Dall'Introduzione di Leonardo De Chirico Emotivamente parlando, spesso il lavoro viene associato ad un vissuto segnato da negatività, tensioni, insoddisfazione, conflitti o dissociazione. Oppure viene idealizzato, e magari ideologizzato, diventando un discorso talmente carico di aspettative da diventare un idolo. Oppure viene rimosso e decentrato al punto da essere svolto in modo anonimo e distaccato.
Nessuno di questi è il modo cristiano di avvicinarsi ad esso e di abitarne le responsabilità connesse.
Se il pensiero evangelico può osare entrare nell'universo lavoro, lo può fare solo ed esclusivamente se adotta la chiave di lettura biblica del lavoro: esso è una benedizione a corredo della vocazione umana che è stata sottoposta a uno stravolgimento e che può essere riscoperta e redenta come benedizione, pur in presenza di permanenti criticità.
Il buon lavoro originario è stato reso cattivo in molti sensi, ma la buona notizia cristiana è che possa essere rivissuto non fuggendolo, non essendone sopraffatti, ma recuperandone la dignità, ricostruendone la socialità, rilanciandone le finalità nella presa in carico delle sue complessità.