L'11 settembre 1847, il sacerdote cattolico Luigi Desanctis fuggì da Roma, rendendo pubblica la sua conversione alla fede evangelica. Qualificatore dell'Inquisizione, docente di teologia presso l'università della Sapienza, la sua fuoriuscita dal Cattolicesimo suscitò grande scalpore, tanto che lo stesso Pio IX fece di tutto per farlo tornare nel grembo di Santa Madre Chiesa. Ma fu inutile. Quello di Desanctis non era stato un gesto avventato, ma un atto maturato attraverso anni di studio biblico e coscienziosa riflessione. Giunto alla convinzione che la Chiesa romana aveva tradito il vangelo ed era ormai prigioniera delle proprie falsità, egli non poté che fuoriuscirne. La decisione gli costò la perdita di ogni bene terreno - ecclesiastico e familiare - ma Desanctis non si pentì mai di averla presa.
Nei ventidue anni che seguirono, Desanctis si impegnò anima e corpo nell'opera cristiana: predicando il vangelo ovunque vi fosse opportunità; fondando e curando svariate chiese; scrivendo libri, trattati e opuscoli di grande diffusione; insegnando teologia in diverse istituzioni al fine di preparare al ministero pastori ed evangelisti; fondando scuole pubbliche dove centinaia di bambini e ragazzi furono formati scolasticamente e spiritualmente; lottando per l'unione e la pace delle chiese evangeliche, sempre con spirito cristiano, mai con animosità settaria. Morì nel 1869, all 'età di 61 anni, ripianto da tutte le chiese evangeliche italiane.
Nella presente biografia, l'autore racconta la vicenda umana di Desanctis con uno spirito e un dettaglio possibili solo a chi di questi era stato intimo amico. Pubblicata originariamente nel 1870, viene qui riproposta in un 'edizione riveduta nel linguaggio e arricchita di ulteriori ed importanti documenti, fra i quali la famosa lettera che Desanctis scrisse a Pio IX all'indomani della sua fuga da Roma.