Lutero non è il fondatore di una nuova religione, nè il monaco insofferente che con la sua ribellione ha dato via libera all'individualismo moderno. Lutero ha rivolto alcune domande fondamentali alla chiesa del suo tempo e a quella di tutti i tempi. Domande che attendono ancora una risposta. E continua ad essere frainteso e travisato. Scrive il noto teologo F. Gogarten: "Per lo spirito moderno, Lutero costituisce un imbarazzo troppo grande per poter essere dimenticato. Lo si può mettere da parte, lodandolo o rimproverandolo, ma - proprio come succede con una domanda che non ha ricevuto una giusta risposta - egli torna continuamente a ripresentarsi". Lutero non ha inteso insegnare dottrine nuove ma - come Giosuè - ha guidato il popolo di Dio alla scoperta del nuovo mondo della teologia biblica, dopo averlo liberato dalla schiavitù della Scolastica. E' un teologo troppo grande per poter essere rinchiuso nei limiti confessionali: in realtà egli appartiene a tutta l'ecumene cristiana: egli addita Cristo e l'Evangelo. Ogni cristiano, prima o poi, deve misurarsi con Lutero e, nell'attuale movimento ecumenico, più presto lo si fa, meglio è. Melantone è stato buon profeta: "Anche se è morto, Lutero vive". La Riforma Protestante è il grande evento rinnovatore che è all'origine della società moderna. Non è possibile comprenderlo appieno senza un adeguato approfondimento delle sue motivazioni, che sono religiose. Merito di questo libro è di spiegare chiaramente le grosse questioni ideologiche che stanno alla radice della Riforma, rendendole accessibili anche al non teologo.