Figli di Re
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ISBN: 9788880771920
Producer: Editrice Uomini Nuovi
Original Title: How to live like a King's kid
Product Code: 9788880771920
Dimensions: 150 x 210 x 9 mm
Weight: 0,230kg
Binding: Brossura
Number of pages: 168
Language: Italian

Sample chapter

Capitolo 1

Come vive un figlio di Re

Tre giorni prima di Natale ero in aeroplano e ritornavo da una missione presso la Stazione di Osservazione Spaziale sull’isola Cooper, nelle Bermude. Eravamo entrati nella zona di New York e stavamo ancora volteggiando sull’aeroporto. Ciò non era affatto straordinario: il traffico aereo nel cielo di New York è generalmente molto pesante e talvolta occorrono da dieci a quindici minuti per ottenere il permesso di atterraggio. Ma in questo giorno particolare avevamo già volteggiato per mezz’ora quando il comandante annunciò piuttosto sfiduciato: “Abbiamo delle noie con l’attrezzatura di atterraggio, ma speriamo di poterla riparare in pochi minuti”.
Trascorsero i pochi minuti e ne trascorsero altri e il comandante venne a mostrarci come prepararci ad un atterraggio senza carrello.
Era previsto che l’aereo ripartisse immediatamente per Londra; sapevo che avevamo un carico completo di carburante per il volo transatlantico e sapevo anche che è illegale scaricare carburante sulla zona di New York. Quel particolare tipo di aereo a reazione prende quasi sempre fuoco quando striscia sulla pista atterrando senza carrello. Era più o meno come trovarsi a cavallo di una bomba.
La mia prima reazione a questa notizia fu: “Alleluia! è arrivato il momento della promozione! Signore, fa che avvenga in fretta e senza difficoltà”.
Non c’era dubbio che sarebbe successo alla svelta. Ogni momento poteva improvvisamente diventare fatale per tutti noi. Ero preoccupato? No, niente affatto. In effetti, avvertivo un certo senso di anticipazione. Sarebbe stata una nuova esperienza. Per molto tempo avevo gridato vittoria sulla morte e stavo per verificarla di persona. Sia lodato il Signore! Quindi lo Spirito Santo mi rimproverò bruscamente: “Hill, stai dimostrandoti egoista ed egocentrico come sempre. Che ne dici dell’altra gente su questo aereo, coloro che non mi conoscono, i ragazzi pieni di quella falsa allegria natalizia che proviene dalla bottiglia? Pensa a loro, pensa alle condizioni in cui si trovano. Per loro la “promozione” non sarà un evento tanto festoso”.
“Mi dispiace, Signore”, dissi e presi a intercedere. “Signore”, pregai, “ho bisogno di sapere che cosa pregare: credo di aver bisogno di una parola di conoscenza”. Con il dono della “parola di conoscenza” che ci viene dallo Spirito Santo, Dio è in grado di fornirci informazioni con mezzi soprannaturali. Egli possiede sempre tutti i dati e può darci quelli di cui abbiamo bisogno quando preghiamo nello Spirito e gli chiediamo di darceli. La conoscenza non ci è sempre necessaria, ma quando lo è, lo Spirito Santo ce la fornisce senza fallo.
Mentre pregavo nello Spirito, parlando in una lingua che la mia mente naturale non poteva capire o controllare, ricevetti una conoscenza soprannaturale in forma di una immagine chiara come un’immagine televisiva. Come attraverso i raggi X vidi l’intero sistema di atterraggio dell’aereo: azionatori idraulici, cilindri, pompe. E vidi anche che cos’era che non andava: tutto l’olio era uscito fuori dal sistema idraulico. Le ruote non potevano scendere: il congegno non ubbidiva.
Per quanto interessante fosse vedere dove si trovava l’inghippo, meglio sarebbe stato ripararlo. E così pregai: “Signore, riparalo. Per piacere, riempi d’olio quel sistema che si è prosciugato, in modo che funzioni di nuovo”. E allora, mentre continuavo a pregare nello Spirito, vidi il fluido idraulico celeste, l’olio santo dello Spirito, scorrere attraverso tutto il sistema dell’aereo. Quando si fu riempito le ruote si abbassarono: eravamo a non più di tre metri dal suolo. Fu un atterraggio perfetto, su una pista circondata da autocarri dei pompieri, ambulanze e telecamere. Avevano tutto pronto per il più grande incendio nella storia dell’aeroporto Kennedy.
Mentre rullavamo fino al completo arresto, il comandante uscì di nuovo dalla cabina di pilotaggio, bianco come un cencio, e con voce tremante disse:
“Signori, non ho idea di che cosa sia successo”. Se lo avesse chiesto a me avrei saputo rispondergli, ma non me lo chiese. Tentò invece di spiegare a sé stesso la causa, scuotendo il capo incredulo. “I nostri strumenti mostravano che il fluido era colato fuori dal meccanismo”, disse, “così non c’era modo di far abbassare le ruote, niente freni, niente guida...” Si fermò e degluttì faticosamente. “Era impossibile, eppure le ruote sono scese proprio in tempo, e sono riuscito a invertire i motori e ad arrestare l’aereo proprio prima che andassimo a sfondare l’edificio dell’amministrazione.
Potevo infatti vedere che eravamo parcheggiati di fronte all’edificio dell’amministrazione, dove non avremmo mai dovuto essere. Ma era il solo posto in cui non ci fossero altri aerei sul nostro cammino. Non vi fu un solo centesimo di danni: tutto era stato fatto da Gesù. Gli era stato necessario solo un intercessore esperto nella preghiera e nella lode. Se non fossi già stato abituato, non avrei avuto il tempo di innestare la marcia della fede e dell’adorazione. E Dio onorò la mia preghiera con un miracolo.
Mi piacerebbe proprio leggere la relazione di quei giorni dei signori delle linee aeree BOAC. Non può essere stata una registrazione di ordinaria amministrazione. Doveva esserci sicuramente un riferimento al mistero, in quanto lo Spirito Santo aveva avuto in mano l’intera situazione.
Quello stesso giorno mi trovai arenato nell’aeroporto. L’aereo di coincidenza per Baltimora, quello sul quale avevo riservato il posto, aveva cancellato il volo, ed io volevo tornare a casa. Mancavano pochi giorni a Natale, c’erano milioni di persone in movimento e non esisteva nessuna ragione umana perché le mie necessità avessero la precedenza su quelle di chiunque altro. Ma Dio mi aveva appena mostrato che cosa poteva fare se mi affidavo a lui e così, mentre aspettavo, mi rallegravo pregando: “Signore, visto che mi puoi tirare fuori da una situazione di morte quasi certa, come prima, puoi certamente farmi arrivare a Baltimora senza alcuna fatica”.
Con la certezza che Dio aveva in mente qualcosa per me, sebbene non sapessi che cosa, mi detti da fare a esaminare tutte le risorse ordinarie. Telefonai alle linee d’autobus: tutto occupato. Controllai tutte le linea aeree: non c’era nessun volo con un posto per me. Inutile farmi segnare sulla lista d’attesa: c’erano già centinaia di nomi.
Dissi: “Signore, ho fatto tutto quello che era in mio potere di fare. Non ho più niente da tentare, così mi ritiro”. E attesi le sue istruzioni. Mi disse di scendere al cancello d’imbarco. è una cosa, questa, che non si fa mai, ma si attende alla biglietteria. Non discussi con il Signore. Dissi: “Sì, Signore”, e scesi al cancello per vedere che cosa mi avesse preparato. Sapevo che non mi avrebbe fatto andare fino al cancello inutilmente.
Giunto al cancello d’imbarco scopersi che c’era un aereo diretto a Washington, con fermata intermedia a Baltimora. C’era molta gente sulla lista d’attesa e naturalmente non era umanamente possibile che io potessi salire su quell’aereo, ma rimasi lì a lodare Dio, veramente contento del pasticcio in cui mi trovavo. Mentre lodavo, udii chiamare un signore tal dei tali. Poi: “Ultima chiamata per il signor tal dei tali”. Era ora di decollare e ancora non si era presentato.
Per mancanza di tempo, il funzionario al cancello, anzichè seguire la procedura normale e far prendere il posto del signor tal dei tali a qualcuno sulla lista d’attesa, mi guardò e chiese: “Lei vuole andare a Baltimora?”
Risposi: “Sissignore”.
Disse: “Allora venga su”.
Mi affrettai a bordo, venne chiuso lo sportello e partimmo.
Nell’ordine naturale delle cose, gli eventi di quel giorno non sarebbero mai potuti accadere. Ma ero stato un figlio di Re a bordo dell’aereo che stava per fracassarsi e più tardi ero stato un figlio di Re mentre aspettavo al cancello d’imbarco dell’aereo al completo. E i figli di Re non rientrano nell’ordine naturale delle cose. Non debbono neppure accontentarsi di qualche arrangiamento. I figli di Re ottengono un trattamento speciale. Possono vivere come figli di Re fintanto che guardano al Re.
Dio dice: “Ogni cosa che ha fiato lodi il mio nome”. L’I.I.I. dice: “Aspetta che prenda fiato”, e non lo fa mai.
Dio dice: “Leggi la mia Parola, fai quello che ti dico, e riferisci i risultati”. L’I.I.I. dice: “Ma che cosa è questo? E quell’altro? Supponiamo che sia così e così?” Ed è soltanto uno che ascolta, non uno che fa. L’I.I.I. fa di noi le menti doppie di cui parla Giacomo 1:8, uomini instabili, che perdono una vittoria sicura.
Dio dice: “A meno che tu diventi come un piccolo fanciullo...” e l’I.I.I. beffeggia: “Eccesso di semplificazione!”
Dio dice: “Mettimi alla prova”, e l’I.I.I. prende tempo: “Lasciamo prima considerare la cosa per vedere se rientra nella mia teologia”.
Questo principio dell’I.I.I. è evidente in Atti 4:13 dove, dopo aver visto i discepoli esercitare carismaticamente il loro ministero accompagnato da segni, gli Idioti Integrali Istruiti del mondo religioso di allora erano sconcertati, perché nessuno dei figli di Re aveva una laurea in filosofia.
E così anche adesso, leggendo il primo capitolo di questo libro, potreste rilevare in voi stessi la tendenza a chiedere: “Perché il pilota dell’aereo non è volato sul mare e non ha lasciato cadere tutto il carburante in eccesso per salvaguardare la vita dei passeggeri?” Al che un figlio di Re risponde: “Perché non lo chiedi al pilota?”
Un figlio di Re è uno che riferisce, non uno che spiega. Questo libro è la relazione di alcune delle cose umanamente impossibili che succedono quando un figlio di Re segue le istruzioni del Manuale del Fabbricante, invece di riverire il suo I.I.I.

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