L’etica non è mai stata insensibile all’intreccio tra tecnologia e comunicazione. Di solito, lo ha considerato uno spazio in cui esercitare il discernimento responsabile. Il problema attuale è che questo intreccio si è trasformato. Internet è un mondo di per sé, un universo in espansione, una rete complessa e tendenzialmente autoreferenziale. L’etica si trova allora in imbarazzo. Gli schemi collaudati del passato non funzionano in automatico. Internet è più di una tecnologia e più di un mezzo di comunicazione. E’ il simbolo di una nuova cultura della comunicazione: tecnologica, virtuale, trasversale, … con i suoi addentellati ideologici, antropologici e sociali. Più di altri figli e figliocci della tecnologia contemporanea, Internet sembra essere refrattario ad un’interrogazione da parte dell’etica e, più che questo, ad una proposta di cambiamento in vista della responsabilità morale. Di fronte alle novità che intrigano ed inquietano, si è soliti procedere per polarità opposte: i decantatori e i detrattori; gli ottimisti e i pessimisti; gli entusiasti e i catastrofisti. Sarebbe facile schierarsi all’interno di questo bipolarismo ideologico e suonare la fanfara delle “magnifiche e progressive” potenzialità di Internet, oppure accordarsi alle cassandre di turno. L’etica cristiana ha una vocazione un po’ più articolata: si tratta di rispondere creativamente e fedelmente al mandato di abitare il mondo, trasformandolo in vista del regno di Dio. Anche qui, la figura del triangolo situazioni-norme-soggetti può aiutare. Infatti, fare i conti con la realtà di Internet è il suo compito: la situazione deve essere compresa il più possibile. Illuminare la rete con la Parola di Dio è il suo impegno: le norme devono essere richiamate ed elaborate. Formare persone che navighino responsabilmente è la sua vocazione: i soggetti devono essere educati. Ogni lato del triangolo concorre a determinare la spendibilità dell’etica cristiana, ma è solo nella costante integrazione tra loro che l’etica può dire qualcosa. Altrimenti è meglio che taccia.