Rispetto a quanto normalmente ci si attende da «una teologia dell'Antico Testamento», l'opera di Erhard S. Gerstenberger non fornisce una presentazione più o meno sistematica dei temi e motivi teologici rintracciabili negli scritti dell'Antico Testamento, bensì illustra e approfondisce le diverse voci religiose e teologiche in cui trovarono espressione i diversi ambienti e le varie strutture sociali in cui si sviluppò l'Israele antico.
Dopo un breve profilo della storia sociale di Israele e un'approfondita presentazione del culto e dell'etica della famiglia e del clan, degli dèi e delle dee delle comunità stanziali e delle unità tribali, vengono prese in esame le teologie dell'età monarchica nei regni d'Israele e di Giuda e il sorgere del giudaismo con la dura prova dell'esilio, che condusse al monoteismo jahvistico e insieme a una nuova etica individuale e sociale.
«L'Antico Testamento – scrive Gerstenberger – contiene una tale quantità ancora inutilizzata di conoscenza dell'uomo e di critica della società e della religione, che la sua lettura continua può avere soltanto un effetto vivificante».