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Il dono di un Salvatore
La Parola ? diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi? Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
ma il mondo non l?ha conosciuto?
ma a tutti quelli che l?hanno ricevuto egli
ha dato il diritto di diventar figli di Dio?
Infatti, dalla sua pienezza noi tutti abbiamo
ricevuto grazia su grazia.
(Giovanni 1:14, 10, 12 e 16)
Stava per iniziare? il piano di Dio per l?umanit?, concepito nelle sale del cielo e messo in atto sulle pianure della terra. Soltanto la santit? avrebbe potuto immaginarlo. Soltanto la divinit? avrebbe potuto porlo in essere. Soltanto la giustizia avrebbe potuto renderlo duraturo. E una volta che il piano avrebbe avuto inizio, non sarebbero stati possibili ripensamenti. Il Creatore lo sapeva. Il Figlio lo sapeva. E presto la terra stessa sarebbe stata testimone della maest? celeste giunta a illuminare la terra.
Capitolo 1
Ebbe inizio in una mangiatoia
Accadde tutto in un momento memorabile? un momento come nessun altro. Perch? in quel segmento di tempo avvenne qualcosa di spettacolare.
Dio divenne un uomo. La divinit? arriv?. Il cielo si apr? e pose il suo cittadino pi? prezioso in un ventre umano. L?onnipotente divenne in un istante carne e sangue. Colui che era pi? esteso dell?universo divenne un microscopico embrione. E colui che sostiene il mondo con una parola scelse di dipendere dal nutrimento di una giovane donna.
Dio si era avvicinato.
Non venne come un lampo di luce o un conquistatore inavvicinabile, ma come uno i cui primi vagiti furono uditi da una contadinella e da un carpentiere dormiente. Maria e Giuseppe non avevano nulla di regale. Eppure Dio affid? a questi semplici genitori il suo tesoro pi? grande. Ebbe inizio in una mangiatoia, questo momento decisivo nel tempo. Non faceva assolutamente pensare a un re. Il suo viso era arrossato. Il suo pianto, quello impotente e penetrante di un neonato dipendente.
La maest? in mezzo alla campagna. La santit? in mezzo al letame delle pecore. Quel neonato aveva presieduto la nascita dell?universo. Gli stracci che lo tenevano al caldo erano state le vesti dell?eternit?. La stanza d?oro del trono era stata abbandonata in favore di un sudicio recinto per le pecore. E gli angeli in adorazione erano stati sostituiti da pastorelli di buon cuore ma disorientati.
Singolare questa stanza del trono. Non c?erano tende a ornare le finestre. I cortigiani non indossavano abiti di velluto. Nessuno scettro d?oro, n? una corona scintillante. Singolari i rumori nella corte. Mucche intente a ruminare, scalpiccio di zoccoli, il canto sommesso di una madre, un bimbo che essa allatta.
Avrebbe potuto avere inizio dovunque, la storia del re. Ma ebbe singolarmente inizio in una mangiatoia. Avvicinati all?entrata, getta uno sguardo dalla finestra.
Egli ? l?!
Capitolo 2
Un giorno per dire addio
Giunse per Ges? l?ora di andare. La bottega di carpentiere era stata la sua casa, il suo rifugio. Era venuto per dire addio, per sentire ancora una volta l?odore della segatura e del legno.
La vita era tranquilla qui. Era sicura. Qui aveva trascorso innumerevoli ore di contentezza. Su questo pavimento sudicio aveva giocato da piccolo mentre suo padre lavorava. Qui Giuseppe gli aveva insegnato a impugnare un martello. E su questo banco di lavoro aveva costruito la sua prima sedia.
Fu qui che le sue mani umane diedero forma al legno che le sue mani divine avevano creato. E fu qui che il suo corpo matur? mentre il suo spirito attendeva il momento giusto, il giorno giusto.
E ora quel giorno era giunto.
Mi chiedo se avrebbe preferito restare.
Me lo chiedo perch? so che aveva gi? letto l?ultimo capitolo. Sapeva che i piedi che l?avrebbero portato fuori dall?ombra sicura della bottega di carpentiere non gli avrebbero dato riposo finch? non sarebbero stati trafitti e inchiodati su una croce romana.
Perch? sai, non era costretto ad andarsene. Poteva scegliere. Poteva restare. Avrebbe potuto ignorare la chiamata o almeno rimandare la partenza. E se avesse scelto di restare? Chi ne avrebbe saputo niente? Chi gliene avrebbe fatto una colpa?
Sarebbe potuto tornare in forma di uomo in un?altra epoca in cui la societ? non sarebbe stata cos? instabile e la religione cos? stantia e la gente pi? disposta ad ascoltare.
Sarebbe potuto tornare quando le croci sarebbero uscite di scena.
Ma il suo cuore non glielo permise. Se c?era esitazione nel suo lato umano, fu sconfitta dalla compassione della sua divinit?. La sua divinit? udiva le voci. La sua divinit? udiva le grida disperate dei poveri, le accuse gonfie di amarezza dei reietti, l?incombente smarrimento di coloro che cercano di salvare s? stessi.
E la sua divinit? vide i volti. Alcuni corrugati. Altri percorsi dalle lacrime. Altri ancora celati dietro un velo. Certuni offuscati dalla paura. Alcuni mossi da una ricerca sincera. Altri vuoti di noia. Dal volto di Adamo al volto del bambino nato da qualche parte nel mondo mentre leggi queste parole, egli li vide tutti.
E puoi essere certo di una cosa. Tra le voci che si fecero strada in quella bottega di carpentiere a Nazareth c?era la tua voce. Le tue preghiere silenziose, appena sussurrate su cuscini macchiati di lacrime furono udite prima di essere pronunciate. I tuoi pi? profondi interrogativi sulla morte e sull?eternit? trovarono risposta prima di essere posti. E il tuo bisogno pi? estremo, il bisogno di un Salvatore, fu soddisfatto prima che tu avessi mai peccato.
E non soltanto egli ti sent?, ma ti vide anche. Vide il tuo volto coperto di vergogna la prima volta in cui cadesti. Lo stesso volto che ti ha guardato dallo specchio questa mattina, guard? lui. E fu sufficiente per ucciderlo.
Part? a causa tua.
Depose la sua sicurezza con il suo martello. Appese la sua tranquillit? al piolo con il suo grembiule di lavoro. Chiuse le persiane al sole della sua giovinezza e serr? la porta alla comodit? e all?agiatezza dell?anonimato.
Poich? avrebbe potuto sopportare i tuoi peccati pi? facilmente del pensiero della tua disperazione, scelse di partire.
Non fu facile. Ma fu amore.