E’ una buona consuetudine della rivista Studi di Teologia cogliere l’occasione di particolari ricorrenze per valorizzare personaggi, temi e vicende della storia evangelica. L’interesse non è museale, ma culturale. Si tratta di esplorare i contorni e i contenuti di una eredità – quella evangelica – che si configura come una visione del mondo radicata nella Bibbia e plasmante la storia. La figura di Johannes Althusius (1557 -1639) è associata alla nascita del federalismo moderno ed è oggetto di un rinnovato interesse nell’ambito degli studi storici e politologici . Si può dire che, sulla scia delle intuizioni delle prime generazioni di riformati, Althusius abbia contribuito ad estendere gli effetti della Riforma nell’elaborazione di un pensiero politico riformato. Per questa ragione, Althusius è un pensatore che dà voce alla transizione che va dalla riforma della chiesa a quella dello stato secondo categorie ripensate alla luce della teologia del patto. Mentre altri teologi coevi e successivi sviluppano la teologia del patto (o federale, dal latino: foedus) per ripensare l’impalcatura complessiva della teologia , Althusius si cimenta nel compito di applicare questa intuizione al campo politico. Partendo dalle sue categorie federali, gli ugonotti, i covenanters scozzesi, i puritani inglesi e americani avrebbero fatto avanzare ulteriormente lo sviluppo di teorie politiche e di principi di architettura costituzionale. Althusius riconosce che il primo grande disegno federalista è quello della Bibbia, in particolare delle Scritture ebraiche. Per lui, è anche il migliore. Il pensiero biblico è federale dall’inizio alla fine: dal patto di Dio con Noè (Gn 9) alla riaffermazione da parte dei Giudei del patto del Sinai sotto la leadership di Esdra e Neemia che adottano la Torah come costituzione (Esd 10; Ne 8). Il motivo del patto è centrale nella visione biblica; è la base delle relazioni, il meccanismo per definire ed allocare l’autorità, come pure il fondamento dell’insegnamento biblico riguardante la politica. Il grande disegno biblico per l’umanità è federale nel senso che si basa su una rete di patti che traggono origine da quello tra Dio e l’uomo e che configurano il contesto delle relazioni umane, soprattutto di ordine politico, in senso federale, cioè attraverso il patto, l’associazione e il consenso, la differenziazione dei ruoli e delle sfere di sovranità. Inoltre, la nazione biblica classica è stata una federazione articolata di tribù istituita e riaffermata da un patto per operare sotto una costituzione e delle leggi comuni. Tutti i cambiamenti costituzionali nell’organizzazione politica d’Israele sono stati introdotti attraverso la stipulazione di patti. Anche in seguito all’introduzione della monarchia, l’elemento federale è stato mantenuto sino a quando la maggior parte delle strutture tribali sono state distrutte da forze esterne. La visione biblica di un popolo ricostituito nell’età messianica anticipa la ricostituzione di una federazione di popoli. L’influenza di Althusius non si è limitata all’ambito protestante in senso stretto. In qualche modo, tutti i progetti federalisti successivi derivano anche da queste intuizioni. Si può dire che il pensiero protestante si sia fatto interprete di un’esigenza di rinnovamento delle categorie politiche, indicando come il nocciolo biblico del patto possa costituire la matrice di un pensiero che non può limitarsi ai confini della chiesa, ma osa pensare in termini relazionali anche il discorso politico. (Dall'introduzione di L. De Chirico)