L'attuale interpretazione cristiana delle Scritture è spesso viziata da teologie che si sono "stratificate" sul testo biblico, conferendogli un senso diverso dall'intento originale dell'autore.
Non sempre è così, ma molte volte ciò può portare all'elaborazione di dottrine che vengono accettate senza una disamina sistematica e approfondita. Una volta acquisiti, è difficile scardinare certi pregiudizi che ormai si sono cristallizzati a tal punto da diventare dei dogmi.
Tra i tanti, troviamo il caso della Torah. I cristiani la considerano una "legge" di esclusivo appannaggio di Israele, perché ritengono che la fede neotestamentaria l'abbia relegata in un passato che non appartiene loro. Infatti, una delle convinzioni più diffuse, è che il Nuovo Testamento abbia sostituito del tutto l'Antico e, perciò, la Torah non avrebbe più alcun valore perché Cristo l'ha abolita.
In questo libro, Marco Distort - mediante un sistematico esame dei testi e del pensiero biblico nella sua totalità - dimostra l'inconsistenza di molti luoghi comuni che si sono consolidati nella teologia e nella prassi cristiane, quali le dicotomie tra Antico e Nuovo Testamento, tra legge e grazia, tra fede e opere, tra libertà e ubbidienza.
Nel quadro unitario della Bibbia, l'autore mette in luce la stretta correlazione fra l'opera del Messia e la Torah, offrendo così un nuovo impulso per una vita di fede ubbidiente e consacrata.
Attraverso un percorso di studio che mette in luce la piena continuità della rivelazione, dalla Genesi all'Apocalisse, l'obiettivo di questo lavoro è quello di far comprendere il valore inestimabile della Torah e la sua straordinaria attualità anche per il nuovo patto.
Pagina dopo pagina, il lettore viene condotto lungo il sentiero della volontà di Dio e scoprirà che persino i suoi insegnamenti più antichi illuminano il cuore di chi vuole vivere ancora oggi nella verità in modo integro, giusto e santo.
Il valore della Torah tra Antico e Nuovo Patto è il secondo volume della trilogia Tornare sulla via.