Descrizione
Uno dei più grandi privilegi del credente in Cristo è collaborare con Dio nell’importante opera di portare delle persone alla fede in Lui (Proverbi 11:30). Poche altre cose hanno conseguenze così importanti, in quanto chi opera per conquistare delle anime per Cristo lavora in vista dell’eternità e riceverà una ricompensa eterna (Daniele 12:3). Dio si identifica con i “conquistatori di anime” in modo così intimo, da permettere loro, in certi casi, di esprimersi come se fossero essi stessi capaci di salvare delle persone. Ad esempio, nell’epistola ai Romani 11:14, Paolo dice riguardo al suo popolo: “Per vedere di … salvarne alcuni”. Anche nella prima lettera ai Corinzi 9:22, scrive: “Mi faccio ogni cosa a tutti, per salvarne ad ogni modo alcuni”. In 1 Timoteo 4:16, Paolo esorta Timoteo a curare la sua vita spirituale, in modo da “salvare te stesso e quelli che ti ascolano”. Né Paolo né Timoteo avebbero potuto salvare qualcuno, ma Dio, nella sua grazia, ha permesso all’Apostolo di usare un simile linguaggio, associandosi agli strumenti umani che Lui usa per compiere la sua opera. L’opera personale di evangelizzazione o testimonianza, non è soltanto un privilegio: è anche un solenne dovere. Ecco tre dei molti passi del Nuovo Testamento che mettono in rilievo la responsabilità di ogni cristiano in questo campo ed il piano divino di evangelizzare il mondo per mezzo della testimonianza di individui salvati da Lui.