Il volume, che riunisce sette saggi recenti, testimonia dell'appassionante impegno di tutta una vita dell'autore nel dialogo cristiano - ebraico, e pronuncia finalmente le parole forti e radicali che da decenni coloro che credono in questo dialogo desideravano sentire. Il coraggio di denunciare nella teologia e nella cristologia di eminenti teologi cristiani moderni la presenza di quell'"antigiudaismo" cristiano da cui è sorto l'antisemitismo e l'estrema, dolente sincerità nel riconoscere ciò che i cristiani "avrebbero dovuto dire, ma non dissero" contrappuntano l'impostazione proposta dall'autore: un'impostazione che sa di poter osare il dialogo con il partner ebreo solo "alla luce della Shoah" e solo nella ferma determinazione di voler elaborare una ferma autocomprensione cristiana che mai più si traduca in un'espropriazione: espropriazione dell'elezione d'Israele, della Bibbia ebraica, del titolo di "popolo di Dio" ecc. Una svolta, soprattutto per il pubblico italiano.