Il Signore è un guerriero
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Un manuale sulla guerra spirituale. C'è una cosa che il nemico teme più di tutte: che scopriamo di essere in un combattimento spirituale e che cominciamo a reclamare e a fare nostro tutto quello che Gesù ha guadagnato per noi con la redenzione. Ma il nemico non restituisce quello che ha rubato senza combattere, e quindi è necessario che sappiamo chi è il nostro nemico, quale posizione di vittoria abbiamo su di lui e come prendere le armi contro di lui. I temi del presente volume: La chiesa l'esercito di Dio; La battaglia spirituale; Il guerriero; Principi per una guerra vittoriosa; Conquistiamo nuovo territorio; L'armatura del credente; Il significato di una forte difesa; Vittoria: la nostra posizione di partenza; La preghiera di travaglio; Il Signore è un guerriero.
ISBN: 9788880771876
Producer: Editrice Uomini Nuovi
Product Code: 9788880771876
Weight: 0,200kg
Binding: Brossura
Language: Italian

Sample chapter

Capitolo 1

La Chiesa - L’esercito di Dio

La Bibbia usa molte metafore per definire la chiesa e, fra le altre, c’è la metafora che definisce la chiesa “tempio”. Un tempio ha due funzioni: è un luogo per la lode e l’adorazione e anche per l’intercessione. Quando Gesù ripulì il tempio, disse: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera, ma voi ne fate un covo di ladri” (Matteo 21:13). Il tempio era un luogo di preghiera e adorazione e la chiesa di Dio oggi è la stessa cosa.
La chiesa di Dio è paragonata a una vite: Gesù; Gesù è la vite e noi siamo i tralci; la vita che è nell’albero va nei tralci e questi portano frutto. Gesù dice: “Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla” (Giovanni 15:5).
Un’altra metafora usata per la chiesa è corpo di Cristo. La vita fluisce tramite le parti del corpo e le varie parti dipendono l’una dall’altra, hanno comunione le une con le altre e dipendono anche dal Capo del corpo, Gesù Cristo (Efesini 1:22-23; 4:15:16).
Un’ulteriore metafora per definire la chiesa è la famiglia di Dio. Dio è nostro Padre e noi siamo i suoi figli. L’immagine del rapporto del credente con Dio, simile a quello di un bambino, pone l’accento sul fatto che siamo resi giusti davanti a Dio e che possiamo andare con fiducia davanti al suo trono sapendo che possiamo stare con lui perché ci ama e si occupa di noi.

L’esercito di Dio

C’è anche la metafora della chiesa “esercito di Dio” e partiremo da questa definizione per vedere quale sia il compito della chiesa. Lo Spirito Santo mette in luce cose diverse in momenti diversi e abbiamo bisogno di tutte queste metafore per avere un’immagine completa di ciò che la chiesa è, di ciò che deve fare e di chi Dio è. Una sola di queste metafore non basta, ma lo Spirito Santo mette in luce diverse metafore per scopi diversi in tempi diversi. Fa questo perché, in questo modo, vengono soddisfatti i bisogni di certe funzioni del corpo e possono essere portati a termine certi compiti.
Per esempio, se parliamo di noi come soldati dell’esercito di Dio, questo non significa che le altre funzioni della chiesa non siano importanti, significa soltanto che lo Spirito Santo non sempre rivela tutto in una volta sola, ma, a volte, mette in luce un aspetto particolare. Negli ultimi anni lo Spirito Santo ha messo in luce l’immagine della chiesa come esercito di Dio.
Un esercito combatte, questo è il suo scopo; non appena si comincia a parlare di guerra, il diavolo si preoccupa, non gli piace e comincia a contraddirci dicendo: “Ma Gesù è il Principe di Pace, non parlate troppo di guerra, non usate termini così violenti, è rivoltante!”
Quando vengono presentati questi argomenti è importante sapere che la Bibbia, in realtà, usa la terminologia di guerra. Non vogliamo parlare di altro se non di ciò di cui Dio parla nella sua Parola, ma quello che dice la Parola possiamo usarlo tranquillamente anche noi. Fra le metafore che Dio ha usato per noi credenti, la metafora di noi esercito di Dio è usata molto spesso. Nell’Antico Testamento il popolo di Dio, i figli di Israele, erano impegnati di continuo nella guerra e questa immagine non la si trova solo nell’Antico Testamento, ma anche nel Nuovo.

Più grande è l’importanza, più grande è l’opposizione

Non c’è immagine o metafora più attaccata dell’immagine della chiesa come esercito di Dio e il motivo di questo va ricercato nell’importanza di questa immagine. Se uno desidera, come il diavolo, avere dominio sul mondo, ovviamente vorrebbe che tutti gli altri fossero disarmati e farebbe propaganda per il disarmo a voce alta e chiara.
Se io fossi in posizione di svantaggio, sarei preoccupato e vorrei che quelli che sono in vantaggio non avessero una potenza troppo grande e, se potessi disarmarli, ne sarei ben lieto. Così funziona la guerra spirituale: se i nostri nemici non usano le armi, automaticamente siamo in vantaggio.
Il diavolo opera in questo modo; se può portare i credenti a credere di non avere armi e di non averne bisogno, automaticamente avrà vantaggio su di loro. Lo ha fatto nel corso della storia in continuazione e la sua strategia è stata quella di disarmare l’esercito di Dio e di non fargli usare le sue armi spirituali. Facendo questo, ha potuto esercitare la sua influenza distruttiva in modo molto più potente.
Di rado incontro una opposizione più forte di quando predico da Efesini 6:12; non c’è niente che il nemico tema di più che noi, corpo di Cristo, diventiamo consapevoli del fatto che siamo in guerra. Quando ci rendiamo conto di questo, dobbiamo comportarci in modo diverso. Un soldato conduce una vita completamente diversa da quella di un civile. Se il diavolo riesce a farci pensare che ci sia pace, mentre in realtà c’è guerra, ha la possibilità di sconfiggerci.


Siamo in guerra

“Il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti” (Efesini 6:12).
Ora, mentre parliamo di questo argomento, è importante che ci rendiamo conto che parliamo di una guerra spirituale, non di armi reali o di un esercito reale; parliamo del credente come di un soldato spirituale in un esercito spirituale che conduce una guerra spirituale contro un nemico spirituale.
Molti reagiscono istintivamente contro la parola “guerra”, preferiscono le parole “pace” e “serenità”. Entrambe queste parole derivano dalla parola greca irenè che significa sia “pace esteriore” sia “pace interiore”. Sappiamo che Dio mandò suo Figlio perché avessimo pace e quindi bisogna vedere se si addice a Dio, a Gesù e alla fede cristiana parlare di guerra. Al giorno d’oggi c’è chi dice che non sia adeguato parlare di guerra e per questo motivo dobbiamo vedere qual è la verità. C’è posto nel carattere di Dio per la battaglia spirituale?

“Diano gloria al Signore, proclamino la sua lode nelle isole! Il Signore avanzerà come un eroe, ecciterà il suo ardore come un guerriero; manderà un grido, un grido tremendo, trionferà sui suoi nemici” (Isaia 42:12-13).
“Il Signore è un guerriero, il suo nome è il Signore” (Esodo 15:3).

In questi versetti biblici leggiamo che Dio è un uomo di guerra, un guerriero e, se Dio è un guerriero, significa che nel suo carattere c’è posto per la battaglia. La Bibbia dice che ecciterà il suo ardore come un guerriero e manderà un grido. I gridolini di guerra che noi a volte facciamo, sembrano quelli dei bambini se li paragoniamo a quelli dell’Onnipotente. Quando Dio sussurra, il nostro spirito rimbomba, che suono ci sarà quando Dio manda un grido di guerra!

L’imitazione del diavolo

Anche nell’occulto ci sono grida di battaglia. Tutto ciò che fa il diavolo, imita ciò che Dio fa, ciò che ha e ciò che è. Nei tempi passati, i soldati eccitavano il loro ardore con l’aiuto dell’occulto prima di andare in battaglia e andavano quasi in trance per ricevere forza soprannaturale e per sconfiggere i loro nemici e venivano fatti strani rituali perché i soldati fossero liberati dalla paura e potessero ricevere una forza più grande di quella che avevano naturalmente.
Quando i soldati si eccitavano, lo facevano per raggiungere una concentrazione soprannaturale; entravano in contatto con i demoni e tutta la loro forza era concentrata in una sola direzione.
Come tutti sappiamo, il raggio laser si basa su questo principio. Questi raggi, che naturalmente vanno in mille direzioni diverse, vengono diretti verso un unico punto e in questo modo hanno un grandissimo impatto.
Dio usa lo stesso principio quando si infiamma per la battaglia, ma non deve prender forza da nessun altro e, naturalmente, non ha niente a che fare con le potenze occulte, anzi, la vita spirituale che viene da lui spezza l’influenza delle potenze occulte. Il Signore prende la sua forza e la concentra in una direzione; Dio mette tutto sé stesso nella battaglia di cui stiamo parlando; eccita il suo ardore, grida e il nemico è rapidamente sconfitto.
Nel Nuovo Testamento, Paolo, nella sua Lettera a Timoteo, lo incoraggia a ravvivare il carisma di Dio che è in lui (2 Timoteo 1:6). Poiché siamo cristiani nati di nuovo, abbiamo sì le stesse caratteristiche degli altri del mondo, ma abbiamo accesso a un altro spirito, lo Spirito Santo che ci incoraggia e ravviva il carisma che Dio ci ha dato in modo che non si perda in tante direzioni diverse e non funzioni in modo parziale. Viene invece portato avanti e incanalato in un’unica direzione. Questo vuol dire Paolo quando parla di “ravvivare”, poi continua nella stessa lettera, dicendo che siamo soldati di Cristo (2 Timoteo 2:3).

Nessun regno di pace prima del Millennio

“Poiché così mi ha detto il Signore: Come il leone o il leoncello rugge sulla sua preda, benché una folla di pastori gli sia raccolta contro, non si spaventa alla loro voce, né si lascia intimidire dallo strepito che fanno, così scenderà il Signore degli eserciti a combattere sul monte Sion e sul suo colle” (Isaia 31:4).

Questo passo parla di Dio come di un leone che combatterà come un leone. Si potrebbe dire: “è vero, ma questo è l’Antico Testamento. Quando Gesù venne portò la pace e disse di porgere l’altra guancia se qualcuno ci percuote”. è vero che Gesù ha detto questo e questo è il motivo per cui dobbiamo distinguere fra armi spirituali e armi reali.
Parliamo dell’ultima cosa che Dio farà su questa terra. Quando Gesù ritornerà ci saranno mille anni di pace e sarà un regno di pace che durerà mille anni simili a quelli che viviamo ora.
Ci sono molte teorie riguardo al Millennio biblico, ma la Bibbia dice con chiarezza che sarà un regno reale; Gesù Cristo tornerà con un corpo fisico risorto e glorificato. Come ascese al cielo, così tornerà e, dove ascese, lì ritornerà. Come esistette fisicamente nel suo corpo risorto ed ebbe comunione con i discepoli per quaranta giorni prima di ascendere al cielo in un momento particolare del tempo e della storia, così in un altro momento preciso del tempo e della storia, egli ritornerà fisicamente nel suo corpo risorto.
Quando Gesù finalmente ritornerà, verrà per essere il Re di un regno che durerà mille anni, mille anni di quelli che viviamo comunemente e questo sarà un regno di pace. Quando Isaia 2:4 dice che i popoli “trasformeranno le loro spade in vomeri d’aratro e le loro lance, in falce”, parla del Millennio; sarà un regno di pace e non ci sarà alcuna guerra.
Per quanto riguarda le guerre reali, Gesù disse che sarebbero continuate finché non fosse ritornato.

“Voi udrete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, infatti bisogna che questo avvenga, ma non sarà ancora la fine. Matteo 24:7 Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi” (Matteo 24:6-7).

Allo stesso modo continuerà la vita di ogni giorno finché Gesù non ritornerà.

“Come fu ai giorni di Noè, così sarà alla venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni prima del diluvio si mangiava e si beveva, si prendeva moglie e s’andava a marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e la gente non si accorse di nulla, finché venne il diluvio che portò via tutti quanti, così avverrà alla venuta del Figlio dell’uomo” (Matteo 24:37-39).

Nell’epoca che precederà la venuta di Gesù ci saranno persone di ogni professione; le persone si sposeranno, saranno avare e litigheranno per appropriarsi di beni, ci sarà sensualità e ci saranno guerre e la Bibbia parla anche di disastri naturali.
Coloro che credono di poter creare un regno di pace ora sulla terra e ne parlano come se fosse possibile, si illudono; questa è solo ed esclusivamente una speranza; solo quando Gesù ritornerà sarà stabilito un regno di pace e ci saranno mille anni di pace durante i quali la gloria di Dio si manifesterà sulla terra come mai prima. Questo è il settimo dei sette anni e nel settimo giorno ci si riposa e si loda Dio.
Ora, poiché parliamo di guerra, è importante sottolineare che non si vuole né farla apparire qualcosa di romantico né esaltarla. La guerra è terribile, ma è il risultato della caduta dell’uomo ed è quindi profondamente tragica; è una sofferenza indescrivibile e un fenomeno orribile.
Dico questo perché è necessario puntualizzare che cosa si pensa della guerra per far comprendere il motivo per cui se ne parla. Poiché noi, in questa vita, siamo in una battaglia spirituale per l’anima dell’uomo e poiché la Parola di Dio, e specialmente Paolo, usa varie parabole con immagini militari, è naturale che anche noi facciamo la stessa cosa. Descriviamo semplicemente una realtà spirituale e non è una cosa da prendere alla leggera; è una battaglia spirituale vera nella vita delle persone e la posta è: essere con Dio o senza Dio. Questo è il motivo per cui la Bibbia usa immagini di battaglie reali per spiegare le battaglie del mondo spirituale per conquistare le anime preziose degli esseri umani.


Il traguardo è la pace

Che cos’è esattamente una guerra? Un mezzo per avere la pace. Tutti, persino il tiranno o il dittatore più crudele usano la guerra come mezzo per ottenere la pace; il fine è sempre la pace, e questo è il motivo per cui coloro che combattono possono dire di amare la pace; è vero, la amano, anche se lo fanno alle loro condizioni.
Quindi l’obiettivo degli atti di guerra è di conquistare, di espandersi, di vincere, di proteggere il proprio territorio e di sopraffare il nemico.
Anche il fine di Dio è di conquistare, di espandersi e di vincere e per questo motivo il regno di Dio e quello di satana sono in guerra l’uno contro l’altro e la battaglia continuerà finché Gesù la finirà e stabilirà il Millennio. Questa battaglia si combatte in tutto il mondo e anche nella nostra vita. Non riusciremo a sottrarci ad essa, ma, lode al Signore perché siamo dalla parte dei vincitori. La battaglia non è fra due nazioni uguali; il regno di Dio è infinitamente più forte.
è interessante vedere che Gesù, quando descrive l’espiazione, la descrive usando termini militari. Sulla croce Gesù conquistò, occupò e liberò. Nel Vangelo di Luca 11:21-22, Gesù dice: “Quando l’uomo forte, ben armato, guarda l’ingresso della sua casa, ciò che egli possiede è al sicuro; ma quando uno più forte di lui sopraggiunge e lo vince, gli toglie tutta l’armatura nella quale confidava e ne divide il bottino”.
Allo stesso modo Paolo descrive ciò che accadde tramite la morte e la risurrezione di Gesù: “ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce” (Colossesi 2:15).
Quando leggiamo la Bibbia ci viene rivelato che c’è una guerra; c’è un’intensa battaglia spirituale per la vita, il destino e il futuro degli esseri umani. La vita dell’uomo è così preziosa che quando il diavolo vuole distruggerla, Dio mette in moto tutto ciò che ha per fermare il nemico e per liberare e ristabilire l’uomo. Non c’è da meravigliarsi, quindi, se Giovanni dice in 1 Giovanni 3:8: “Per questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo”.

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Ulf Ekman

Ekman Ulf è una figura di grande prestigio in tutto il mondo pentecostale.

La comunità che ha fondato, Livets Ord, o Word of Life in inglese, Parola di Vita, conta una scuola frequentata da un migliaio di alunni, diversi missionari attivi specialmente in Russia, Kazakistan e altre regioni ex sovietiche, nonché una Ong caritativa attiva in India.

Ha dato vita alla più grande scuola di studi biblici dell’intera Penisola scandinava, i suoi libri sono tradotti in 60 lingue e i suoi sermoni televisivi hanno varcato i confini europei.


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