Le riflessioni sul vangelo di Giovanni qui riprodotte furono in vari modi presentate dallo Schürmann nel corso di esercizi spirituali. In generale la Scrittura diventa "viva vox evangelii" quando è spiegata nella predica. Le pericopi scritturali non diventano allocutorie per il semplice fatto d'essere oggetto d'«esegesi», cioè spiegate testualmente, ma solo quando da una parte sono sollecitate partendo da un orizzonte ermeneutico di comprensione e dall'altra esse stesse rimettono in discussione e superano questo orizzonte di comprensione.
L'orizzonte ermeneutico presupposto nei giorni degli esercizi è in modo particolare quell'incontro con Cristo a cui sant'Ignazio era stato condotto dalla grazia e nel quale egli intende introdurre gli altri con il suo Libro sugli esercizi: un incontro, quindi, nel quale l'esercitante sempre più si eleva all'amore divino che gli viene incontro in Gesù. L'ordine e la scelta delle pericopi qui proposte sono quindi determinate da questa logica spirituale del Libro degli esercizi. Queste meditazioni rinunciano volutamente alla descrizione vivace e al richiamo preciso all'attualità. Esse presentano le pericopi soltanto come «spunti di meditazione» per invitare a soffermarvisi pregando.
Tutto quello che si trova scritto nel vangelo di Giovanni «è stato scritto» perché i credenti «abbiano la vita nel suo nome», perché egli era il «verbo» che «era al principio», in cui «era la vita», «e la vita era la luce per gli uomini» e quello che veramente importa è che noi «vediamo la sua gloria, piena di grazia e di verità».