Oltre che discepolo della grande rivoluzione erasmica - il corrispondente sul piano intellettuale delle novità rivoluzionarie che avevano connotato l'avvento dell'età moderna nell'Europa occidentale sul piano economico e sociale - ,Zwingli è discepolo ideale dell'Accademia Neo-platonica fiorentina.Gli umanisti fiorentini del Quattrocento avevano appreso dalla lettura di Platone ad esaltare le virtù civili e la vita attiva in antitesi all'ascetismo e alla vita contemplativa del monachesimo medievale; avevano cominciato a porre il problema di un'assetto razionale della società e quello della costruzione di una città ideale.Zwingli e gli altri riformatori transalpini (Bucero, Ecolampadio, Vadiano) intesero questa esistenza in termini di rinascita e di riforma della cristianità. Dai dotti della cerchia medicea mutuarono il concetto di una compenetrazione fra momento etico-religioso e momento politico, e quindi di uno Stato impegnato ad attuare il regno della verità e della virtù.Se Lutero aveva fatto appello alla "nobiltà cristiana di nazione tedesca" per attuare la ricostruzione delle mura di Gerusalemme", Zwingli volle che la riforma della chiesa coinvolgesse tutta la città. Scelse quindi la via della persuasione dei cittadini (la famosa gradualità di Zwingli!) a guisa di premessa di un sistema razionale di governo.Il presente volume - che comprende alcune delle opere fondamentali del riformatore di Zurigo, tradotte dai testi originali, per la prima volta in italiano - esce in occasione del 5° centenario della nascita di Zwingli (1484-1984)