L’elaborazione della dottrina della predestinazione, di derivazione agostiniana, è il lascito più problematico della Riforma del XVI secolo; essa ha continuato a far discutere e a dividere i cristiani e ha stimolato le più grandi menti (K. Barth, per esempio) nel tentativo di trovare una soluzione.
La “doppia” predestinazione (a salvezza e a dannazione) è poi la variante più cruda di questo laboratorio teologico; in esso mistero, certezze e ansietà delle varie epoche storiche si confondono e vengono proiettati sulla lettura del testo biblico. A volte la predestinazione risulta una funzionale arma ideologica per dividere e imperare sulla chiesa.
I due articoli che qui presentiamo in un’unica pubblicazione hanno il merito di attirare l’attenzione dei lettori, e dei tifosi e dei detrattori, sul problema di quali e quante siano le autentiche basi bibliche di questa dottrina.