Nel 1996, La scatola nera di Darwin aiutò a lanciare il movimento dell’Intelligent Design: la teoria secondo cui la natura esibisce prove di una progettualità che va al di là della casualità darwiniana. Ne scaturì un dibattito sull’evoluzione a livello nazionale, che continua ad intensificarsi. Tanto per i sostenitori della teoria, quanto per i suoi detrattori, La scatola nera di Darwin rappresenta il testo fondamentale dell’Intelligent Design, quello che illustra al meglio il ragionamento che deve essere affrontato per poter determinare se l’evoluzione darwiniana sia sufficiente a spiegare la vita come la conosciamo. In una importante, nuova postfazione a questa edizione, Behe spiega che la complessità scoperta dai microbiologi è cresciuta in maniera notevole, negli anni trascorsi dalla prima pubblicazione di questo libro. Questa complessità rappresenta una continua sfida al darwinismo, e gli evoluzionisti non hanno avuto successo nei loro tentativi di spiegarla. La scatola nera di Darwin è, oggi, più importante che mai. «Secondo Behe e il Discovery Institute di Seattle il Disegno che regge la realtà, cosmica o chimica, minerale o vitale, è “intelligente” (Intelligent Design o ID): è Disegno in quanto è intelligente. A differenza che nel neo-darwinismo, che considera l’uomo una specie come un’altra, l’uomo e la sua mente hanno certamente una parte centrale nell’Intelligent Design. La “intelligibilità” del Disegno è il suo tratto fondamentale. Essa stabilisce un parallelismo tra il Macrocosmo e il Microcosmo, tra il pensiero universale e il pensiero nella nostra mente. C’è dunque, nei sostenitori dell’ID, l’aspirazione dell’uomo al ritorno alla signoria della Natura, da cui il neo-darwinismo lo ha estromesso, facendone un caso tra tanti; c’è una nostalgia del Dio, che una Gnosi spuria ha esiliato dal mondo (Ennio Innocenti, 2003). Tra l’uomo e l’universo esiste una misteriosa complicità: la realtà dispone il suo ordito su cui si svolgono le trame dell’umana intelligenza. Ci sono problemi di ardua soluzione, altri che sono intrinsecamente insolubili (quanto meno con i solventi della corrente razionalità). Tra questi domina il problema della complessità della vita, che non può spiegarsi con una gradualità progressiva, perché non è il risultato ultimo di un lunghissimo processo: è presente all’inizio, in una ermetica “scatola nera”». (Giuseppe Sermonti, dall’Introduzione all’edizione italiana).