«... il legame stabilito fra la (risurrezione dei morti' e la credenza nell"immortalità dell'anima' in realtà non è neppure un legame, ma una rinuncia all'una in favore dell'altra: si è sacrificato al Fedone il capitolo I5 della prima epistola ai Corinti.
Non giova dissimulare questo fatto come si fa oggi tanto spesso, cercando di mettere insieme ciò che in realtà è incompatibile, con questo ragionamento un po' semplicistico: ciò che, nella dottrina cristiana, ci sembra inconciliabile con la credenza nell'immortalità dell'anima, ossia la risurrezione propriamente detta, non sarebbe una affermazione essenziale per i primi cristiani ma un semplice adattamento alle espressioni mitologiche del pensiero del loro tempo, e l'intenzione profonda che ne forma la sostanza mirerebbe anche all'immortalità dell'anima.
Bisogna invece riconoscere lealmente che proprio quanto distingue la speranza cristiana dalla credenza greca è il centro stesso della fede del cristianesimo primitivo. Se l'interprete non può accettarla come fondamentale, non è questa una buona ragione per concludere che non sia fondamentale neppure per gli autori ch'egli studia».
(dalla Prefazione)