Il primo teologo «politico» a esprimere «da sinistra» una critica della Riforma luteranaPer Lutero, l'uomo che «sotto il nome di Dio ha parlato e agito a nome del demonio»Il teorizzatore della sovranità popolare e del diritto di resistenza al principeIl volume raccoglie e presenta i principali scritti del periodo compreso tra l'autunno 1521 e la primavera 1525 del «profeta del cristianesimo rivoluzionario», fondatore dell'anabattismo e sostenitore di un marcato radicalismo sociale, il cui pensiero resta nodo teologico e politico cruciale per la Riforma protestante.
Tale arco cronologico si estende dall'anno della separazione di Müntzer dalla Riforma luterana, per la lettura escatologico-sociale, all'anno della sconfitta a Frankenhausen della lega contadina - che reclamava l'abolizione della servitù della gleba e la distribuzione delle terre confiscate al clero in nome di una società egualitaria e senza vincoli feudali - con conseguente esecuzione dei suoi capi, Müntzer incluso.Un pensiero che si può riassumere con parole müntzeriane di immutata attualità: «È la più grande atrocità sulla terra che nessuno si prenda cura di coloro che sono in distretta, sicché i potenti fanno ciò che vogliono, com'è scritto in Giobbe 41».
L’intero popolo deve avere il potere della spada... I prìncipi non sono i signori ma i servitori della spada; essi non devono fare ciò che gli aggrada ma ciò che è giusto. Perciò bisogna che il popolo sia presente quando si giudica secondo la legge di Dio. E perché? Qualora le autorità intendessero pervertire il giudizio, allora i cristiani che le stanno intorno devono impedirlo e non tollerarlo, poiché si dovrà rendere conto a Dio del sangue innocente (Thomas Müntzer).