Questo libro esplora i temi che si trovano nei versi che formano l'inno di Cristo in Filippesi 2:6-11. Qui abbiamo un urgente messaggio per i cristiani di oggi. Dobbiamo rintracciare le nostre radici dottrinali e dell'esperienza alla croce, altrimenti perdiamo la nostra continuità con il Cristianesimo storico. Quando la nostra teologia, timorosa della croce, comincia a diventare conflittuale con l'ortodossia radicata nel tempo, allora è il momento di riesaminare le nostre dottrine e pratiche. Quando si mette da parte la croce di Cristo, la nostra immagine di Dio si distorce. Dio diventa sempre meno il nostro Sovrano e sempre più il nostro servo. L'Onnipotente Dio diventa il nostro maggiordomo. Gesù, che richiede obbedienza, diventa il nostro consulente e infermiere che ci aiuta ad affrontare le conseguenze della nostra disubbidienza. La storia della chiesa ci insegna che i grandi leader dei risvegli, che costruirono la loro teologia sulla croce di Cristo, gettarono le basi affinchè Dio continuasse a benedire le generazioni future. I leader nella storia del Cristianesimo che si mossero nella potenza dello Spirito Santo, lo fecero solo perchè avevano preso la croce sulle loro spalle. La loro voce si ode ancora, perchè essi abbracciarono la croce nella teologia e nell'esperienza. La chiesa, oggi, deve tornare all'insegnamento e all'esperienza della croce di Gesù, altrimenti il Cristianesimo si diluirà in un'eresia dei buoni sentimenti, una pallida eco della "religione di me stesso" vestita di ornamenti religiosi. Essere discepoli di Cristo senza finzione, significa ritornare a vivere e a predicare la croce di Gesù Cristo.