Vi presento oggi il libretto di Lutero dedicato al Padre nostro che è nuovamente disponibile nel nostro catalogo in una edizione con una nuova veste grafica. Lutero pubblicò questo breve testo nella primavera del 1519: scritto in tedesco, esso è espressamente destinato ai non religiosi, ai laici, il titolo originale tradotto recita: Spiegazione del Padre nostro in tedesco per i semplici laici. Nel frontespizio, a scanso di equivoci, si trovava la dicitura: «Non per dotti», per ribadire che si tratta di uno scritto di carattere divulgativo destinato a insegnare alle persone del popolo il significato della preghiera di Gesù e dunque il
significato della preghiera per il cristiano. Lutero teneva a sottolineare che per pregare Dio non è necessario fare molte parole, anzi troppe parole con poco senso sono un’abitudine «pagana» e non cristiana, una preghiera deve racchiudere «in sé quanto dice e significa» il Padre nostro: in esso infatti sono contenuti «ogni indulgenza, ogni beneficio, ogni benedizione e tutto ciò di cui l’uomo ha bisogno per il corpo e per l’anima». Un testo “piccolo” per la sua lunghezza dunque, ma molto “grande” per il suo significato e per il suo valore.
Poiché questa preghiera viene dal Nostro Signore, deve essere senza dubbio la preghiera più alta, la più nobile e la migliore; infatti se il pio e fedele Maestro ne avesse saputa una migliore, ce l’avrebbe anche insegnata.
Ciò non vuol dire che siano cattive tutte le altre preghiere che non hanno queste parole – perché prima della nascita di Cristo molti santi che hanno pregato non avevano udito queste parole –, ma che devono essere sospette tutte le altre preghiere che non intendono o non racchiudono in sé quanto dice e significa questa preghiera. [...] In esso v’è in sovrabbondanza ogni indulgenza, ogni beneficio, ogni benedizione e tutto ciò di cui l’uomo ha bisogno per il corpo e per l’anima, quaggiù e lassù; e sarebbe meglio che tu preghi un Padre nostro col desiderio del cuore e nel senso espresso dalle parole per migliorare la tua vita, piuttosto che lucrare l’indulgenza di tutte le preghiere (M. Lutero).