"Io mi impegno con i miei studenti a fare teologia e solo teologia: facciamo lezioni tali quali a prima, come se nulla fosse accaduto, se mai in un tono leggermente più alto, ma senza riferimenti diretti. Ritengo che anche questa sia una presa di posizione, in ogni caso politico-ecclesiastica, e quindi, indirettamente, addirittura una presa di posizione politica!"
Questa la reazione di Karl Barth agli sconvolgimenti politici ed ecclesiali dei primi mesi della dittatura hitleriana. Un professore che si chiude nella sua accademica torre d'avorio? Così hanno pensato in molti, ma a torto. Teologia, qui, è un grido di battaglia e di libertà, un cammino di lotta che sfocerà nella Dichiarazione teologica di Barmen, uno dei documenti più luminosi del cristianesimo del Novecento.