Vita ad alta definizione
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Dal bello della vita al meglio di Dio

 
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Che cosa desideri nel profondo del tuo cuore?E di che cosa finisci per accontentarti?Con avvincente semplicità Luis Palau ti aiuta a colmare il varco e passare da una vita “abbastanza buona” a una vita al massimo, traboccante di amore, di significato e di speranza.Vita ad alta definizione è scegliere il meglio assoluto di Dio. Prendendo in esame dieci aspetti fondamentali della vita, Luis Palau ti guida per mano dai piaceri passeggeri alla felicità genuina, dalle conquiste momentanee al successo duraturo, dall’attività frenetica al significato autentico. Con il suo tipico stile scorrevole ti mostra come sperimentare un appagamento che pensavi di non poter raggiungere.
ISBN: 9788880772910
Producer: Editrice Uomini Nuovi
Product Code: 9788880772910
Dimensions: 150 x 100 x 12 mm
Weight: 0,310kg
Binding: Brossura
Number of pages: 220
Language: Italian

Sample chapter

Capitolo 1

Una festa nel cuore

Piacere o felicit??

?Tu m?insegni la via della vita; vi son gioie a saziet? in tua presenza; alla tua destra vi son delizie in eterno?. Davide, re di Israele (Salmo 16:11).

Pu? una semplice definizione immetterti su un percorso di vita disastroso?
Pu? farlo, se leggi il dizionario sbagliato.
Cerca, per esempio, la parola ?felicit?? nell?eccentrico dizionario redatto dal noto brontolone Ambrose Bierce ed ecco che cosa troverai:

Felicit?, s. f. Una sensazione gradevole suscitata dalla contemplazione delle sofferenze altrui.

Un luminare della letteratura decisamente superiore, William Shakespeare, ribalt? la definizione di Bierce, ma se ne venne comunque fuori con una visione deprimente della questione. Nella sua commedia Come vi pare scrisse: ?Oh, che cosa amara osservare la felicit? attraverso gli occhi di un altro!?
Com??, mi chiedo, che una cosa cos? attraente e desiderabile come la felicit? abbia avuto recensioni cos? negative? Come ha potuto un bene cos? universalmente agognato generare riscontri talmente tristi? Sarei pronto a scommettere che nozioni pessimiste come quelle citate vengano alla luce quando un uomo o una donna che cerca disperatamente la felicit? non riesce a trovarla.
Tutti vogliamo essere felici. Tutti vogliamo goderci la vita, divertirci e sperimentare le delizie dei piaceri che il mondo offre. Penso che la psicologa dr Joyce Brothers colga nel segno quando afferma: ?La vera felicit? ? ci? che rende la vita degna di essere vissuta. Eppure la felicit? pu? essere sfuggente, nonostante il fatto che sembriamo essere predisposti per essa?.
E come mai la felicit? ci sfugge cos? spesso? Anna Quindlen, giornalista vincitrice del premio Pulitzer e autrice del libro A Short Guide to a Happy Life (?Breve guida a una vita felice?), suggerisce che alcuni si perdono la felicit? semplicemente perch? non guardano. ?Credo che molti percorrano la propria esistenza come sonnambuli?, scrive, ?quando, se davvero aprissero gli occhi, si renderebbero conto di tutto quello che si sono persi?.
Per Quindlen il momento della chiarezza giunse all?et? di diciannove anni, quando sua madre mor?. Ella si riferisce a quegli anni come ?prima? e ?dopo? e dice che la morte di sua madre ?fu la linea di demarcazione tra una visione del mondo in bianco e nero e una a colori ad alta definizione. Si accesero le luci per la ragione pi? oscura possibile?.
La vera domanda che dobbiamo porci ? come possiamo aprire i nostri occhi e il nostro cuore alla felicit? genuina. Come possiamo passare da un mondo in bianco e nero a uno scoppiettante di tutti i colori dell?arcobaleno? Se Robert Louis Stevenson aveva ragione quando dichiar?: ?Non c?? dovere pi? sottovalutato del dovere di essere felici?, allora come possiamo diventare veramente felici?

Attenzione alle deviazioni

La via per la felicit?, ahim?, brulica di deviazioni. A volte ci perdiamo la vera felicit? perch? diventiamo confusi riguardo a ci? che ? realmente e quindi scegliamo la strada sbagliata. Altre volte rifiutiamo di accettare la felicit? quando si ferma accanto a noi. ? triste a dirsi, ma penso che molti cristiani abbiano imboccato entrambe queste strade dissestate.
Un giorno io e il mio amico inglese Nigel Gordon ci fermammo a un pub per pranzare. Sopra il camino di fronte al bancone c?era un?insegna con su scritto: ?Buona birra, buon cibo, buon divertimento?.
Ehi, pensai, suona quasi come i cristiani dovrebbero essere!
Ma non dire mai una cosa del genere a certi cristiani! Troppo spesso diamo l?impressione che seguire Ges? Cristo sia un?esperienza triste e che soltanto i tipi pi? cupi, accigliati, dall?aspetto di funzionari dei servizi segreti abbiano le carte in regola per il cristianesimo. Alcuni rifiutano persino ogni divertimento.
Quant?? terribile che Dio ci offra un unico stile di vita: meraviglioso, vittorioso, trionfante sul peccato, una vita ripiena dello Spirito Santo e con la sicurezza della vita eterna, eppure molti di noi non ne gioiscono veramente.
Qualche tempo fa mia moglie stava leggendo The God of All Comfort (?Il Dio di ogni consolazione?) di Hanna Whitall Smith, autrice di Il segreto per una vita cristiana felice (Edizioni Uomini Nuovi). Nel primo capitolo la Smith dichiara di aver scritto il libro spinta dalla feroce sfida sferrata alla sua fede da un agnostico. In sintesi le aveva detto: ?Sai perch? non prender? mai in considerazione Dio? Perch? i cristiani, secondo la loro religione, dovrebbero avere gioia e pace assolute, felicit? e vittoria. Eppure sembrano spesso gli individui pi? infelici del mondo?.
Purtroppo aveva quasi colto nel segno.
Anni fa tenemmo un raduno in una citt? dell?Europa occidentale che si rivel? uno degli incontri pi? deprimenti della nostra vita. La musica era funerea e uno spirito di tristezza sovrastava l?auditorium, eppure il raduno era condotto da una delle pi? insigni personalit? evangeliche di quella nazione. Non vedevo l?ora di esserne fuori. Quando risalimmo in auto e ripartimmo, ci rifiutammo persino di buttar gi? una Coca-Cola in quella citt?.
Ma quando la sete ebbe la meglio su di noi, cominciammo a cercare un posto dove fermarci. L?unico locale aperto in campagna sembrava essere un pub, perci? posteggiamo la nostra auto dietro l?edificio ed entrammo. Nemmeno il tempo di varcare la soglia che gli avventori riconobbero la nostra nazionalit? e sbottarono: ?Benvenuti, americani!? Qualcuno suonava la fisarmonica, altri percuotevano e strimpellavano altri strumenti, la gente rideva e batteva le mani e cantava mentre il fumo riempiva la stanza e tutto puzzava di alcol, ma ci venne persino offerto da bere come onorati forestieri. Noi accettammo? una Coca-Cola.
Che contrasto! Mi sentii molto pi? felice in quel bar che alla riunione cristiana.
Chi ci ha fatto credere che vestiti scuri, volti accigliati ed espressioni turbate denotino maggiore spiritualit? di un atteggiamento gioioso, felice, libero e contento nell?abbondanza? Non riesco proprio a immaginarmelo. Ma forse questo spiega perch? cos? tante persone respingono il cristianesimo: perch? sembra contrario al desiderio umano di felicit? e a ci? che io credo che Dio desideri per noi.

Il cuore gioioso di Dio

?Riuscite a immaginare come sarebbe se il Dio che governa il mondo non fosse felice?? chiede lo scrittore John Piper.

?Che cosa accadrebbe se Dio si lasciasse andare alle lamentele, al broncio e alla depressione come una sorta di gigantesco Jack della pianta di fagioli su nel cielo? (Il riferimento ? al personaggio della nota fiaba anglosassone Jack e la pianta di fagioli, nota anche come Jack e il fagiolo magico. N.d.T.). Che cosa accadrebbe se Dio fosse frustrato, scoraggiato, malinconico, triste, insoddisfatto e avvilito? Potremmo unirci a Davide e dire: ?O Dio, tu sei il mio Dio, io ti cerco dall?alba; di te ? assetata l?anima mia, a te anela il mio corpo languente in arida terra, senz?acqua? (Salmo 63:1)? Non credo proprio. Ci riferiremmo tutti a Dio come bimbi che hanno un padre frustrato, malinconico, triste e insoddisfatto. Non possono gioirne. Possono soltanto cercare di non infastidirlo e magari tentare di lavorare per lui al fine di ottenere qualche piccolo favore?.

Ma il Dio della Bibbia non ? cos?! Il Dio che rivela s? stesso nelle Scritture trabocca di gioia! Dio ? un Dio buono. Dio ? un Dio amorevole. Dio ? un Dio eternamente felice, la fonte di ogni delizia, e vuole che il volto dei suoi figli rifletta la sua stessa gioia illimitata. Non ? un caso che Ges? Cristo, che rispecchia perfettamente la natura stessa di Dio, amava proclamare quella che chiamava ?la buona notizia?, e il segreto della buona notizia ? che la vita ? stata designata per essere bella. Ges? Cristo ci offre una vita piena di gioia, non una vita triste.
C.S. Lewis osserv?: ?La gioia ? la faccenda seria del cielo?. Se lo interpreto correttamente voleva dire che Dio desidera appassionata-mente che il suo popolo si goda la vita, che sia felice e appagato.
Lewis lo apprese da Ges? Cristo, il quale dice: ?Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto pi? il Padre vostro, che ? nei cieli, dar? cose buone a quelli che gliele domandano!? (Matteo 7:11). Noi vogliamo che i nostri figli siano felici. Vogliamo che si rallegrino e che ridano e che abbiano una vita appagata. E secondo Ges?, Dio lo vuole ancora pi? di noi.

Rallegrati e sii contento

Non ? la volont? di Dio che arranchiamo penosamente nella vita, che avanziamo stringendo i denti, che sudiamo a profusione per riuscire ad arrivare alle rive dorate. Dio vuole che, nei limiti di un mondo imperfetto, il suo popolo gioisca. Considera alcuni dei tanti versetti che nella Bibbia sostengono questo punto:

?Ma i giusti si rallegreranno, trionferanno in presenza di Dio, ed esulteranno di gioia? (Salmo 68:3).

?Io ho riconosciuto che non c?? nulla di meglio per loro del rallegrarsi e del procurarsi del benessere durante la loro vita, ma che se uno mangia, beve e gode del benessere in mezzo a tutto il suo lavoro, ? un dono di Dio? (Ecclesiaste 3:12-13).
?Cos? io ho lodato la gioia, perch? non c?? per l?uomo altro bene sotto il sole, fuori del mangiare, del bere e del gioire; questo ? quello che lo accompagner? in mezzo al suo lavoro, durante i giorni di vita che Dio gli d? sotto il sole? (Ecclesiaste 8:15).

?Chiedete e riceverete, affinch? la vostra gioia sia completa? (Giovanni 16:24).

?Or il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia? (Romani 15:13).

?Abbiate sempre gioia? (1 Tessalonicesi 5:16).

Non c?? rischio di fraintendimento; la vita spirituale deve trasudare gioia. Il noto brano sul ?frutto dello Spirito? (Galati 5:22) lo rende abbondantemente chiaro. La maggior parte degli interpreti suggerisce due modi principali di considerare questo testo. Anche i teologi devono potersi divertire e penso che il Signore abbia volutamente lasciato un paio di cose in sospeso affinch? potessero esserci i seminari. Alcuni studiosi della Bibbia insegnano che ci sono nove frutti dello Spirito: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bont?, fedelt?, mansuetudine, autocontrollo. Secondo altri lo Spirito produce un unico frutto, l?amore, che fiorisce in otto emanazioni aromatiche, la prima delle quali ? la gioia. In qualsiasi modo tu voglia vederla, la gioia ha un ruolo di guida.
Anni fa, alla radio, sentii una donna leggere quel brano della lettera ai Galati fino alla frase conclusiva: ?Contro queste cose non c?? legge? (Galati 5:23). Poi aggiunse qualcosa che mi ? di incoraggiamento ancora oggi: ?Non c?? legge contro il troppo amore. Non c?? legge contro la troppa gioia?.
? un pensiero talmente semplice, ma mi assicura che la faccenda seria del cielo ? davvero la gioia. La maggior parte della Bibbia fu scritta per trasmettere quest?elemento gioioso della buona notizia. Giovanni dichiara, per esempio, di scrivere la sua prima lettera ?perch? la nostra gioia sia completa? (1 Giovanni 1:4). Se viviamo secondo i principi rivelati da Dio nella sua Parola, saremo ripieni di felicit? e di gioia. E quando una persona trabocca di gioia, che si tratti di un tipo vivace o, viceversa, molto pi? riservato, lo si vede dappertutto, e non dal baccano o dallo stile.
Quand?? stata l?ultima volta che hai aperto la Bibbia per cercare tutta la bont? che Dio ti offre? Quello che la Bibbia chiama il ?nuovo patto? (brevemente descritto in Ebrei 8:7-12) ? davvero un patto eccellente. ? nuovo perch? ? per oggi, non per qualche epoca antica.
Nel nuovo patto scoprirai che Dio ti ama veramente. Ha davvero un piano meraviglioso per la tua vita. Dio si presenta come Padre onnipotente e ha tutto ci? di cui tu hai bisogno. Promette di soddisfare ogni tua necessit? secondo le sue gloriose ricchezze in Cristo Ges?.
Se tutto questo ? vero, allora perch? non puoi essere felice? La logica mi pare inevitabile.
Se tutti i tuoi peccati sono stati perdonati; se il tuo corpo ? il tempio dello Spirito Santo; se hai accesso illimitato a tutte le risorse del cielo; se hai la Parola di Dio a guidarti; se Dio promette di non lasciarti e non abbandonarti mai; se alla fine dei tuoi giorni andrai in cielo; se vivrai per sempre con un Dio che ti ama... allora non dovresti essere in estasi?
Lo Spirito Santo esorta i credenti a rallegrarsi. Quando lo Spirito di Dio viene a vivere in noi, acquisiamo il potenziale per rallegrarci anche quando le cose vanno male. Non fraintendermi: i tempi duri arriveranno. Ges? disse a coloro che lo seguivano: ?Nel mondo avrete tribolazione? (Giovanni 16:33). E l?apostolo Paolo scrisse: ?Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Ges? saranno perseguitati? (2 Timoteo 3:12). Ma possiamo restare felici nel Signore anche in mezzo alle circostanze avverse. Dopotutto, qual ? la cosa peggiore che potrebbe accaderci? Morire? Per un cristiano la morte non ? la fine della vita, ma l?inizio della vita in cielo alla presenza di Dio.
Scegli la gioia

In ogni situazione, quindi, abbiamo il potenziale per la gioia. La gioia ? una scelta. Puoi scegliere di gioire oggi, oppure puoi scegliere di deprimerti facendo deprimere ogni malcapitata anima vicino a te. ? una scelta possibile perch? lo Spirito Santo, la fonte di ogni gioia, vive in ogni credente.
Ovviamente puoi scegliere di restare dietro le sbarre di ferro dello scoraggiamento, del cinismo e della mestizia. Non sei obbligato a scegliere la libert?. Se vuoi puoi decidere di restare in una prigione che ti costruisci da solo. Forse non te la passerai cos? male. Persino in carcere puoi godere di una certa misura di libert?. Puoi andartene in giro, ma soltanto nei limiti dei tre metri per tre della tua piccola cella. Non sei morto, sei soltanto prigioniero.
Quando arriva Ges? Cristo, egli apre la porta della prigione creata dalla tua stessa mente, dalle tue paure e dalle tue abitudini. Cristo gira la chiave nella serratura e spalanca la porta. Dipende da te muoverti e uscire.

La deviazione pi? grande di tutte

Le celle della prigione e le porte aperte sono una cosa; le deviazioni sono un?altra cosa. A volte, anche quando riusciamo a uscire dalla prigione e raggiungiamo la strada aperta, svoltiamo nel punto sbagliato e non giungiamo alla destinazione cos? meravigliosamente descritta nella guida.
Ho un amico il cui senso di orientamento equivale allo zero. Alcuni anni fa, mentre era in viaggio di lavoro, progett? di andare in auto da Danville, California, a Fresno, un percorso che solitamente si copre in tre ore. Dopo quasi sei ore di guida il mio amico era ancora ben lungi dalla sua destinazione. Proprio in quel momento un?auto carica di adolescenti si accost? al suo veicolo fermo a un semaforo. Gli chiesero: ?Ehi, signore, sa dirci come si arriva al negozio di J.C. Penney?? Frustrato, il mio amico sporse la testa dal finestrino e disse mestamente: ?Ragazzi, io non riesco nemmeno a trovare Fresno?. Al che uno degli adolescenti replic?: ?Oh, wow, lei si ? perso addirittura pi? di noi!? E sfrecciarono via.
Credo che il piacere possa diventare una delle maggiori deviazioni dalla vera felicit?. Tutti vogliamo essere felici, davvero felici, ma troppo spesso ci accontentiamo del semplice piacere. Godiamo momenti gradevoli, ma la felicit? appagante e duratura, quella che la Bibbia chiama gioia, ci sfugge.
Ma come fa il piacere a ostacolare la gioia? Non ? che il piacere sia cattivo e la gioia sia buona. Non pensare nemmeno per un momento che io voglia sminuire il piacere! Ma mentre il piacere solletica i sensi, la gioia soddisfa l?anima. Il piacere viene dall?esterno; la gioia prorompe dall?interno. Il piacere svanisce in presenza di dolore; la gioia pu? sostenere una persona anche in mezzo a grandi sofferenze.
Detto in modo semplice, il piacere fa sentire bene, ma la gioia fa sentire meglio. La vera felicit? surclassa il semplice piacere in almeno sei importanti modi:

Piacere Felicit?

l Esterno l Interna
l Sensoriale l Integrale
l Fugace l Duratura
l Solitario l Condivisa
l Capacit? limitata l Capacit? illimitata

Consideriamo adesso ognuno dei cinque punti messi a confronto e vediamo com?? possibile passare dal piacere alla felicit? duratura, all?appagamento e alla pace.

Esterno - contro - Interno

Proviamo piacere quando una fonte esterna gratifica uno o pi? dei nostri cinque sensi. Ci procurano piacere le fusa di un gatto, il profumo di una rosa, il banchetto visivo di un Rembrandt, il sapore di una torta alla ciliegia. Dio ha predisposto il nostro corpo al godimento dei piaceri della sua creazione.
?I moribondi non si aggrappano alla vita per qualcosa di transitorio o di illusorio?, afferma Anna Quindlen. ?E di certo non si aggrappano alla vita per guadagnare un altro milione o per vestirsi di linone. Si aggrappano alla vita perch?, all?improvviso, sullo scivolo che li precipiter? nel grande ignoto che ? l?aldil?, comprendono con accecante chiarezza che non c?? niente di meglio di un cespuglio di lill? con sopra una farfalla?.
Sebbene apprezzi la considerazione di base della Quindlen sulla felicit?, non concordo con lei sull?idea che ignoriamo ci? che ci attende oltre questa vita. E nemmeno posso approvare il concetto che nella vita ?non c?? niente di meglio di un cespuglio di lill? con sopra una farfalla?. La felicit? non dipende da una fonte esterna per crescere, per quanto un cespuglio di lill? sovrastato da una farfalla possa essere meraviglioso. Anche quando la pianta si secca e i lepidotteri volano via possiamo sperimentare un genere di gioia profonda che scaturisce dall?interno. La felicit? genuina viene da dentro, non da fuori.
Com?? possibile? Ges? spieg?: ?Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d?acqua viva sgorgheranno dal suo seno? (Giovanni 7:38). Nota: non da fuori, ma da dentro! Lo scrittore del Vangelo non lascia dubbi riguardo a ci? che Ges? intendeva comunicare con questa metafora, in quanto aggiunge: ?Disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che avrebbero creduto in lui? (Giovanni 7:39).
La Bibbia associa continuamente la gioia allo Spirito di Dio. ?Ges?, mosso dallo Spirito Santo, esult?? (Luca 10:21).
?I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo? (Atti 13:52).
Il regno di Dio ? una questione di ?gioia nello Spirito Santo? (Romani 14:17). E anche ?in mezzo a molte afflizioni? ? possibile traboccare della ?gioia che d? lo Spirito Santo? (1 Tessalonicesi 1:6).
Ho visto questa felice verit? in azione alcuni anni fa nel corso di un viaggio nell?ex Unione Sovietica. Viktor Hamm, il mio eccellente interprete, descrisse come Josif Stalin avesse condannato suo padre a un campo di prigionia in Siberia come punizione per aver espresso la sua fede. Viktor stesso era nato in Siberia, ma era poi riuscito a fuggire in Europa, aveva sposato una donna tedesca e si era trasferito in Canada.
Il padre di Viktor e gli altri prigionieri nel gulag lavoravano ogni giorno in una miniera. Ogni mattina si disponevano in fila per ricevere picconi e pale e ogni sera dovevano restituire gli attrezzi. Ben presto il signor Hamm cominci? a pregare: ?Signore, deve esserci un cristiano da qualche parte in questo campo. Aiutami a trovarlo, a trovare qualcuno che possa pregare con me?.
Un giorno, mentre stava pregando, credette di riconoscere un certo sguardo nel compagno che distribuiva gli attrezzi. ?Credo che sia cristiano?, disse tra s? e s?. Ma poi pens?: Come faccio ad avvicinarlo senza tradirmi? Se ? del KGB sono finito. Ma vediamo chi ?.
Con la gioia e la paura che gli montavano contemporaneamente nel cuore, disse all?uomo: ?Sai, si aspettano che raggiungiamo i nostri obiettivi, ma non ci danno i mattoni e l?acqua e la paglia per fare il lavoro?.
Qualunque individuo ferrato nella lettura della Bibbia avrebbe riconosciuto l?allusione a Mos? e al tempo della schiavit? degli Ebrei in Egitto. Il compagno fiss? per qualche istante il signor Hamm e poi gli disse lentamente: ?Aspetta un attimo. Resta qui?. Quando tutti gli altri se ne furono andati gli chiese: ?Perch? hai menzionato la paglia e l?acqua? Da dove t?? venuta??
?Oh, ne ho letto in un Libro alquanto buono?, rispose il signor Hamm, sforzandosi di non tremare.
?S?, credo di aver letto anch?io quel libro?, disse l?uomo. Dopo una breve pausa aggiunse: ?Ho notato che non imprechi come gli altri. Gli altri litigano sempre, ma tu non ti lasci coinvolgere da quel genere di cose. Come mai??
?Mio Padre non me lo permette?.
Ci fu di nuovo una pausa nella conversazione. L?uomo studi? attentamente il Signor Hamm da capo a piedi e infine gli chiese: ?Tuo Padre non sar? mica anche mio Padre, no??
?Mio Padre ha un unico Figlio?, disse il signor Hamm cominciando a entusiasmarsi.
?Anche mio Padre ha un unico Figlio?, replic? l?uomo.
?Credente??
?Credente!?
E con grande gioia, nonostante l?ambiente orribile, si scoprirono l?un l?altro. Cominciarono immediatamente a pregare di nascosto. Ma la cosa non rest? segreta a lungo; la loro gioia non lo permetteva. La gioia non pu? far a meno di moltiplicarsi negli altri. Quando i due furono rilasciati, trecento prigionieri avevano deciso di seguire Ges? Cristo.
Josif Stalin sar? pure riuscito a privare milioni di prigionieri di ogni piacere nell?impero sovietico, ma non aveva alcun potere contro la gioia. Quando un fiume di gioia sgorga dall?intimo, nulla pu? arginarne il flusso. La gioia continua a germogliare e a fiorire anche quando i malvagi cercano di oscurare il sole.
L?Antico Testamento paragona la gioia a una coppa che trabocca. Il Salmista disse a Dio: ?Cospargi di olio il mio capo; la mia coppa trabocca? (Salmo 23:5). Questo mi spinge a chiederti: la tua coppa trabocca? Sta straripando? Oppure dici: ?Oh, non seccarmi. Aspetta finch? mi sar? fatto un hamburger. Poi, forse, comincer? a traboccare?.
La mia coppa straripa? ? una domanda importante da porsi. Non quando sarai in vacanza la settimana prossima, e non la domenica mattina quando non avrai nulla di cui preoccuparti. La tua coppa straripa adesso? Sei alimentato dallo Spirito Santo adesso? Una delle grandi realt? della vita cristiana ? lo sbalorditivo tesoro interiore che abbiamo mediante la pienezza dello Spirito Santo.


Sensoriale - contro - Integrale

Il corpo, in particolare tramite i cinque sensi, provvede il canale principale per il piacere umano. Quando le nostre terminazioni nervose ricevono determinati stimoli, mandano impulsi elettrici al cervello che li interpreta come piacevoli. Il piacere ? principalmente un?esperienza sensoriale.
La gioia, d?altro canto, implica molto di pi? del semplice corpo. Questo genere di ricca felicit? affonda nell?anima e si estende nello spirito. Felicit? e gioia possono svilupparsi anche quando gli stimoli fisici sono pochi o assenti. ?Gli studi mostrano che gli individui con una forte fede e affiliazioni religiose sono pi? felici di quelli senza fede e inoltre ricuperano la felicit? molto pi? rapidamente dopo aver sperimentato una crisi?, riferisce la dr Joyce Brothers.
Anna Quindlen ? d?accordo nel sostenere che coloro che cercano la felicit? hanno bisogno di qualcosa di pi? profondo della mera eccitazione sensoriale. Definisce questo qualcosa di pi? profondo un senso di ?missione? e avverte che un ?senso di fluttuazione senza meta attraverso i giorni ? orribile e debilitante? Una delle domande che a volte pongo alla gente ?: se domani ti dicessero che ti resta soltanto un anno da vivere, lo vivresti in modo diverso da come vivi adesso? Se ? cos?, non significa che dovresti rivedere il modo in cui vivi oggi??
Fu esattamente questo senso di lasciarsi sfuggire una missione pi? grande che condusse una donna a scoprire la fonte di ogni gioia. Possedeva tutti i piaceri della ricchezza e del potere, eppure si sentiva fluttuare senza meta attraverso i suoi giorni.
Tutto cambi? in seguito a un unico, memorabile incontro.
Conobbi questa donna straordinaria quando lei aveva all?incirca quarantacinque anni. Non appena fu entrata nella stanza, ebbi la sensazione che mi fosse apparsa dinanzi la regina d?Inghilterra, anzi di pi?. Parlava con autorit?, trasudava classe e aveva un portamento regale. Parlava francese, inglese e arabo e aveva memorizzato il Corano quasi per intero. Suo padre ricopriva nel suo paese la seconda posizione in ordine di prestigio.
Tuttavia, nonostante la sua condizione privilegiata nella vita, si era messa alla ricerca, nel disperato tentativo di scoprire una realt? spirituale. Non aveva gioia, non aveva pace. Nonostante tutti i piaceri derivanti dalla sua regalit?, si sentiva vuota. Poi, una sera, Ges? le apparve in sogno, proprio come era successo ad Abramo, a Mos?, a Davide, a Daniele, a tutti i profeti e all?apostolo Paolo.
Ho imparato allora che ? una cosa frequente nel mondo islamico. Oggi Ges? fa spesso breccia nella comunit? islamica mediante sogni e visioni. Musulmani che sono giunti a Ges? Cristo mediante queste insolite visitazioni mi hanno detto: ?Il Signore mi ha detto: ?Sono Ges?, di cui hai letto nel Corano. Non sai ancora molto di me, ma sono reale. E sono vivo. Sono il tuo Salvatore. Fidati di me! Ubbidiscimi. E presto ti dir? di pi??.
Sebbene molti musulmani credano nelle maledizioni e negli spiriti maligni, credono anche nella potenza soprannaturale di Dio. Perci? quando Dio si rivela a loro in un sogno, essi non cercano una spiegazione naturalistica (troppa pizza la sera prima?). No, quando hanno un sogno o una visione dicono: ?Dio mi ha parlato?.
Ges? parl? a questa donna e lei lo ascolt?.
Il sogno la rivoluzion?. Sapeva che doveva trattarsi del Signore, bench? non sapesse quasi nulla di lui. Non aveva mai visto una Bibbia. E nel suo paese non era mai stata costruita una sola chiesa. Disse a suo padre della visione e lui, forse perch? si interessava molto di occultismo ? aveva persino cacciato demoni ? la ascolt?.
Trascorsero cinque anni. In quel periodo sua madre si convert? a Ges? Cristo, seguita da suo padre che rinunci? a ogni pratica occulta. Anche i suoi figli accettarono il Signore, seguiti da svariati amici e nessuno di loro sapeva di Ges? molto di pi? di quello che il Corano dice di lui.
Un giorno uno straniero entr? nel paese con una copia del film Jesus, una trasposizione del Vangelo di Luca, e una sfilza di Bibbie nascoste nella sua valigia. In qualche modo i due si incontrarono. Lui le diede una Bibbia e la videocassetta e per lei era la prima volta che toccava la Parola di Dio da quando, attraverso il sogno, aveva riposto la sua fiducia in Ges? Cristo. Qualche istante dopo aver iniziato a leggere, questa donna intelligente, potente, eloquente, molto istruita, fu pervasa da una gioia profonda.
Pianse senza vergogna guardando il film, lacrime di gioia mista a una profonda tristezza. Anche questa sembra essere una reazione comune nel mondo islamico. Mi ? stato riferito che tra i Curdi dello Yemen gli spettatori cominciano a piangere mentre si avvicinano le scene della risurrezione. Dapprima ? un pianto sommesso, ma poi, quando i soldati romani spingono la corona di spine sulla testa di Ges? e lo sollevano sulla croce, uomini fatti cominciano a singhiozzare e a gemere, a volte talmente forte che non si riesce pi? a sentire il film.
Questi nuovi credenti fanno la stessa scoperta fatta anni fa da quell?elegante signora: Ges? offre gioia vera e duratura, con piaceri spirituali che vanno ben oltre qualsivoglia godimento fisico.

Fugace - contro - Duratura

Il piacere dura fino a quando il cervello continua a ricevere segnali neurali che interpreta come piacevoli. Poco dopo i segnali si interrompono e cos? fa la sensazione di piacere. Per questo puoi mangiare un gelato doppio al cioccolato e desiderarne un altro trenta secondi dopo. Il piacere procura godimento soltanto finch? dura. ? grandioso, ma fugace.
La gioia autentica, invece, ? duratura. Sebbene cambi di intensit? e muti forma e colore in base a svariati fattori, la vera felicit? irradia dall?intimo dell?essere umano. La gioia pu? sostenere una persona anche in mezzo a grandi sofferenze e ci? aiuta a spiegare perch? uno scrittore biblico elenc? soltanto una motivazione per cui Ges? ?sopport? la croce, disprezzando l?infamia?. Fu ?per la gioia che gli era posta dinanzi? (Ebrei 12:2).
La dr Brothers si avvicina al concetto biblico quando scrive: ?La maggior parte delle volte la felicit? si riduce a una quieta contentezza?. Potremmo benissimo descrivere la gioia come una contentezza interiore e duratura. Come uno studioso fa notare, la Bibbia non dipinge la gioia semplicemente come un?emozione, ma come ?una caratteristica del cristiano?.
Dio si rallegra nel vedere i suoi figli vivere i propri giorni nella gioia e nella contentezza. Se la nostra coscienza rimane pulita, il Signore dispone che ci sentiamo felici, anche se per temperamento non siamo tipi allegri. Per la loro natura spirituale i credenti dovrebbero rallegrarsi nel Signore per le cose buone che mette sulla loro strada.
?Il Signore ha fatto cose grandi per noi, e noi siamo nella gioia? (Salmo 126:3).
Purtroppo alcuni di noi hanno la tendenza a perdere la propria gioia. A volte la perdiamo concentrandoci su eventi spiacevoli. Altre volte la perdiamo dimenticando le ricchezze che abbiamo in Ges? Cristo. E altre volte ancora la perdiamo perch? confondiamo il piacere con la gioia.
Chi commette tali errori crede che la felicit? giunga soltanto di rado e passi alla velocit? della luce. Osservando i loro volti giureresti che Dio non abbia mai mandato suo Figlio nel mondo. Mi ricordano molto di pi? Jana che Ges?.
Incontrai Jana, una giornalista russa, appena prima dello smantellamento dell?Unione Sovietica. Programm? un?intervista con me mentre ci preparavamo a una crociata di evangelizzazione a Leningrado. Durante il pranzo guard? verso di me e mi disse: ?Lei sembra cos? sereno e felice?.
?Eh?? risposi. ?Si vede? Beh, io sono sereno e felice?.
Lasciammo cadere l?argomento quasi immediatamente e continuammo l?intervista, ma alla fine del tempo trascorso insieme sembrava talmente infelice che le dissi: ?Sa, Jana, lei sembra cos? turbata e infelice?.
?Certo che sono infelice?, sbott? lei. ?Noi atei non siamo mai felici?.
Non sono mai riuscito a dimenticare le sue parole. Alcuni giorni dopo, durante un incontro di evangelizzazione a Riga, citai Jana e dissi alla folla: ?Voi atei siete cos? infelici?.
Con mio grande stupore i russi risposero entusiasticamente in coro: ?Da, da!? ?S?, s?!?
La loro reazione mi sbalord?. Quando, qualche minuto dopo, feci l?invito, sembr? come se met? di quella folla avanzasse verso il pulpito, sperando di trovare gioia in Ges? Cristo. Stentavo a crederci.
Tuttavia, faccio pi? fatica a credere che molti di coloro che hanno gi? trovato Ges? Cristo siano ancora alla ricerca della gioia. Sembra che, in qualche modo, non abbiano mai imparato ad attingere alle risorse infinite che sono loro di diritto in Ges? Cristo. Si sentono infelici, non perch? Ges? Cristo si sia dimostrato mancante, ma perch? hanno confuso la conversione con una relazione vitale e dinamica con Ges?. Non si tratta della stessa cosa. Non si pu? avere la seconda senza la prima, ma si pu? certamente avere la prima e non avere la seconda. La conversione a Ges? Cristo non assicura una vita di gioia, ma apre la porta a essa. Come ho affermato, devi scegliere di entrare.
Mi chiedo se certi credenti non riescano ad avere gioia perch? hanno creduto a una delle astute menzogne di satana. Nel suo libro Le lettere di Berlicche C.S. Lewis smaschera questo inganno diabolico attraverso la corrispondenza tra due demoni immaginari.
Berlicche, un sottosegretario alla tentazione, calunnia la vita cristiana felice chiamandola ?la cosa vecchia, sempre quella?. Consiglia al nipote, Malacoda, di incoraggiare il suo ?paziente? umano a respingerla semplicemente a motivo della sua antichit?. Dio, scrive Berlicche, ?desidera che gli uomini, per quanto m?? dato di vedere, si facciano domande semplicissime; ? giusto? ? prudente? ? possibile? Orbene, se riusciamo a mantenere gli uomini in queste altre domande: ?Si accorda con la tendenza generale del nostro tempo? ? progressista o reazionario? ? la strada per la quale ? incamminata la Storia?? essi trascureranno i problemi importanti?.
Questa tattica si ? rivelata estremamente efficace. Negli Stati Uniti, soprattutto, disprezziamo ?la cosa vecchia, sempre quella?. Vogliamo tutto nuovo. Ma nella vita spirituale ?la cosa vecchia, sempre quella? ? ci? che satana teme di pi?. ? l?Evangelo, ?la cosa vecchia, sempre quella?, che brandisce la sola potenza in grado di trasformare le vite e sconfiggere la potenza dell?inferno. Il messaggio dell?Evangelo non cambia; resta stabile per sempre. Ges? Cristo vive in me! Ges? ? un Salvatore risorto! Sono salvato per grazia mediante la fede! Ho gioia per mezzo dello Spirito Santo che dimora in me!
Le novit? non faranno mai tremare satana. Ma ?la cosa vecchia, sempre quella? lo terrorizza. Teme che torniamo alle basi? e scopriamo la gioia duratura.
Se hai perduto l?entusiasmo e la freschezza dell?Evangelo hai bisogno di un check-up personale. Se sei annoiato, sei annoiato di Ges? Cristo. La soluzione? Annuncia Ges? Cristo ad altri. L?apostolo Paolo scrisse: ?Chiedo a lui che la fede che ci ? comune diventi efficace nel farti riconoscere tutto il bene che noi possiamo compiere, alla gloria di Cristo? (Filemone 6). Annuncia la buona notizia e tornerai ad apprezzarla di nuovo tu stesso.


Solitario - contro - Condiviso

Il piacere ? intensamente personale. Nessuno pu? gustare la cioccolata svizzera che mi scivola gi? per la gola se non io stesso. Nessuno oltre a me pu? sentire le forti dita della massaggiatrice che allentano la tensione sul mio collo.
Potremmo, certo, organizzare una festa in cui decine di noi vengono stimolati fisicamente nello stesso tempo ? i Romani le chiamavano orge ? ma persino in quel caso sarebbero necessarie espressioni multiple di atti individuali per creare una falsa sorta di piacere comune. E, ironicamente, si dice che la solitudine colpisca pi? duramente in mezzo agli eccessi orgiastici.
Ma siccome la gioia non pu? essere ristretta al piano fisico, pu? essere condivisa in modi che trascendono il piacere sensuale. La vera felicit? trova la sua piena espressione non nell?isolamento, ma nella comunit?. Se paragoniamo il piacere a un caso di morbillo, allora la felicit? ? una pandemia.
Credo che questo sia un motivo importante per cui Ges? Cristo fond? e bened? l?istituzione della chiesa. Sapeva che ?nel mondo? avremmo avuto ?tribolazione? (Giovanni 16:33). Perci? comand? ai suoi seguaci di amarsi gli uni gli altri, arrivando a dire: ?Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri? (Giovanni 13:35). Cre? la chiesa come un riparo dalla tempesta, un?oasi nel deserto, un rifugio per il viandante. La intese come un luogo di guarigione, di riposo, di forza e di gioia. Vuole che nella chiesa ?facciamo attenzione gli uni agli altri per stimolarci all?amore e alle buone opere? e ci raccomanda di non abbandonare ?la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda? (Ebrei 10:24-25).
Chi pu? dubitare che la chiesa concepita da Ges? sia un luogo allegro? Dovrebbe far sentire la gente a proprio agio. Dovrebbe proclamare che il Creatore ci ha dato la vita per gioirne.
A una recente conferenza internazionale tenutasi a Amsterdam incontrai Rick Warren, pastore anziano della Saddleback Church di Lake Forest, California. Mia moglie, io e alcuni membri della mia squadra cenammo insieme con lui in una piccola caffetteria e discutemmo il concetto di festa che stiamo sviluppando in comunit? di tutta la nazione. Mi meravigliai dello spirito amichevole di questo pastore cos? impegnato, del suo entusiasmo genuino e della sua gioia in Ges? Cristo. Si illumin? quando gli spiegammo quello che stavamo cercando di realizzare e disse che gli sembrava qualcosa che avrebbe potuto entusiasmare lui e la sua chiesa.
Ragazzi, pensai, questo pastore si sta godendo in pieno la vita cristiana. Non potrebbero tutti i cristiani seguire la sua scia? Era accompagnato dalla figlia con il suo fidanzato e da alcuni membri della sua squadra. Tutti trasudavano lo stesso tipo di spirito positivo. Non potei trattenermi dal pensare: ? cos? che deve essere. Si ? contenti e sereni e felici di incontrare qualcuno. Si parla insieme e si mangia e si ride. E Dio ? al centro di tutto.
Come pu? una persona che non ? felice nel Signore essere di benedizione per altri? Certo, Dio pu? usare chiunque comunichi la sua verit?, ma se vuoi che la tua vita arrechi felicit? ad altri, faresti meglio a essere ripieno dello Spirito Santo il cui frutto ? gioia. Il cristianesimo ? una religione contenta. ? una fede felice, la vita pi? meravigliosa che ci sia.
Credo che mi restino soltanto quindici anni di vita davvero attiva, se Dio mi mantiene in salute. Vorrei usarli per aiutare questa generazione a vedere il cristianesimo come la cosa migliore che ci sia. Lo ?, per l?amor del cielo, perci? diciamolo. E usiamo ogni mezzo possibile per annunciare la buona notizia.
Alcuni anni fa la nostra squadra si sent? chiamata dal Signore in Danimarca. Come molti paesi protestanti la Danimarca sembra indurita nei confronti del messaggio evangelico. Tenemmo una conferenza stampa in un albergo di Copenaghen. Beh, la stampa dei paesi protestanti si avvale di alcuni degli individui pi? cinici del pianeta. So per esperienza che i giornalisti trattano i religiosi peggio dei comunisti.
Nemmeno il tempo di mettermi seduto che i rappresentanti della stampa esordirono sarcastici: ?Lei viene dall?America del sud; che cosa ? venuto a fare qui in Danimarca? Siamo una nazione cristiana. Qui tutti sono battezzati?.
Tanto per cominciare, non sono tutti battezzati, anche se parlano come se lo fossero. Ignorai la provocazione e dissi: ?Beh, vi dir?. Lo scopo della mia venuta, su invito di molti dei vostri ministri, ? di far sentire la voce di Dio a tutti i danesi?.
?E quanti giorni intende restare qui?? chiesero.
?Sei?, risposi.
?E in sei giorni tutti i danesi sentiranno la voce di Dio??
?Esatto?.
?Come far???
?Questo ? il motivo per cui ho indetto la conferenza stampa?, ammisi. ?Ho bisogno del vostro aiuto. Senza la vostra collaborazione non riuscir? a far sentire la voce di Dio a tutti i danesi in sei giorni. Perci? voglio che voi della televisione mi aiutiate. E anche voi, giornalisti della carta stampata, dovete aiutarmi. E voi che lavorate in radio, vi chiedo per favore di aiutarmi. Ho bisogno della vostra collaborazione affinch? tutti i danesi possano sentire la voce di Dio?.
Improvvisamente quei giornalisti, tra i pi? laici al mondo, cominciarono a guardarsi gli uni gli altri, incerti su come rispondere. Sembrava come se non credessero alle proprie orecchie.
Ma sai una cosa? Finimmo in televisione, in prima serata. Il quotidiano nazionale, che alcuni chiamano il New York Times della Danimarca, dedic? l?intera prima pagina della seconda parte al mio primo messaggio. I redattori stamparono un grosso cuore rosso che attraversava l?intera pagina, sovrastato dal titolo del mio sermone a caratteri cubitali: ?Ges? vuole che tu sia felice?. Immagina! I miei amici laici avevano dedicato un?intera pagina del loro quotidiano all?Evangelo di Ges? Cristo e poi l?avevano fatto recapitare a tutti i fuochi della Danimarca a titolo assolutamente gratuito.
Il messaggio puro di Ges? Cristo merita di essere proclamato a chiunque abbia orecchie per udire. La felicit? che arreca non pu? essere contenuta, rinchiusa in cella di isolamento, ma sprigiona per benedire moltitudini sempre pi? numerose. La chiesa, al suo meglio, riunisce i credenti per l?incoraggiamento, l?istruzione, l?adorazione e il servizio. E il risultato, per grazia di Dio, ? gioia che trabocca.

Capacit? limitata - contro - Capacit? illimitata

La maggior parte dei piaceri fisici hanno dei limiti. Passa oltre certi confini e percepirai come dolore ulteriori stimolazioni. Riguardo al piacere si pu? proprio dire che il troppo stroppia. Mangia troppi pasticcini e starai male. Prendi troppo sole e ti scotterai. Ascolta musica a volume troppo alto e prima o poi diventerai sordo. Esagera con qualsivoglia attivit? piacevole, dal sesso alla vela, e a un certo punto varcherai la soglia del dolore.
Se esiste una simile ?soglia del dolore? per la gioia, non l?ho ancora trovata. Per quanto posso dire, non ci sono limiti alla quantit? di gioia che una persona pu? sperimentare. Quando sei giovane pensi che non potrai mai essere pi? felice dei giorni trascorsi a parlare per ore e ore con quella bella ragazza su cui hai messo gli occhi? ma poi ti ritrovi fidanzato. Mentre pianifichi le nozze ti ritrovi a pensare: Nulla ? paragonabile a come mi sento in questo momento? ma poi arriva il gran giorno. Durante i pochi secondi necessari per dire: ?Lo voglio?, dubiterai che potrai mai ritrovarti con pi? amore nel cuore? ma poi nasce il tuo primo figlio. E via di questo passo.
?Limiti? e ?gioia? semplicemente non si conciliano. Vivono in quartieri diametralmente opposti tra di loro e parlano lingue completamente differenti.
Ho notato, tuttavia, che mentre la maggior parte delle persone riconosce i limiti del piacere, considera illimitata non la gioia, ma l?infelicit?. L?autrice Carolyn Kizer si fece portavoce di questa moltitudine di pessimisti quando scrisse: ?La felicit? ? un pasto cinese; il dolore ? un nutrimento eterno?.
Poich? cos? tanti si imbattono nei limiti del piacere, ma dubitano della possibilit? di una gioia illimitata, rinunciano alla vita, si autocondannano al carcere, sbattono la porta della cella e si chiudono dentro a chiave. Forse ? questo il motivo per cui, non molti anni fa, un libro dal titolo Buongiorno, infelicit? balz? in testa alla classifica dei libri pi? venduti in Francia.
Migliaia di uomini e donne si alzano ogni mattina desiderando di ritornarsene a dormire. Milioni di individui ingurgitano Valium o Prozac per evitare di affrontare una vita deludente. Sono convinti di aver bisogno di far fluttuare un piede per aria per riuscire semplicemente a sopravvivere.
Un mio amico, anziano della nostra chiesa, and? a trovare una donna che aveva conosciuto da adolescente. Si mosse su insistenza della sorella della donna, che lo avvert?: ?? messa davvero male?.
La donna riconobbe immediatamente il suo vecchio amico quando buss? alla sua porta.
?Barry, che ci fai qui?? farfugli?.
?Tua sorella mi ha detto che avresti gradito una visita, perci? mi sono deciso a passare?, rispose lui.
?Beh, entra?.
Barry mi disse che quella sua vecchia amica sembrava incredibilmente infelice, triste e scoraggiata. ?Dov?? la ragazza che conoscevo vent?anni fa?? le chiese. ?Eri talmente felice, talmente libera. Che ti ? successo??
?Lascia perdere?, rispose lei. ?Sono come una zombi, adesso. Me ne sto seduta qui a fumarmi le mie sigarette e a guardare la televisione?.
Ben presto si ritrovarono a parlare della sorella di quella donna, malata terminale di cancro. ?Potresti essere felice?, le disse Barry. ?Guarda tua sorella. Un paio di mesi e potrebbe non esserci pi?, eppure rallegra tutti quelli che vanno a trovarla. Perch? sei cos? triste??
?Vorrei essere io mia sorella?, rispose, ?perch? voglio morire?.
Umanamente parlando la donna aveva tutte le ragioni per disperarsi. Suo marito, un alcolista, aveva un lavoro stabile, ma non le aveva mostrato mai un pizzico di amore. Tutto ci? che lei sapeva del matrimonio era che faceva male e non la smetteva. Si sentiva sola e vuota e impotente. Con la giovinezza ormai alle spalle e nessuna risorsa spirituale alla quale attingere, qualsiasi genere di felicit? avesse mai conosciuto si era ridotta a un lontano ricordo. I limiti al piacere li conosceva bene. Ma l?inesauribile capacit? di gioire? Quella non riusciva nemmeno a immaginarsela.
Forse ti trovi sulla stessa barca. Da adolescente ti sentivi felice. Ma adesso non provi alcuna gioia, nessuna felicit?, nessun diletto in Dio. Dov?? finita tutta la felicit?? ? accaduto qualcosa. Forse hai sposato la persona sbagliata. Forse hai perso la salute. Forse sei diventato dipendente da droghe o alcol. O forse qualcosa d?altro. Ma qualcosa ? andato storto e oggi il Signore ti ha portato a questo libro per parlare direttamente al tuo cuore.
Il Signore Ges? ti dice: ?Voglio che la tua gioia sia completa. Voglio darti la pienezza della mia gioia. Voglio che sperimenti la contentezza che pu? inondare la tua anima nonostante le circostanze. Voglio che tu provi la felicit? profonda che deriva dalla consapevolezza che sei amato da Dio?.
Se ti senti solo, vuoto e confuso, se la felicit? ha abbandonato la tua anima, allora apri il tuo cuore al Signore Ges?. Digli: ?Signore Ges?, se davvero mi ami, entra nel mio cuore. Malgrado i miei problemi, sii reale per me. Signore, sii il mio Salvatore, il mio Amico, il mio Dio?. Scopri da te l?illimitatezza della sua gioia.

Possono i non credenti sentirsi felici?

Forse ti chiedi: ?Vuoi dire che uomini e donne non potranno mai sperimentare la vera felicit? al di fuori di Ges? Cristo? Perch? se ? questo il tuo messaggio, non la bevo. Conosco un mucchio di non cristiani che mi sembrano alquanto felici?.
Anch?io, infatti. La Bibbia afferma che anche coloro che non hanno alcuna relazione con Ges? possono godere un certo tipo di felicit?. In uno dei suoi viaggi missionari l?apostolo Paolo, accompagnato dal suo amico Barnaba, disse agli abitanti dell?antica cittadina di Listra che Dio si era mostrato benevolo nei loro confronti, riempiendo i loro cuori di ?letizia? (Atti 14:17). Non era una gioia finta, una gioia contraffatta. Ma essi non conoscevano la gioia disponibile soltanto per coloro che hanno in s? lo Spirito del Dio vivente.
Cercai di spiegarlo a due ascoltatori che mi chiamarono nel corso di un?intervista radiofonica che feci nel 1998 per il programma della BBC Five Live, ma non credo che ebbi successo. Il conduttore del programma, Nicki, mi chiese se la gente potesse essere ?davvero felice senza Ges? nella propria vita?. Dissi di no, che non era possibile. Dissi che qualcuno poteva avere ?i soldi in tasca, il corpo in forma questa settimana, ma l?intimo, lo spirito, l?individuo interiore, non ? mai appagato senza Ges? Cristo? Se non conosci Dio, un terzo della tua personalit? resta vuoto, morto?.
Nicki invit? allora gli ascoltatori non cristiani a telefonare se si consideravano davvero felici. Andy, autoproclamatosi ateo di Leeds, chiam? poco dopo, maledicendo i cristiani e affermando di essere estremamente felice. ?Ho stabilito le mie proprie regole morali e vivo osservandole?, sosteneva. ?Se qualcosa va storto nella mia vita, la colpa ? mia o di qualcun altro. Non do la colpa a questa maledetta cosa di Dio?.
La chiamata successiva era di Norman, il quale sollev? ancora pi? obiezioni ai miei commenti. ?Mi ha leggermente sgomentato la sua affermazione che nessuno possa essere davvero felice se non crede o non ha Ges? nella propria vita?, disse. ?Penso che sia la pi? grande fesseria che io abbia mai sentito in tutta la mia vita?.
?Perch? dici questo?? gli chiesi.
?Beh, credo che Ges? sia esistito nella storia, anche se io non sono cristiano. Non sono una persona particolarmente religiosa, ma ho una vita davvero felice. Sono sposato, ho due figli, sto bene in salute, mia moglie sta bene in salute, i miei figli stanno bene in salute e non abbiamo problemi economici. Siamo davvero felici in tutti i sensi?.
?? bellissimo?, dissi.
?Non abbiamo Ges? nella nostra vita, perci? la sua affermazione, secondo me, non ? corretta?, insistette Norman.
?Norman, ascolta?, replicai, ?ti stai perdendo un terzo della tua vita. Sei felice nella dimensione fisica. Sei felice nella dimensione dell?anima: intelletto, emozioni e volont?. Ma che mi dici del tuo spirito, Norman? Ti stai perdendo qualcosa l?. Sono contento che tu sia felice e non direi mai che i non cristiani non possano sperimentare un certo livello di vera felicit?, ma non puoi essere pienamente felice finch? il tuo spirito non vive?.
Ci scambiammo ancora qualche commento, poi dissi: ?Norman, una domanda. Una domanda seria. Ero a Bristol lo scorso anno e un procuratore legale, un avvocato della tua stessa et?, aveva due figli piccoli. La bambina mor?. Lui non frequentava la chiesa, non credeva in Ges?. Era assolutamente devastato perch? non aveva assolutamente idea: Dove ? andata? Dove andr? io? Potr? mai rivederla? Quella ? la dimensione spirituale, eterna. Norman, ci vuole tempo. Adesso sei felice, il tuo corpo ? in forma, i tuoi figli stanno bene. Ma che mi dici dell?eternit?, amico??
Il mio amico ascoltatore aveva una risposta, ma non del tutto soddisfacente. ?Credo che quando moriamo in realt? non moriamo?, disse. ?Credo che andiamo da qualche altra parte. Ho parenti e familiari che sono morti e trovo sollievo nel credere che questo non ? l?unico posto in cui esistiamo. Ma ci? non vuol dire che credo in Ges?. Credo che questo non sia l?unico pianeta in cui andiamo. Andremo tutti da qualche altra parte, alla fine?.
Su che cosa Norman basasse la sua speranza non mi fu dato di saperlo. Non spieg? in che cosa consistesse la sua speranza. Dichiar? semplicemente con fede cieca che da qualche parte in questo vasto universo esiste un pianeta, evidentemente, nel quale i morti vanno in qualche modo a finire. Quali condizioni sussistano in quel luogo, di che cosa si occupino gli abitanti, che cosa sappiano della loro vita passata, dove siano diretti sono interrogativi che, insieme con migliaia di altri, Norman lasci? in sospeso.
Ammiro Norman per la sua abilit? di trovare speranza e ?sollievo? in una credenza apparentemente cos? campata in aria, ma confesso che io non vi trovo alcuna speranza. E certamente non vi trovo alcuna gioia. I suoi commenti mi convinsero pi? che mai che sebbene Dio ci metta a disposizione una gioia illimitata, non la sperimenteremo mai senza quella che la Bibbia chiama la ?nuova nascita?. Possiamo sentirci felici nella dimensione fisica e in quella dell?anima, ma finch? non chiediamo a Dio di infondere la vita al nostro spirito, non conosceremo mai la felicit? nella pi? grande delle tre dimensioni. E perci? non beneficeremo mai della promessa di Ges?: ?Affinch? la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa? (Giovanni 15:11).
Che cosa significa sperimentare la ?gioia completa?, la gioia che non conosce limiti? Essere travolti dalla presenza di Dio, ?ricolmi di tutta la pienezza di Dio? (Efesini 3:19), affinch? la gioia illimitata del cielo divenga la nostra esperienza sulla terra? Non lo so, ma sono ansioso di scoprirlo.

Dio ti vuole felice

Jeremy Taylor, vescovo anglicano del diciassettesimo secolo, disse: ?Dio minaccia cose terribili se non saremo felici?.
Sembra quasi una contraddizione, vero? Ma pi? rifletto su questa affermazione, pi? mi convinco che quel vecchio predicatore ci aveva visto giusto.
Forse Taylor aveva in mente un testo come questo:

?Per non avere servito il Signore, il tuo Dio, con gioia e di buon cuore in mezzo all?abbondanza di ogni cosa, servirai i tuoi nemici che il Signore mander? contro di te, in mezzo alla fame, alla sete, alla nudit? e alla mancanza di ogni cosa; ed essi ti metteranno un giogo di ferro sul collo, finch? ti abbiano distrutto? (Deuteronomio 28:47-48).

La gioia ? la faccenda seria del cielo e Dio la prende talmente sul serio che ?minaccia cose terribili se non saremo felici?. Perch? queste minacce? Perch?, penso, la posta in gioco ? molto alta. Il Signore ci cre? per essere felici, per sperimentare una festa nel nostro cuore, e mediante Ges? Cristo ci ha messo a disposizione una capacit? infinita di gioire. Egli ci rivolge promesse su promesse di benedizioni, assicurandoci la gioia alla sua presenza e piaceri eterni alla sua destra.
Se esiste una minaccia divina, esiste soltanto per il nostro bene. La verit? ? che Dio vuole che nessuno si perda la festa che ha in programma di dare per noi in cielo.
Allora perch? perderla?

Come essere felici secondo la Bibbia

l Credi in Dio.
?Poi li fece salire in casa sua, apparecchi? loro la tavola, e si rallegrava con tutta la sua famiglia, perch? aveva creduto in Dio? (Atti 16:34).

l Confida in Dio.
?Or il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e di ogni pace nella fede, affinch? abbondiate nella speranza, per la potenza dello Spirito Santo? (Romani 15:13).

l Abbraccia la salvezza che Dio offre.
?Bench? non l?abbiate visto, voi lo amate; credendo in lui, bench? ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa, ottenendo il fine della fede: la salvezza delle anime? (1 Pietro 1:8-9).

l Non essere passivo riguardo alla tua felicit?, ma opera in vista di essa.
?Noi non signoreggiamo sulla vostra fede, ma siamo collaboratori della vostra gioia, perch? nella fede gi? state saldi? (2 Corinzi 1:24).

l Chiedi a Ges? di soddisfare i tuoi bisogni.
?Fino ad ora non avete chiesto nulla nel mio nome; chiedete e riceverete, affinch? la vostra gioia sia completa? (Giovanni 16:24).
l Acquisisci familiarit? con le promesse di Ges?.
?Ma ora io vengo a te; e dico queste cose nel mondo, affinch? abbiano compiuta in s? stessi la mia gioia? (Giovanni 17:13).

l Esprimi il tuo amore per Ges? Cristo ubbidendogli.
?Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore. Vi ho detto queste cose, affinch? la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa? (Giovanni 15:10-11).

l Non isolarti, ma trascorri del tempo con altri credenti.
?Ho questa ferma fiducia: che rimarr? e star? con tutti voi per il vostro progresso e per la vostra gioia nella fede, affinch?, a motivo del mio ritorno in mezzo a voi, abbondi il vostro vanto in Cristo Ges?? (Filippesi 1:25-26).
l Quando la vita diventa difficile ricorda le ricompense che Dio ha in serbo per te.
?Infatti, voi simpatizzaste con i carcerati e accettaste con gioia la ruberia dei vostri beni, sapendo di possedere una ricchezza migliore e duratura? (Ebrei 10:34).

l Ricorda che la felicit? ? una scelta resa possibile da Dio.
?Ma i giusti si rallegreranno, trionferanno in presenza di Dio, ed esulteranno di gioia? (Salmo 68:3).

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Luis Palau
Luis Palau

Luis Palau (1934-2021) è stato un evangelista argentino soprannominato il Billy Graham dell'America Latina. Il ministero portato avanti dalla sua associazione evangelistica ha raggiunto decine di milioni di persone in tutto il mondo mediante la radio, la televisione e la letteratura. I suoi libri sono tradotti in 35 lingue.

Dopo aver accettato il Signore all'età di 12 anni, iniziò da adolescente a predicare agli angoli delle strade e a 19 conduceva un programma cristiano alla radio. Quando aveva 25 anni, fu invitato negli Stati Uniti da un pastore e missionario che lo aveva incontrato in Argentina e successivamente aveva iniziato a fargli da mentore.
Mentre studiava alla Multnomah School of the Bible (ora Multnomah University) di Portland, in Oregon, Luis incontrò sua moglie e insieme iniziarono una vita di missione – prima in America Latina e poi in oltre 80 nazioni in tutto il mondo.

All'inizio del suo ministero, Luis servì come tirocinante alla Billy Graham Evangelistic Association. Questa esperienza giocò un ruolo molto importante nel suo ministero e quando nel 1978 lanciò la propria organizzazione evangelistica. Per tutta la loro vita Luis Palau e Billy Graham rimasero buoni amici.

Il cuore di Luis era per il suo paese e per l'America Latina in generale; per questo buona parte del suo lavoro è stato rivolto al mondo di lingua spagnola.
Conduceva due programmi radio giornalieri in spagnolo, Cruzada con Luis Palau e Luis Palau Responde, e ha avuto la possibilità di condividere il vangelo di Cristo personalmente con decine di presidenti latinoamericani, dittatori e capi di stato.
Palau e il suo team hanno tenuto oltre 500 campagne evangelistiche, festival e raduni in più di 80 nazioni.
Durante gli anni '70 e '80 fu uno dei pochi predicatori stranieri autorizzati all'interno dell'Unione Sovietica, dove fu anche uno dei primi a tenere incontri negli stadi dopo la caduta della cortina di ferro.

Il suo ministero mondiale crebbe anche dal punto di vista della radio, con 3 programmi radio in spagnolo e in inglese trasmessi in 48 nazioni; un Global Network of Evangelists che ha incoraggiato e ispirato migliaia di evangelisti in tutto il mondo; un programma evangelistico chiamato City Gospel Movements rivolto ai leader nelle città per meglio raggiungere le loro comunità; programmi televisivi ed evangelizzazione digitale attraverso i social media.
Tutto questo collaborando con decine di migliaia di chiese per portare milioni di persone a Cristo.
 
Luis Palau ha pubblicato diverse decine di libri e trattati tra cui What is a Real Christian? (disponibile in italiano come Chi è un vero cristiano?), God is Relevant, ¿Con quién me casaré? (disponibile in italiano come Con chi mi sposerò?), Where is God When Bad Things Happen? (pubblicato in italiano come Dov'è Dio quando succedono brutte cose?) e Say Yes!.
Nel 2019 ha pubblicato Palau: A Life on Fire, un'autobiografia che traccia il suo cammino di fede dai suoi umili inizi in Argentina per le strade fino al un ministero evangelistico che lo ha portato in tutto il mondo.
 
Il suo commentario in spagnolo della Bibbia è stato riconosciuto come uno dei migliori in questo campo. I suoi video corsi in spagnolo hanno istruito e aiutato decine di migliaia di pastori e leader nelle chiese.
Sempre nel 2019 è uscito anche un film su di lui.

Luis Palau ha servito nei consigli di amministrazione di diverse scuole bibliche e come anziano nella sua chiesa a Portland. Ha anche ricevuto diversi dottorati ad honorem da università e scuole di teologia.
 

Luis era sposato con Patricia, aveva 4 figli e 12 nipoti.


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