Antonio Amico inizia giovanissimo la sua carriera artistica in qualità di animatore e fantasista. Forte di un umorismo coinvolgente e surreale, riesce a trasferire la sua allegria grazie ad un ricco bagaglio di tecniche (Antonio è infatti ventriloquo, prestigiatore ed intrattenitore multiforme).
L'attività artistica lo porta ad esibirsi su tutto il territorio nazionale, rivolgendosi particolarmente al pubblico dei bambini. In oltre venticinque anni, Antonio Amico si è esibito davanti a migliaia di bambini, intervenendo in teatri, manifestazioni, scuole, parchi gioco, nonché in numerosi passaggi radio televisivi, riscuotendo crescenti consensi.
Un'intensa attività che ha affinato non solo la sua capacità di comunicazione rivolta ai più piccoli, ma che svilupperà una sempre maggiore sensibilità nei confronti del mondo dell'infanzia, sino alla nascita de La Fionda di Davide, Associazione per la Tutela del Bambino, della quale è l'attuale legale rappresentante, istituendo fra l'altro, l'osservatorio sui contenuti proposti nei cartoni animati.
Antonio insegna anche tecniche dell'animazione in stage e seminari che hanno coinvolto migliaia di educatori, animatori, genitori ed insegnanti, sia in Italia che all'estero. Ha inoltre scritto articoli ed una serie di libri, collaborando con vari enti e case editrici.
Ecco una breve auto biografia dell'autore: Mi chiamo Filippo Tomassi, in arte “Toma”. Sono separato ed ho un meraviglioso figlio, Christian. Sono nei carabinieri da circa 30 anni. Da qualche anno ho cominciato ad avere una seria crisi di identità per il fatto che non riesco più a capire se faccio il carabiniere e nel tempo libero il fumettista o viceversa. Ed è un problema sai, perché quando mi capita qualche rapinatore e gli faccio BANG! Quello col cavolo che si spaventa
ora ho capito perché mi dicevano che era rischioso questo lavoro
eh? No, non quello del carabiniere, intendevo il lavoro del fumettista! Sono sempre stato appassionato di fumetti soprattutto come autore, nel 1989 feci un’esperienza con Dio che rivoluzionò la mia vita. Premetto che non ero una mammoletta o il tipico figlio di credenti che diventa cristiano per eredità o emulazione familiare. La mia vita passa per la banda giovanile verso i 13 anni, risse, furti di bici, motorini e auto, un miracoloso scampato arresto
e poi la parrocchia di borgata; le scuole superiori dove più che a diventare grafico pubblicitario veniva insegnata propaganda politica sovversiva. Erano i tempi in cui le Brigate Rosse ammazzavano un giorno si e uno no. Poi mi accorsi che ‘sti rivoluzionari di rivoluzionario non avevano nulla e così per spirito rivoluzionario mi arruolai nei carabinieri, dove guadagnavo meno delle Brigate Rosse; però devo anche ammettere che ammazzavo di meno, forse era per quello. Dopo una vita di illusioni e delusioni, crisi esistenziali e voglia di cambiare, arriva un incontro, quello si, davvero rivoluzionario; qualcuno mi parlò di Gesù, in un modo reale, diretto, direi fisico. Da allora non sono più riuscito a concepire una vita priva della presenza di Dio.