Più che in altre epoche, per Daniel Marguerat oggi è indispensabile ritagliare con regolarità spazi di meditazione dalla vita frenetica che conduciamo, concentrarsi su di sé e porsi davanti a Dio. Pregare non è, infatti, tanto parlare a Dio, quanto essere, stare di fronte a lui, lasciando, come mostrano le neuroscienze, che la preghiera ci trasformi interiormente.
Unendo un’accurata lettura dei testi biblici alla ricerca del loro senso teologico, in queste pagine Daniel Marguerat intende riflettere sul senso del pregare e su questioni di fondo quali: Perché pregare? Quale Dio preghiamo? In che modo siamo esauditi?
«È stato Dio, e nessun altro, a salvare il mondo. Il mondo, però, deve volerlo, desiderarlo. La preghiera serve a questo: lasciare che Dio venga in noi e operi in noi la sua salvezza. Pregare è vivere al suo cospetto, essere aperti a Lui. Divenire poco alla volta figli e figlie del Padre. Io non potrò essere salvato mio malgrado. La preghiera è il “sì” rivolto a Dio che lo autorizza a trasformarmi».
Daniel Marguerat