Diario di un ragazzo come tanti coinvolto in un pauroso incidente stradale. Tre anni di dure sofferenze e profonde riflessioni per tornare a vivere. "Una ricostruzione attraverso il linguaggio, quella che compie il giovane vincitore di questa edizione [del Premio Pieve Miglior Diario dell'Anno 2002], che ricompone pezzi della propria esistenza rielaborando, passo passo, la memoria del linguaggio, del cibo, della sua intera vita che gli è stata riconsegnata in mano. Deve tornare a vivere senza fretta ma con una maggiore consapevolezza. La stessa che permette al linguaggio di mutare e di trasferirsi come il suo corpo, violentato dall'incidente. La rinascita ed il rispetto per il dono della vita. Due elementi che fanno di questo testo semplice e diretto, giovane e spontaneo, un prezioso elemento..." (Corriere della Sera", 16 settembre 2002) L'autore racconta i tre anni di dure sofferenze e riflessioni per "tornare a vivere", per ridare senso a un'esistenza radicalmente mutata dal dramma: un percorso di crescita consapevole attraverso la sofferenza. I titoli dei capitoli: I mesi prima; Pochi giorni prima; Il giorno prima; Anestesia e rianimazione (Sogno (?!?), Mattina, Capodanno, Il tempo scorre. Via... Di nuovo... Verso la fine... Piano piano... Aspettando il mondo dei vivi... Fuori); Cardiochirurgia; CTO; Malattie infettive; Centro di riabilitazione funzionale (La strada); A casa (quasi tre anni... La rincorsa... Dopo... 21 Dicembre 1999: Addio per sempre, torno a vivere).Andrea Moretti, nato ad Arezzo nel 1977, è stato vittima di un gravissimo incidente stradale che lo ha reso invalido al 50%. Attualmente lavora come operatore informatico per un gruppo bancar