I racconti dell'arca
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Una splendida raccolta di storie! Il racconto di Noè; Il racconto del leone; Il racconto della pecora; Il racconto della termite; Il racconto della puzzola; Il racconto dell'asino; Il racconto del Figli; Il racconto del maiale; Il racconto del ragno; Il racconto della scimmia; Il racconto dell'elefante; Il racconto della colomba; Il racconto del ghiro; La fine del viaggio
ISBN: 9788873380245
Producer: Anastasis
Product Code: 9788873380245
Weight: 0,210kg
Binding: Brossura
Language: Italian

Sample chapter

Il Racconto di Noè

Noè aveva seicento anni quando Dio ebbe con lui una conversazione molto seria.
“Mi rattrista veramente doverti dire questo, caro Noè, ma tra tutti quelli che vivono nel mondo che ho creato, tu sei l’unica persona buona. Sono stato molto paziente, ma c’è così tanta cattiveria e malvagità che devo fare qualcosa al riguardo. Ricomincerò tutto daccapo!”
Noè rimase scosso da queste parole, ma doveva ammettere che Dio aveva ragione.
“Che cosa farai, Dio?” domandò.
Dio rispose sospirando, con un tono molto triste: “Temo che dovrò distruggere ogni creatura vivente… ma salverò te, Noè, insieme a tua moglie, ed anche i tuoi tre figli – Sem, Cam e Iafet – e le loro mogli. Salverò anche una coppia di ogni creatura vivente che c’è nel mondo, perché sono tutte importanti. Farò affidamento su di te, Noè, per proteggerli e mantenerli in vita. Adesso ti dico cosa mi aspetto che tu faccia…”.
Allora Dio spiegò a Noè come costruire un’arca di legno, che assomigliava ad una grossa nave; in questo modo, quando Lui avesse mandato un grande diluvio a sommergere la terra, Noè, la sua famiglia e gli animali si sarebbero salvati.
Noè non era molto esperto come falegname, ma i suoi figli e le loro mogli lo aiutarono e riuscirono a costruire l’arca in tempo. La riempirono con ogni sorta di cibi e, quando arrivò il grande giorno, Noè – con un’espressione molto seria e impegnata e una lista lunghissima in mano – cominciò a segnare gli animali man mano che entravano nell’arca.
C’erano animali feroci, animali domestici, rettili e insetti, mammiferi e uccelli. C’erano animali grossi e animali piccoli, quelli di bell’aspetto e quelli più bruttini. C’erano animali di indole docile e quelli con un brutto temperamento. Entrò nell’arca una coppia per ogni specie; né uno di più, né uno di meno. Gli unici che non entrarono furono i pesci, perché loro non avevano bisogno di trovare salvezza nell’arca.
Non appena tutti furono al sicuro dentro l’arca, Dio chiuse la porta alle loro spalle.
“Non entrerà acqua nell’arca, vero?” chiese Noè con tono ansioso.
“Certo che no!” gli rispose Dio. “Adesso, smettila di preoccuparti Noè, e prenditi buona cura di tutti, perché tra sette giorni manderò la pioggia.”.
Noè si recò dunque nella sala principale dell’arca e se prima era semplicemente un po’ preoccupato, adesso era letteralmente terrorizzato.
Infatti si trovò davanti leoni e tigri, lama e giraffe, leopardi e lucertole, pecore e mucche, cavalli e capre, asini, elefanti, cammelli, scimmie, serpenti, uccelli… praticamente tutti gli animali a cui potete pensare, ed anche tutti quelli che non immaginate nemmeno. E non ce ne era soltanto uno per tipo, bensì una coppia! Si stavano tutti muovendo in massa girando per la grande sala, chi litigando, chi azzuffandosi, chi emettendo strida rauche, chi lamentandosi: lì dentro c’era un rumore terribile, quale non si era mai sentito prima!
La moglie di Noè e le sue tre nuore si erano rinchiuse dentro una cabina vuota, mentre i tre figli di Noè si erano rannicchiati in un angolo, messi in trappola da due formichieri dall’aspetto aggressivo.
Noè, per un attimo, chiuse gli occhi.
“Perché hai scelto proprio me, Dio?” domandò. “A me non piacciono nemmeno gli animali!”.
Ma Dio era occupato con i preparativi della potente tempesta che avrebbe scatenato sul mondo e non gli rispose. Oltretutto, aveva piena fiducia in Noè.
Quindi Noè riaprì gli occhi.
“Fate silenzio!” gridò a voce molto alta, con un tono molto coraggioso, anche se non si sentiva esattamente così.
Con sua sorpresa gli animali si acquietarono.
“Allora… dobbiamo rimanere chiusi qui dentro per almeno quaranta giorni e quaranta notti – perché Dio ha detto che pioverà per tutto questo tempo – e dobbiamo vivere insieme in modo amichevole, condividendo il cibo, facendo tutti delle concessioni reciproche…” disse Noè.
“Sì…” borbottò uno dei due formichieri “se mi dai delle formiche in ‘concessione’ per me va benissimo!”
“Dunque,” proseguì Noè, ignorando del tutto questa battuta, “suggerisco le seguenti regole…”.
Il più grande della coppia di leoni si fece avanti, scuotendo la sua magnifica criniera.
“Mi scusi,” disse lanciando uno sguardo sornione “mi scusi tanto, signor Noè, ma se non sbaglio Io sono il Re della Giungla, il Signore di tutti gli Animali, e se ci devono essere delle regole da stabilire, sono Io che devo farle!”.
Una delle tigri si alzò, stiracchiandosi pigramente mentre i suoi enormi artigli raspavano il pavimento dell’arca.
“Scusatemi,” disse poi con voce gentile, “ma volevo far notare che noi tigri ci siamo sempre considerate gli animali più importanti, e se qui in giro c’è bisogno di prendere qualche decisione, siamo noi quelle che lo facciamo!”.
“Allora dovrete combattere per questo!” replicò bruscamente il leone.
“Come preferisci…” disse con dolcezza la tigre.
Entrambi gli animali mostrarono i denti e appena un attimo dopo si sarebbero azzannati l’un l’altro se non fosse stato per Noè.
“Comportatevi bene!” gridò.
Con sua grande sorpresa, sia il leone che la tigre sgattaiolarono ognuno in un angolo della sala.
Noé, visto il successo del suo intervento e sentendosi più audace, continuò: “ Dovreste vergognarvi di voi stessi! E’ compito vostro quello di dare un buon esempio agli altri animali!” disse con tono severo.
Proseguì quindi lestamente, prima che il leone o la tigre potessero replicare: “Regola numero Uno: Niente combattimenti. Scrivi, Sem! Per qualche buona ragione, che solo Lui conosce, Dio ha voluto che una coppia di ogni animale fosse preservata, custodita e fatta arrivare sana e salva sino alla fine di questo viaggio. Dio ha dato a me il compito di prendermi cura di voi: io non volevo questo incarico, non l’ho chiesto io anzi, sto cominciando a pensare che forse la cosa migliore era annegare con tutti gli altri piuttosto che stare chiuso qui dentro con tutti voi. Così se avete qualche lamentela, io non voglio ascoltarla.”.
Seguì un lungo mormorio, borbottio, con strida e squittii, ma alla fine soltanto la tigre parlò. “Penso,” disse con tono grave, “che dovremmo avere un comitato formato da un piccolo numero di noi animali più intelligenti. Il signor Noè può presiedere, se lo desidera.”.
“Che cosa ha detto?” chiese uno dei serpenti, che aveva l’udito un po’ difettoso.
“Un comitato composto dagli animali più intelligenti!” ripeté la tigre con voce più grossa.
“Chi si crede di essere!” disse con voce stridula una delle due oche all’altra. “Questi grossi gatti sono tutti uguali!”.
“Chi deve decidere chi dovrebbe far parte del comitato?” squittì un ghiro. “Tu, tigre, puoi essere anche più grossa di me, ma chi dice che sei più intelligente?”.
“Dovremmo tutti far parte del comitato.” disse una giraffa, facendo dondolare il suo lungo collo. “Siamo tutti uguali, non è così? Non è stato proprio Dio a dire che siamo tutti uguali?”.
“Importanti, è la parola che Dio ha usato. C’è una differenza!” disse Noè.
La giraffa lo guardò con aria di disapprovazione, così Noè continuò speditamente. “No! Niente comitati e niente discussioni! Siamo qui perché Dio ha deciso di salvarci.”.
I mormorii e i brontolii divennero più rumorosi.
“Non volete salvarvi?” chiese Noè quasi disperato.
Il rumore peggiorò decisamente e sia Noè che i suoi figli si rifugiarono nella quiete delle loro cabine e si prepararono ad andare a dormire.
Noè però non riusciva a prendere sonno; stava steso nel letto, ascoltando il vento che sibilava fuori dall’arca e gli animali che borbottavano e sbuffavano al suo interno, e si mise a parlare con Dio.
“Ascolta Dio! Sei ancora in tempo: tu hai bisogno di un domatore per questo lavoro, o di un grande cacciatore, o per lo meno di un guardiano dello zoo. Naturalmente io sono molto grato che Tu voglia salvare me e la mia famiglia ma, in tutta onestà, io non sono tagliato per questo compito!”.
Dio ascoltò Noè ma non parlò. Allora Noè continuò: “E poi ti dirò una cosa, Dio: è qualcosa che non ho mai detto a nessuno, nemmeno a mia moglie… io ho paura dei ragni, e ce ne sono due a bordo!”.
Dio scoppiò a ridere, per la prima volta da quando si era reso conto che avrebbe dovuto distruggere il mondo.
“Ho scelto l’uomo giusto per questo lavoro, Noè!” disse. “Adesso dormi e lascia che sia Io a preoccuparmi degli animali. Oh… dimenticavo di dirti che sapevo dei ragni!”.
Anche se sembrerà strano, Noè si sentì confortato da queste parole e si addormentò subito.

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