Il lungo ministero di un pastore valdese che ha affiancato la predicazione alla scrittura e all’organizzazione culturale si sviluppa per alcuni decenni e si esprime in diversi generi letterari: sermoni, articoli di attualità, studi biblici, relazioni per incontri giovanili.
Ne deriva un itinerario che permette di riconoscere alcuni temi costantemente all’attenzione dell’autore: la necessità di costruire e rafforzare continuamente la chiesa, e la necessità che ogni individuo formi se stesso alla luce della Parola biblica, strumento che ci permette di vagliare criticamente ogni intrapresa o schema ideologico con cui giornalmente ci confrontiamo.
«Io dico che se non si prega non si diventa uomini e credenti; non perché Dio ti faccia diventare diverso in quel momento, ma perché senza quella disciplina non cresci, non irrobustisci la tua vita, non puoi dare spessore al tuo esistere; resti un foglio di carta, interessante e bello da leggere, ma sottile, che strappi con un colpetto d’unghia.
È per te che preghi, non per Dio, e quella verifica, che fai confrontando i tuoi progetti e le tue delusioni, le tue frustrazioni ed i tuoi slanci con l’Evangelo ti fa essere altro. Parli al buio e nel buio, certo, e l’ipotesi che non ci sia nessuno ad ascoltare all’infuori di te stesso è un’ipotesi reale, nessuna voce ha mai risposto alla preghiera di un credente, ma il pregare è costitutivo del mestiere della fede proprio perché è un fare che non è prassi».
- Giorgio Tourn