Nell'Occidente secolarizzato, siamo in presenza sia di una spinta di altre forme di convivenza rispetto al matrimonio sia del tentativo della ridefinizione stessa del matrimonio. Mentre vi sono sempre state situazioni di fatto che fuoriscivano dal matrimonio così concepito, ora, oltre a fornire una legittimazione di diritto alle seconde, si vuole anche decostruire l'assetto del primo.
Non è facile per l'etica cristiana navigare in questo mare agitato nella fedeltà al suo compito e senza andare a sbattere di qua e di là. Sicuramente, essa non può svendere l'istituto del matrimonio tra un uomo e una donna, quasi che fosse un prodotto, tra i tanti, dell'evoluzione sociale dell'umanità. Non può nemmeno chiudere gli occhi davanti alla realtà mutante della società, nella consapevolezza però che, salva fatta la libertà degli individui, non tutte le formazioni sociali hanno eguale rilevanza sociale e che quindi lo Stato laico ha interessi differenziati rispetto ad esse. Il tema delle unioni civili mette alla prova la capacità di onorare gli ordinamenti della vita creata nella particolarità della condizione storica vissuta. Non si tratta quindi di accodarsi alle schiere dei progressisti o dei conservatori sociali, ma di promuovere una visione morale che onori il matrimonio e faccia i conti con il pluralismo contemporaneo nelle sue legittime istanze.
Il tema è quindi di primaria importanza.