La divulgazione del vangelo nel mondo non rappresenta l’obiettivo primario della Chiesa. Lo scopo primario è l’adorazione di Dio. L’evangelizzazione è necessaria perché mancano persone che adorano Dio. Primaria è l’adorazione, non l’evangelizzazione, perché Dio è il valore più grande nell’universo, non l’uomo.
Alla fine di questa età presente, quando una folla innumerevole di redenti si prostrerà davanti al trono di Dio, non ci sarà più bisogno di evangelizzare. La divulgazione del vangelo è una necessità temporanea, mentre l’adorazione è per sempre.
L’adorazione di Dio, perciò, è al contempo la forza propulsiva e l’obiettivo finale dell’evangelizzazione. È l’obiettivo finale perché con essa non ci proponiamo altro che portare i popoli del mondo nella gioia profonda della gloria di Dio, ovvero a gioire nella grandezza di Dio.
“Il Signore regna; esulti la terra e gioiscano le numerose isole” (Salmo 97:1).
“Ti lodino i popoli, o Dio, tutti quanti i popoli ti lodino! Le nazioni gioiscano ed esultino” (Salmo 67:3-4).
L’adorazione di Dio, però, è anche la forza propulsiva dell’evangelizzazione. La passione che proviamo nell’adorare Dio deve precedere l’evangelizzazione con la quale testimoniamo di Dio al mondo. Non si può onestamente dire agli altri di far proprio ciò che non si apprezza personalmente. I missionari non esclameranno mai: “Le nazioni gioiscano!”, se prima non potranno dire di cuore: “Io esulterò nel Signore… Mi rallegrerò ed esulterò in te, salmeggerò al tuo nome, o Altissimo” (Salmo 104:34; 9:2).
Se la ricerca della gloria di Dio non è prioritaria rispetto alla ricerca del bene dell’uomo e dei bisogni della Chiesa, l’uomo non sarà veramente benedetto e Dio non sarà adeguatamente onorato. Non sto dicendo che dobbiamo ridurre l’impegno evangelistico, ma che dobbiamo magnificare Dio. Quando la fiamma dell’adorazione di Dio arderà con il calore del reale valore di Dio, la luce del vangelo risplenderà fino a raggiungere i popoli più ottenebrati della terra. E quanto desidero che venga quel giorno!