L'epistola ai Galati è stata paragonata a dinamite spirituale. E' quasi impossibile maneggiarla senza provocare esplosioni, o leggerla rimanendosene tranquillamente distaccati da quel messaggio. Ogni sua affermazione è un attacco sferrato alla superficialità, un pungolo allo spirito di controversia. Che cos'è, allora, l'epistola ai Galati? E' una dichiarazione del vangelo in cui si rifiuta di ammettere che la salvezza possa dipendere da altra cosa che non sia l'opera compiuta a favore dell'uomo indifeso e impotente dall'Iddio Onnipotente, e che possa essere goduta altrimenti che per fede, essa stessa dono di Dio; e in quel rifiuto vi era un grido di rivendicazione della libertà del Cristiano. Essa è anche un appello appassionato alle comunità di riconoscersi e accettarsi reciprocamente, di aver fiducia l'una nell'altra, una fiducia simbolizzata non da un'ordinazione supplementare, ma dall'offerta della "mano d'associazione". La lettera ai Galati è certamente polemica - osserva l'autore di questo commentario - e non si può evitare nell'esporne il contenuto di fare della controversia, tanto più che le questioni trattate sono problemi scottanti anche ai nostri giorni. Le parole di Paolo ci suonano dure; ma se è davvero questo il messaggio che l'Epistola ai Galati ha per la nostra epoca, il negarglielo sarebbe a nostro rischio e pericolo.