via prese "da tremito e da stupore" (Marco 16: 1-8).
Cristo non ha lasciato crescere l'erba sulla sua tomba.
Ha sconfitto la morte. Ha mantenuto le sue promesse.
Il cristianesimo è tutto in due affermazioni :
"Non è qui, è risorto!"(Marco 16:6) .
"...se Cristo non è stato risuscitato vana dunque è la nostra predicazione e vana pure è la vostra fede. (I Corinzi 15: 14).
La nostra fede di cristiani, per non essere vana, deve essere fondata su questa verità: Cristo è risorto!
Noi crediamo che la tomba era vuota, noi crediamo che Gesù sia risorto e abbia sconfitto per noi la morte.
Noi crediamo, perché lui lo ha detto, che i suoi discepoli devono essere uniti e uniti devono lavorare per l’evangelizzazione del mondo.
Eppure vedendo l'atmosfera che si respira in alcune comunità, il volto di certi cristiani, il tono di certi sermoni domenicali, lo spirito di critica e di sospetto, per non dire settario e farisaico che alberga nel cuore di qualcuno, viene da domandarsi: su cosa si basa la loro fede? Sul Cristo risorto e sulla Sua Parola o su qualcos’altro?
Affermava Nietzsche, il famoso filosofo tedesco, che tante critiche ha mosso al cristianesimo e ai suoi adepti: "Bisognerebbe che i cristiani mi cantassero qualche canto migliore perché io potessi credere al loro salvatore. Bisognerebbe che i suoi discepoli avessero un'aria più da salvati”.
Che "canto" stiamo facendo ascoltare al mondo? Un canto di gioia, di pace, di vittoria, di fratellanza o non forse il contrario?
Chiusi tra quattro mura, molti cristiani che si sentono i depositari della verità, parlano sempre delle solite cose, tagliano i capelli in quattro e concentrano la loro attenzione al poco che divide piuttosto che al molto che unisce.
Il mondo deve poter ascoltare un "canto migliore". Migliore di quello che, talvolta, noi discepoli di Gesù abbiamo saputo offrire.
Le donne, andando verso il sepolcro, pur con la tristezza nel cuore, non si fermarono pensando che non potevano rotolare via la pietra. Andarono e, alzati gli occhi, si accorsero che la pietra era stata già rotolata.
Quali sono le ‘pietre’ che intralciano oggi il nostro cammino di fede? Quanto ci stiamo preoccupando delle ‘pietre’ che non sappiamo far rotolare?
Alziamo gli occhi, come fecero quelle donne e continuiamo a porre la nostra fiducia in quel Dio che sa mantenere le Sue promesse e che ha fatto rotolare per noi la pietra più grande: quella del peccato e della morte.
La nostra fede non si ferma alla croce, ma guarda ad un Risorto, che ha lasciato vuota la Sua tomba.

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