Il discepolato celeste
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Una risposta biblica e una guida pratica per i cristiani impegnati. Viviamo in tempi difficili e molti potranno trovare aiuto se rispettiamo la presa di posizione di Cristo: “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli”. Questo libro diventerà una realtà pratica e un nuovo stile di vita. Il mondo è pieno di parole, parole e parole, eppure ha bisogno soltanto di fatti.
ISBN: 9788880772316
Producer: Editrice Uomini Nuovi
Product Code: 9788880772316
Weight: 0,350kg
Binding: Brossura
Language: Italian

Sample chapter

Capitolo 1

DISCEPOLATO CELESTE

Mondano opposto a celeste

Oggi nella Chiesa ci sono due forme di discepolato. Il programma predominante enfatizza quello che si può ottenere con duro lavoro e manipola la persona mediante un senso di colpa indotto dalla osservazione costante degli altri e dei loro successi che li fanno considerare arrivati. L’approccio che meno viene utilizzato insegna quello che un credente già possiede, pone l’enfasi su quelle cose che possono essere sperimentate mediante l’opera di Dio oggi e muove all’azione mediante la comprensione dell’amore e della compassione di Dio. è molto triste che, fra i cristiani, regni il primo tipo di approccio.
è utile esaminare le differenze fra questi approcci al discepolato. Nel primo il successo è determinato da grandi cose ottenute e queste sono giudicate secondo questi parametri: grandi numeri di decisioni individuali, edifici imponenti, donazioni, programmi e frequenza. Individualmente contano i passi ritenuti a memoria, l’osservanza delle regole, i livelli di separazione, la sottomissione ottenuta e l’attaccamento alla struttura. Le parole che riecheggiano sono: esaltazione, superiorità e autorità, non eguaglianza. Il discepolato assomiglia a uno stampo che può fare pappagalli di coloro che sono ritenuti superiori nella disciplina, ma la mano amorevole di Dio nella vita dei deboli, degli sconfitti e dei falliti non viene mai presa in considerazione. E non viene neppure considerato il desiderio di rivolgersi a Dio mentre non si riceve nulla o l’offerta di una parola gentile quando si viene criticati o incompresi o la capacità di amare coloro che non sono amabili, atteggiamento che viene solamente auspicato. Si preferisce un libro di appunti pieno e una testa piena di conoscenza a un cuore che è pieno fino a traboccare; la conoscenza della Bibbia è più importante della conoscenza del suo autore. La legge della terra e per la terra ha maggior valore della grazia che ha origine nel cielo. I discepoli sono equipaggiati solo per vedere quali passi debbano fare per assicurarsi Dio, ma rimangono ignoranti riguardo all’opera che Dio ha fatto per assicurarsi loro. Viene insegnato loro continuamente come debbano cambiare, ma non hanno aiuto per conoscere il segreto di come espandere la vita di Dio che è già in loro. Questi discepoli sono legati dal confronto costante e non si godono mai la loro giovinezza nel Signore. Anima e spirito non sono divisi e quindi sono indotti a pensare che il grande talento, l’intelletto e le capacità possano equiparare la potenza spirituale che ci rende graditi a Dio. La crescita lenta, costante e naturale viene abbandonata per gettarsi su ogni appuntamento che assicura crescita istantanea. Coloro che insegnano fissano i parametri per il successo nel cammino con Dio dei partecipanti e usano le loro esperienze e le loro mete raggiunte, come esempio. Tante sono le vittime del discepolato legalistico e mondano.
Il discepolato mondano, per definirlo in breve, vuole persuadere i figli di Dio a usare formule mondane per diventare spirituali. Paolo definì questo atteggiamento un ritorno alla Legge e non trattò l’argomento in modo leggero “O Galati insensati, chi vi ha ammaliati, voi, davanti ai cui occhi Gesù Cristo è stato rappresentato crocifisso? Questo soltanto desidero sapere da voi: avete ricevuto lo Spirito per mezzo delle opere della legge o mediante la predicazione della fede? Siete così insensati? Dopo aver cominciato con lo Spirito, volete ora raggiungere la perfezione con la carne?” (Galati 3:1-3).
Camminare nella carne significa camminare con lo spirito, l’anima (mente, volontà, emozioni) e il corpo sotto il controllo e l’influenza di qualcosa di diverso da Dio. Questa è la condizione dell’orgoglio e fu su questo punto che caddero Adamo ed Eva. L’orgoglio disprezza la dipendenza; l’orgoglio vuole risposte senza un rapporto e vuole indipendenza e sicurezza mediante l’intelligenza. L’albero della conoscenza del bene e del male sembrò aver permesso di raggiungere il sogno dell’orgoglio. Per i nostri antenati sembrò che l’identità non dovesse più essere basata su colui che voleva camminare con loro nel suo amore, ma sulle loro abilità; nella mente sarebbero stati uguali a Dio. Le loro azioni permisero che l’inferno entrasse sulla terra e l’uomo diventò un nulla quando perse la gloria di non avere altri che Dio. La storia continua a raccontare la storia dei tentativi fatti dagli uomini per riempire il vuoto con ogni possibile esibizione di carnalità e di orgoglio. Mediante la conoscenza, il potere e il talento, l’uomo cercò di elevarsi fino al trono di Dio e al di sopra dei suoi simili; di camminare attraverso la vita afferrando ogni cosa disponibile per riempire la sua borsa vuota, pensando che, una volta riempita la borsa, sarebbe arrivato, mettendo in mostra le sue vittorie e confrontandosi con i deboli e gli ignoranti. Mediante l’intelligenza, la ricchezza e il potere avrebbe fatto nascere l’adorazione degli altri.
Il discepolato mondano si conforma ai desideri descritti qui sopra: alla carne. Generalmente, il discepolato oggi è straordinariamente simile allo schema piramidale presente nel mondo degli affari e del mercato e include persino tutte le trappole del professionalismo. Coloro che hanno una borsa piena stanno sulla cima della piramide, pubblicizzano le loro merci e proclamano i loro segreti per il successo (Memorizzazione della Scrittura, testimonianza, evangelismo, testi greci, audacia, conoscenza, visioni, guarigioni, viaggi, imprigionamenti, discepolato, autorità, liberazione, cura d’anima e così via). Immancabilmente tutto questo ha la seguente premessa: “Dio mi ha cercato; io non volevo avere successo, me lo ha fatto raggiungere lui; lui me lo ha detto; me lo ha rivelato in modo davvero straordinario”. Questa, naturalmente, è un’umiltà boomerang. Inizialmente la gloria va a Dio, ma rapidamente ritorna sulla persona e lì si stabilisce trasformandosi in orgoglio. Tali affermazioni sono calcolate per escludere ogni domanda che possa inficiarne la validità. Diventa dolorosamente ovvio al credente debole che sta ai piedi della piramide che inferiorità, lotta e fallimento hanno le loro radici nella mancanza di una valigia piena. I professionisti hanno reso molto chiaro il concetto che il cristianesimo funziona per loro perché hanno qualcosa che gli altri non hanno. Orgoglio e carnalità rendono facile il reclutamento per i programmi di discepolato mondano. Il futuro discepolo ascolta e pensa: “Io ho Cristo, ma, in confronto agli altri, sono incompleto”. Con questa ammissione, il discepolo comincia a scalare la vetta arrampicandosi lentamente, in modo arido, afferrandosi di qua e di là nella speranza di imitare il cosiddetto successo di altri. Tutti coloro che partecipano a questa dolorosa escursione si accorgono, quando raggiungono il traguardo, che non c’è alcuna frescura. Proprio come sulla cima delle grandi Piramidi di Egitto non c’è altro che vento! Vento secco e caldo, senza una goccia d’acqua. Che tonfo; che delusione!
Il discepolato basato sui metodi e sui sistemi ricorda i profeti di Baal in 1 Re 18:26-29 quando cercavano di far scendere il fuoco sull’altare e offrivano danze cerimoniali, gridavano e si facevano incisioni. Ma non arrivò neppure una scintilla. I loro sforzi dimostrarono che questi profeti possedevano solo una formula, non il Dio vivente. Elia è completamente diverso, perché pregò affinché il fuoco consumasse l’altare dopo che lo aveva trasformato in un mucchio bagnato impossibile da bruciare. Elia aveva messo Dio prima del metodo. “Allora piombò il fuoco del Signore, e consumò l’olocausto, la legna, le pietre e la polvere, e prosciugò l’acqua che era nel fosso. Tutto il popolo, veduto ciò, si gettò con la faccia a terra, e disse: Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!” (1 Re 18:38-39). Il discepolato divino mette l’accento sull’opera di Dio, non sulle opere dell’uomo. Umiltà è riconoscere quello che non si ha e che solo Dio possiede. Orgoglio è confidare in ciò che si crede di avere.
Una coppia venne da me per ricevere insegnamento sul loro matrimonio, ma, prima che cominciassimo, mi fecero domande sull’ammontare della Scrittura che avevo memorizzato e questo fu seguito da un dettagliato riassunto dei passi che loro avevano imparato. Espletate tutte queste formalità, chiesi loro quale fosse il problema. “Ci lasciamo andare, litighiamo, ci diamo dei calci e ci lanciamo offese!” La mia risposta fu: “Spero che, mentre vi picchiate, citiate la Scrittura!” I metodi diventano con troppa facilità leggi e coloro che vivono secondo la legge si mettono sempre al di sopra della legge. Alla legge, però, manca potenza, mentre la vita è potenza. Questa coppia provò che, quando ci si fida di un metodo, questo viene messo davanti a Dio e diventa una legge che produce orgoglio, anche se è incapace di aiutare. Le tecniche non producono mai la scintilla necessaria.
Quando feci scendere un carissimo fratello indiano all’areoporto, le sue parole, prima di andarsene, furono: “Michael, c’è molto di più della buccia”. E, dopo aver detto questo, se ne andò. Risi fra me mentre me ne andavo e pensai: “Chissà che cosa ha davvero voluto dire?” Solo nove mesi più tardi, mentre dibattevo su un punto teologico, quelle parole mi ritornarono in mente e ne afferrai il significato profondo. La buccia è bella, ma non è niente paragonata al frutto che ha vita e dà vita; il frutto ha la scintilla. Il discepolato mondano esamina solo la buccia. L’enfasi non deve essere posta sulla pace di Dio, ma sul Dio della pace, non sulla Parola di Dio, ma sul Dio della Parola; non sulla santità di Dio, ma sul Dio della santità; non sulla predicazione di Dio alle persone, ma sulla predicazione a Dio davanti alle persone! Il discepolato celeste è il frutto, non la buccia.
I cristiani professionisti amano giocare a scacchi spirituali fra di loro e per questo si incontrano, non gioiscono della comunione fraterna! Muovono le loro pedine di conoscenza, risultati ottenuti, lauree, combattono per la posizione, poi danno scacco matto e reclamano uno stato di superiorità. Ammetto di aver fatto tutto questo anch’io! Il cristianesimo avanzato è così semplice che i forti e gli intelligenti possono trascurarlo. Oggi c’è un grande bisogno di discepoli che siano stati istruiti nelle vie del Regno, non del mondo; l’enfasi mondana si è sottilmente infiltrata in quasi tutti gli aspetti del discepolato. Per questo prenderemo in esame molti degli insegnamenti di base. Ogni argomento è considerato tale; però, bisogna ricordare che un discepolo perde la vita se toglie dalla stretta sicura delle verità di base quelle verità fondamentali con le quali ha cominciato.

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