La nostra salute
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"Figlio Mio, sta' attento alle Mie parole, inclina l'orecchio ai Miei detti; non si allontanino mai dai tuoi occhi, conservali in fondo al cuore; poichè sono vita per quelli che li trovano, salute per tutto il corpo" (Proverbi 4:20 - 22). Siete proprio sicuri che la salute e la malattia abbiano esclusivamente cause fisiche e che la medicina sia l'unica risposta alla malattia? Come possiamo spiegare la depressione, l'ansia, le malattie psichiche e psicosomatiche? Secondo la Bibbia la nostra buona o cattiva salute dipendono anche dai nostri comportamenti e dai nostri pensieri più profondi. Adolphe Hunziker spiega, con esempi tratti dal mondo medico - scientifico e dalla propria lunga esperienza pastorale, come le verità bibliche trovino perfettamente riscontro nella scienza medica moderna. Sempre attingendo alla Parola di Dio l'autore analizza inoltre le cause più profonde della malattia (psicologiche, mentali, spirituali) e da saggi consigli per eliminare gli elementi di malessere e favorire il benessere del corpo e dello spirito. La nostra salute è un prezioso vademecum per utilizzare la medicina migliore del mondo: la Bibbia.
ISBN: 9788880772705
Producer: Editrice Uomini Nuovi
Product Code: 9788880772705
Weight: 0,130kg
Binding: Brossura
Language: Italian

Book contents

Introduzione; Gestione del capitale della nostra salute; Fede e salute; Influenza del pensiero sulla salute; Purificazione della memoria; rieducazione dei pensieri; Dal pessimismo all'ottimismo; Influenza nefasta delle parole sulla salute; Influenza positiva delle parole sulla salute; Alimentazione e salute; Dio e la nostra salute; Mezzi di grazia.

Sample chapter

Capitolo 1

Gestione del capitale della nostra salute

Le eredità

Che ne pensate delle eredità? Se ci accadesse di riceverne una, se “uno zio d’America” pensasse a noi, alla fine dei suoi giorni, saremmo senza dubbio contenti.
Ma beneficiare di un’eredità, è sempre giusto? Un uomo politico francese ha provocato un grande sconvolgimento, annunciando che si sarebbe adoperato per sopprimere l’automatismo delle eredità. Egli pensa che sia inammissibile che un figlio fannullone si trovi alla testa di un’immensa fortuna, semplicemente perché il padre defunto è stato un ricchissimo industriale. C’è senza dubbio molta saggezza in questa affermazione. Abbiamo avuto lo stesso sentimento quando abbiamo visto la fortuna di cari amici cristiani, senza discendenti diretti, andarsene a qualche vago “cugino”, semplicemente perché non avevano fatto testamento in favore di ciò che avevano più a cuore: l’opera di Dio.
Qualunque sia il nostro punto di vista sulla questione delle eredità, è tuttavia stabilito che ogni bambino eredita, nascendo, un capitale di salute più o meno grande.
Oggi sappiamo che nell’incontro dei grani, dei filamenti e dei bastoncini che sono i cromosomi del padre e della madre, si trovano i geni, i sostegni materiali dell’ereditarietà. Sarebbe come dire che nel connubio iniziale di questi elementi microscopici, sono determinati, per esempio, la forma del viso, il colore degli occhi e, cosa assai più importante, la struttura primaria di un temperamento, di un carattere.
Attualmente si sa che l’assenza, la malformazione o la presenza superflua di un solo cromosoma provoca delle conseguenze fisiche e psichiche spesso importanti.


Accettazione di un’eredità

Tutto ciò conferma un fatto, che bisogna accettare: ciascuno nasce con un capitale di salute relativo e talvolta persino ipotecato.
Dal conoscere ciò derivano due riflessioni importanti. In primo luogo la Bibbia dichiara che “nessuno di noi infatti vive per sé stesso”(Romani 14:7). Ciò che i nostri bisnonni, i nostri nonni, i nostri genitori sono stati, si ripercuote nella nostra vita nel bene e nel male. Di qui la follia di certe esclamazioni di ignoranti o di incoscienti che, abbandonandosi completamente a una condotta di vita senza vergogna, proclamano: “noi facciamo quel che ci piace e questo riguarda solamente noi”. La seconda riflessione che la “trasmissione dei caratteri” ci ispira: non è sempre giudizioso mettere dei bambini al mondo, se siamo noi stessi portatori di una troppo pesante eredità.
Occorre talvolta, a questo proposito, acconsentire a rinunce assai dolorose. E poi, chi sa se la sterilità involontaria di una coppia non sia, a volte, una grazia di Dio? Ciò che è incoraggiante per noi, cristiani convertiti, è sapere che, per volere di Dio, il negativo si estingue ben più rapidamente del positivo. Se noi possiamo interpretare, in questo contesto, ciò che è scritto nel libro dell’Esodo al capitolo 34:6-7, l’eredità positiva dura duecentocinquanta volte più a lungo di quella negativa! “Il Signore passò davanti a lui, e gridò: Il Signore! il Signore! il Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in bontà e fedeltà, che conserva la sua bontà fino alla millesima generazione, che perdona l’iniquità, la trasgressione e il peccato ma non terrà il colpevole per innocente; che punisce l’iniquità dei padri sopra i figli e sopra i figli dei figli, fino alla terza e alla quarta generazione!”
Se si ammette che ogni bambino nasce con un capitale di salute differente, una decisione fondamentale, assai importante, deve essere presa coscientemente da ciascuno, presto o tardi. Quale? L’accettazione del nostro grado di salute.
Precisiamo il nostro pensiero: quest’accettazione non significa che accetteremo passivamente di avere una cattiva salute. Tutt’altro! Ma significa che perdoneremo di cuore a coloro che, tramite la nostra intelligenza, potremmo considerare come responsabili del nostro stato cronico di cattiva salute. Senza inutili rancori, e ciò per quel che riguarda ogni nostra posizione. Si è molto più liberi per far fronte a non si sa mai quale situazione, non credete?
Nello stesso modo, e ciò è importante, il cristiano portatore di handicap fisico domanderà e riceverà la grazia di non doversi confrontare costantemente con coloro che sono più favoriti dalla sorte.
Generalmente, del resto, gli handicap fisici cristianamente accettati sono compensati da capacità molto preziose che alcuni di buona salute non possono conoscere.
E ora affermiamo questo: un capitale, piccolo o grande che sia, deve essere comunque gestito!


Responsabilità dei genitori

Durante i primi anni di vita del bambino, sono i genitori che ne sono responsabili. Non si sottolinea mai abbastanza l’importanza delle prime cure, dell’alimentazione più sana possibile, della tenerezza e della sicurezza nei confronti dei nostri bambini. è inutile soffermarsi sulle cure e sull’alimentazione: attualmente le giovani madri, se vogliono, sono molto ben consigliate.
La tenerezza è essenziale. Il modo dolce o brusco di occuparsi di un neonato ha un’influenza notevole sul comportamento del bambino e, cosa più grave, sulla formazione del suo carattere. E’ proprio questo il motivo per cui Gesù è stato più severo nei confronti di coloro che “scandalizzano i piccoli” sia fisicamente che moralmente, ne sono convinto.
A proposito della sicurezza necessaria, ci sarebbe molto da dire. è tanto indispensabile quanto la tenerezza, e dovrebbe esserle sempre associata. Questa sicurezza presuppone la saggezza e la fiducia, domandate e acquisite dalle coppie cristiane. Coloro che considerano i misteri dell’anima ci stupiscono talvolta con le loro scoperte.
Sapete, ad esempio, perché tanti uomini gridano quando vogliono ottenere qualcosa? Prima di tutto perché sono maleducati, certo! Ma soprattutto perché sono stati educati male nei loro primi anni di vita.
Gli psicologi sono convinti che se un neonato si accorge che non ha che da gridare, affinché la madre senza ragione si precipiti a servirlo, si creerà nel suo piccolo essere una cattiva piega inconscia. Quando poi sarà diventato grande, ci saranno dei buoni motivi per mettersi a gridare per essere servito, a casa, al ristorante o altrove.
Così durante la prima infanzia, vuoi perché si è l’ultima figlia venuta dopo molti maschi, vuoi perché si è la beniamina o all’apparenza la più fragile, si può aver ricevuto troppe “coccole”, troppi complimenti e ammirazione. Allora, più tardi, nel periodo della “regressione infantile”, si rischia di avere una vita impossibile. Si troverà che non si è abbastanza ammirati, ringraziati, apprezzati e si verseranno molte lacrime inutilmente. Tutto ciò è, senz’altro, motivo di seria preoccupazione.


La saggezza

Arriva il momento in cui la gestione della salute passa dalla mano dei genitori alla mano dei figli, ormai divenuti responsabili. Come d’abitudine e seguendo la logica, una buona gestione della salute frutta degli altrettanto buoni interessi.
Abbiamo tutti visto come una buonissima salute possa essere compromessa e perduta. Ma siamo anche testimoni, a volte meravigliati, delle possibilità di miglioramento che ha una salute mediocre, quando è gestita con saggezza.
Conosco due persone che hanno subito circa venti operazioni chirurgiche a testa. Quando erano giovani, era stato fatto loro capire che non avrebbero vissuto molto a lungo. Ebbene, hanno gestito così giudiziosamente il loro piccolo capitale di salute, che sono arrivate a più di ottant’anni di vita e si trovano ora assai ricche di anni.
Prima di dare qualche consiglio, sottolineo che la prima cosa da fare, di fronte alla nostra personale responsabilità di gestione, è non tanto informarsi, bensì chiedere saggezza a Dio. La conoscenza è indispensabile, ma senza saggezza, non raggiunge il suo scopo. La Bibbia ci esorta a chiederla a Dio (Giacomo 1:15). Una volta ancora, credo che abbia ragione, non trovate?
Ma questa saggezza vivente, a cosa porterà per quel che riguarda la nostra salute?
Ecco due risposte che cercheremo di sviluppare:
Essa ci spingerà prima di tutto ad evitare ciò che indebolisce il nostro capitale di salute. Inutile, penso, ricordare ciò che tutti i giornali e le riviste di attualità sottolineano costantemente: il fumo da tabacco è un inquinamento personale e sociale da evitare a tutti i costi.
Vi è già tanto inquinamento inevitabile, purtroppo! I medici affermano che alcuni effetti nocivi del tabacco impiegano venticinque anni a sparire. E poi, il fumo del tabacco, apre sempre più la strada ad altre abitudini a causa delle quali tanti giovani perdono la salute. Ad esempio si fuma l’hascisc solo dopo aver cominciato con il tabacco e le sigarette.
Come cristiani convertiti, abbiamo a questo proposito un esempio da dare. Allo stesso modo, è oggi dimostrato che i vari tipi di bevande alcoliche così tanto alla moda attualmente, danneggiano in modo irreparabile alcune cellule del cervello.
Potremmo enunciare altri errori ancora, ma questi due esempi mostrano bene la saggezza ci spinge a evitare ciò che rischia di rovinare il nostro prezioso capitale di salute e quello degli altri.
In secondo luogo la saggezza ci incoraggia a fare ciò che può fortificare, rinnovare, e se possibile, aumentare il nostro capitale di salute. Una cosa è certa: Dio non aiuta i parassiti né i negligenti!
Il creatore ha stabilito alcune leggi di vita. Se non le rispettiamo, non possiamo contare sul suo intervento per colmare costantemente i nostri deficit, anche se noi avessimo una grande fede. è logico. La posizione più giusta nel campo della nostra salute mi sembra essere quella di “operatori di Dio” .

Azione divina e mezzi naturali

Stiamo vivendo un’epoca in cui la possibilità di economizzare il nostro capitale di salute, ed eventualmente di rinforzarlo, sono più numerose che in altri tempi. Infatti la durata media della vita è passata molto rapidamente da trenta anni a settant’anni e più.
Muoiono, oggi in Europa, molti meno bambini che in Africa. Perché?
Perché Dio avrebbe deciso che i neonati bianchi vivessero più a lungo di quelli di colore? Non è certo perché lo ha deciso Dio! Ma semplicemente perché la nostra conoscenza nel campo della salute ed i nostri mezzi a disposizione sono più grandi che in Africa.
Ciò nonostante, alcuni esitano a fare appello al soccorso che viene dalla scienza per migliorare la loro salute. Qualcuno pensa che sia una mancanza si fede. Se solo potessimo demistificare questo problema! La Sacra Scrittura non dice: “adoperatevi al compimento della vostra salvezza con timore e tremore”( Filippesi 2:12)?
è dunque assai evidente che non ci proibisce di “dedicarci alla nostra salute”.
L’azione soprannaturale di Dio, sempre possibile, non impedisce affatto la sua azione mediante i mezzi naturali.
Di questo principio, poiché credo che questo ne sia uno, notiamo qualche esempio: Dio disse, a proposito di Gerusalemme: “sarò per lei un muro di fuoco tutto intorno” (Zaccaria 2:5). Tuttavia Gerusalemme fu cinta di mura di pietra, che bisognò ammassare, poi riparare e nelle quali furono praticate delle barricate. E Dio fu con questi costruttori diligenti, come Neemia.
Il Signore era, certo, “l’Eterno degli eserciti”, ma i soldati d’Israele dovettero utilizzare le armi che essi stessi avevano forgiato. Le eccezioni che la Bibbia menziona non annullano affatto questa regola.
Siamo esortati da Gesù a: “cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più” (Matteo 6:33). Ma ciò significa che dobbiamo rimanere oziosi a pregare senza utilizzare il suolo, l’aratro, i semi, i mezzi meccanici moderni per ottenere il nostro pane quotidiano ed i nostri vestiti? è sufficiente chiederli a Dio e aspettare, dato che ce li ha promessi?
E coloro che credono con ragione alla protezione divina (Matteo 10:29-31) mettono regolarmente delle serrature alle loro porte, che io sappia.
Allo stesso modo, amici, non dubitate, mentre credete che Dio guarisce, non è sbagliato utilizzare dei mezzi onesti messi a nostra disposizione per favorire la guarigione del nostro corpo e fortificare la nostra salute.
Lo ripetiamo ancora una volta, non siamo d’accordo con il principio dell’astensione totale dei medicinali, astensione eretta talvolta come sistema obbligatorio. Tali insegnamenti sono fanatici e spesso pericolosi, e addirittura crudeli. Del resto, coloro che si oppongono all’intervento della medicina onesta, fanno comunque ricorso al medico in caso di fratture alle ossa, ricorrono al dentista e quando occorre, portano gli occhiali per correggere la vista. La vera fede è molto più umile e non crea queste situazioni illogiche.
Alcuni accettano di curarsi con le piante, con applicazioni, compresse, ventose ecc., ma bisogna parlar loro di medicine! Come se acquistare qualcosa dall’erboristeria fosse “spirituale” che procurarsi un rimedio da farmacista!
L’arbitrarietà regna, quando si vuole porre dei limiti, laddove Dio lascia la libertà.
La nostra salute non deve essere la nostra unica preoccupazione. In ordine di valori, ci sono certamente cose più importanti (Marco 9:43-44). Comunque noi dobbiamo rispettare e utilizzare bene la salute di cui disponiamo. Dobbiamo anche, nella misura possibile e con la nostra pace interiore, consolidarla. E dobbiamo essere soprattutto riconoscenti per la salute che abbiamo avuto e per quella che ci resta anche si non è quella che ci augureremo.
Allora, noi potremmo avere fiducia in Dio, affinché, in questo campo, come benissimo in altri, egli lavori e vegli con noi, sapendo che spesso ha in serbo per noi preziosissime liberazioni.
Chi dunque desidera lavorare con Dio per meglio gestire questo capitale prezioso?
Chi vuole esprimere a Dio più riconoscenza per questo beneficio di cui ha gioito o tuttora gioisce?
Chi vuole dargli sempre più fiducia affinché agisca là dove l’uomo non può fare nulla?
Infine chi deve pentirsi d’aver troppo spesso maltrattato questo dono che è la salute?
è a Dio che ciascuno deve dare la sua risposta per l’una o l’altra di queste domande. E che lo faccia in piena pace, poiché accanto a lui si trovano il perdono e la grazia per agire meglio da ora in poi.



Capitolo 2

Fede e salute

La medicina della persona

Negli ambienti medici si è detto a lungo che l’uomo è una meravigliosa macchina chimica, e che la salute è il suo buon funzionamento. Al giorno d’oggi si conoscono meglio le sottili interferenze della psiche e del fisico. Si sa che nel complesso della nostra natura psichica, fisica e spirituale, deve essere cercata e salvaguardata una certa armonia, al fine di vivere una vita sana. è la medicina “di tutta la persona” che ha rimesso in luce questa interdipendenza dell’anima, del corpo e dello spirito. Il dottor Paul Tournier, tra gli altri, ne fu un vivace promotore. Da allora, i migliori esperti non si accontentano più di curare un organo malato. Cercano di conoscere le cause psichiche o morali che hanno potuto provocare l’anormalità di questa o di quella funzione. Per molto tempo, nei casi in cui si riscontrava un cuore malato, ad esempio, si trovava normale il logorio di questa pompa straordinaria che, senza mai fermarsi dalla nostra nascita in poi, pompa tonnellate di sangue al giorno. Adesso la medicina cerca di conoscere le circostanze particolari, i dispiaceri, i conflitti di ogni genere che nella vita di una persona possono essere all’origine di una disfunzione cardiaca.

La fede vivente

Poiché la salute può essere affetta in positivo o in negativo da cause morali, è perfettamente scientifico affermare che la fede vivente, anche quando non è molto evidente, può fare meraviglie nel campo di cui ci occupiamo. Tutti i medici, credenti e non, ne riconoscono l’importanza.
Un amico chirurgo mi spiegava, ultimamente, la differenza che c’era per lui nell’operare un paziente che ha completa fiducia o qualcuno che invece arrivava esasperato o senza speranza in sala operatoria. “Il miglior metodo di rilassamento, diceva il professore, non è il curare ma la vera fiducia”.
In linea di massima la gente sembra non comprendere ancora abbastanza le grandi possibilità legate ad una vera fede per il mantenimento o il ristabilimento della salute. Tuttavia verrà il momento in cui ciascuno riconoscerà il valore curativo non dei mezzi fisici, ma di quelli spirituali.
Recentemente una credente della nostra chiesa ha dovuto sostenere una visita davanti a molti giovani medici. Uno tra loro lesse il suo rapporto, enumerò le vecchie malattie della paziente e, finendo di leggere, dichiarò che “erano state guarite attraverso la preghiera”.
Gli infermieri dell’ospedale si guardarono tra loro sorridendo. Allora il primario li riprese seriamente con una semplice domanda: “E perché no?”
Insieme a molte altre persone affermiamo che una fede sana normalmente vissuta mette sempre colui che l’esercita in contatto con delle risorse vitali immense. Sapienti precursori, universalmente riconosciuti, come il Professor Alexis Carrel e Lecomte di Noüy, ne hanno reso testimonianza. E questo fatto è attestato dalle innumerevoli esperienze di coloro che hanno ritrovato l’esercizio di una vera fede.
Forse bisognerebbe che qui precisassi che cos’è la vera fede. Non è quella di Sacha Guitry, che sembra avesse provato un po’ tutte le confessioni. La persona che me ne parlò aggiunse: “Almeno si può essere certi che ne aveva un po’ di quella buona, dato che le aveva assaggiate tutte!” Niente di più falso! La vera fede ci mette in contatto con Gesù Cristo che ci salva e ci rigenera. Da questo incontro risulta la capacità di mettere in regola il nostro passato e di ricominciare a vivere con l’energia nuova che egli ci comunica.
Perdonate la franchezza: Amico, hai tu la vera fede, la fede suscitata e illuminata dalla Parola di Dio? La tua vita ha ritrovato la sua armonia con l’ordine e la pace del Signore? “Poiché, dice la Bibbia, Dio è un Dio d’ordine e di pace”.
Tempo fa ho incontrato un uomo nel fiore dell’età e della intelligenza. Ciò nonostante, aveva oltremodo sprecato la sua vita personale e familiare. Ebbene, ciò che i consigli, le cure in clinica, gli amici ed egli stesso non erano riusciti a riorganizzare, Gesù Cristo l’ha fatto. E non solamente questo, ma la difficile rimessa in ordine del suo caos si è realizzata attraverso l’opera di Dio, nello stesso modo in cui Dio fece uscire la creazione dallo stato informe che descrive la Genesi. Quanto è bello e semplice tutto ciò! E nessuno lo ignori: questa rigenerazione, Dio la offre per mezzo di Gesù Cristo a ciascuno, senza eccezioni.

Influenza della vera fede sulla salute

Ora cerchiamo di rispondere a questa domanda: Perché la vera fede ha una così grande influenza sulla salute al punto di mantenerla o addirittura recuperarla?
Diciamo innanzitutto questo: Dio, avendo creato la vita, ha creato le leggi. Queste leggi sono scritte nella Bibbia; la saggezza della fede consiste nell’obbedirvi. L’errore è quello di non seguirle. In definitiva, disobbedire alle leggi della vita è preferire il disordine all’ordine.
Questa cattiva scelta provoca sempre in noi delle perturbazioni fisiche e delle perdite di energia vitale che non possono essere del tutto compensate da ricostituenti, vitamine o vacanze. Per riequilibrarle è necessario favorire una vera conversione su verità precise di cui lo Spirito Santo ci rende coscienti attraverso la Parola di Dio, la cura d’anima e l’esperienza.
La malattia è un appello o addirittura una costrizione a cambiare vita. Non sono io che lo dico, ma Ippocrate, il padre della medicina, che cinque secoli prima di Cristo, si esprimeva così: “Quando si è malati, bisogna cambiare stile di vita. è chiaro infatti che ciò che si seguiva era cattivo, in tutto o in parte”. Attenzione: ciò non significa assolutamente che una salute insufficiente sia il segno chiaro di una colpa e che una buona salute quello di una grande saggezza.
All’inizio abbiamo ricordato perché il nostro bagaglio di salute sia differente per ciascuno di noi, e spesso può essere già abbastanza debole prima ancora che lo possiamo gestire personalmente. Noi abbiamo solamente voluto attirare l’attenzione sull’importanza dell’insegnamento della Bibbia concernente l’obbedienza alle istruzioni divine, in vista di una buona salute.
Ecco un esempio di ciò che dichiara la Sacra Scrittura in proposito:

“Figlio mio, sta’ attento alle mie parole, inclina l’orecchio ai miei detti; non si allontanino mai dai tuoi occhi, conservali in fondo al cuore; poiché sono vita per quelli che li trovano, salute per tutto il loro corpo. Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita. Rimuovi da te la perversità della bocca, allontana da te la falsità delle labbra. I tuoi occhi guardino bene in faccia, le tue palpebre si dirigano dritto davanti a te. Appiana il sentiero dei tuoi piedi, tutte le tue vie siano ben preparate. Non girare né a destra né a sinistra, ritira il tuo piede dal male” (Proverbi 4:20-27).

Se leggiamo la Bibbia per acquisire “saggezza dall’alto”, scopriremo con meraviglia che non ci è stata data per fabbricare dottrine, ma soprattutto per insegnarci a comportarci bene faccia a faccia con Dio, con il nostro prossimo, con noi stessi.
La Bibbia insegna i fondamenti della pietà, ma anche, e lo vedremo quando affronteremo questi argomenti, le semplici regole dell’igiene fisica e morale, quella del lavoro e del riposo, dell’alimentazione e di altre cose concernenti la vita sana di tutti i giorni.
Per dare una seconda risposta alla domanda posta prima, direi che Dio ha promesso benedizioni fisiche in risposta all’obbedienza della fede. Leggiamo ad esempio questa dichiarazione che non ammette ambiguità:

“Se tu ascolti attentamente la voce del Signore che è il tuo Dio, e fai ciò che è giusto agli occhi suoi, porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti infliggerò nessuna delle infermità che ho inflitte agli Egiziani, perché io sono il Signore, colui che ti guarisce”(Esodo 15:26).

è il caso di introdurre una fondamentale precisazione concernente la vera fede: innanzitutto essa non è mai l’adesione a dei consigli riconosciuti come buoni, ma è prima d’ogni cosa un’obbedienza sincera, liberamente espressa, a colui che ha promulgato le leggi della vita e che egli stesso rispetta. Perché sarebbe un controsenso se noi accettassimo la saggezza e i doni di Dio, e non fosse proprio lui ad accettarli per primo. Ora la volontà sovrana è tutta differente, eccola nella sua magnifica semplicità: Tu amerai il Signore Dio tuo! La fede che ha la sua risorsa nell’amore di Dio e del prossimo è la sola fede sana che comunica salute, poiché senza l’amore per Dio e il prossimo, non c’è obbedienza viva e feconda alle leggi della vita.

Perdono e fiducia

Infine, proviamo a rispondere a questa domanda: Come può la fede aiutarci a mantenere o a recuperare la salute?
Prima di tutto direi che essa propone l’unica soluzione ai problemi fondamentali dell’uomo, uno dei quali, il primo per la sua importanza e le sue conseguenze, è quello del perdono; infatti è innegabile che le nostre colpe turbino il nostro spirito, la nostra anima e il nostro corpo perché non sono state curate dal perdono.
“Il perdono non dato”, cioè il fatto di non voler perdonare qualcuno che ci ha offeso, è una grave mancanza che porta conseguenze spirituali e fisiche: è come un grumo di sangue che non si riassorbe e costituisce una minaccia di embolia.
Se vogliamo una salute migliore, dobbiamo perdonare a nostro padre, a nostra madre, alla nostra famiglia, a qualcuno che ci ha ferito recentemente, qualche tempo fa o addirittura durante la nostra infanzia.
La fede ci insegna a perdonare, ma anche a chiedere e a ricevere il perdono totale di Dio, il perdono senza rimpianti (Ebrei 8:1).
E poi la fede ci permette ancora di “perdonare noi stessi”, dopo che il perdono di Dio è stato ricevuto: in altre parole, la vera fede rende capaci di “vivere nel perdono”. Di più, la fede è efficace perché mette in contatto con la Fonte del rinnovamento di tutta la vita: quella spirituale, quella psichica e quella fisica. Chi non vorrebbe conoscere la fonte dell’eterna giovinezza? Purtroppo non esiste! Ma chi potrebbe negare che la comunione con Gesù, che è stato dichiarato con potenza “Principe della vita e unico Salvatore”, provoca una rinnovata vitalità? Nessuno!
Infine, la fede coltivata nel tempo produce un frutto importantissimo per la salute: la fiducia come “stile di vita”. Vi spiego ciò che voglio dire con questa espressione: una fiducia abituale, continua, che fa parte della vita; non è importante solo per la salute, ma lo è anche per la riuscita di tutta la nostra esistenza.
Vi potrei elencare dei fatti che illustrano e confermano ciascuna delle verità che ho enumerato, ma ne avrete certo osservata la realtà attiva nella vostra vita e in quella degli altri.
Cari amici, ho già spiegato qual è la sorgente della vera fede efficace, concludo rispondendo con due suggerimenti semplici ma importanti, alla domanda che credo di indovinare sulle vostre labbra: come si sviluppa questa fede?
Ecco la mia risposta in due righe: questa fede si sviluppa:

l Tramite la regolare meditazione della Bibbia e la preghiera spontanea;
l Tramite un atteggiamento abituale di fiducia nell’amore di Dio.

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