Sull'incudine - Storie sul come essere forgiati a immagine di Dio
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Siamo tutti là, da qualche parte, dentro la "bottega del fabbro". Nel mucchio dei rottami, o nelle mani del Maestro, o sull'incudine, oppure nella cassetta degli attrezzi. In questa collezione di scritti, il popolare autore Max Lucado vi porta a visitare la "bottega del fabbro". Potrete esaminare tutti gli attrezzi e guardare in ogni angolo. Dagli scaffali al bancone di lavoro, dal secchio dell'acqua al fuoco... E sono sicuro che, da qualche parte, incontrerete voi stessi... L'artigiano usa diversi attrezzi per sagomare i suoi strumenti di lavoro: martelli, fornaci, incudini. Alcuni utensili ora giacciono in un mucchio di rottami, rotti, sorpassati, spuntati, arrugginiti. Accatastati là, in un angolo pieno di ragnatele, sono diventati oggetti inutili, non più adatti a compiere ciò per cui erano stati creati. Altri utensili sono ancora sull'incudine, per essere fusi, arroventati, resi malleabili per essere cambiati. Attendono sull'incudine di essere sagomati dal martello dell'artigiano, per divenire, attraverso un procedimento a volte anche doloroso, ciò per cui erano stati creati. Sono utensili che divengono utili: ben affilati, pronti all'uso, precisi, mobili. Allineati nella cassetta degli attrezzi dell'artigiano, sono utilizzabili dal loro padrone, pronti a compiere il loro lavoro. Noi tutti siamo là, da qualche parte, nella "bottega del fabbro".
ISBN: 9788880772767
Producer: Editrice Uomini Nuovi
Product Code: 9788880772767
Weight: 0,140kg
Binding: Brossura
Language: Italian

Book contents

Ringraziamenti; Prefazione; INTRODUZIONE: LA BOTTEGA DEL FABBRO; IL MUCCHIO DEGLI ATTREZZI ROTTI - Il mucchio degli attrezzi rotti; Sono molto stanco; Ora, non fatevi trasportare! L'uva acerba; Le dimissioni di Billie; Per amore di uno straniero e la mancanza di un Nome; Misericordia, non sacrificio; Chi è giusto? Speranza per Leo; Giuda, l'uomo che non conobbe mai; La speranza fu ignorata; Occhi che non vedono mai; orecchie che non sentono mai; Il vino nuovo è per otri nuovi; SULL'INCUDINE - Sull'incudine; L'ora dell'incudine; Le orme di Satana; Colpo - tonfo, colpo - tonfo; Chi spinge la vostra altalena? Juan - a pranzo; Vita dalla tribuna stampa; Il valore dell'amicizia; Non più cortine! Avete visto Gesù? Un cuore buono, ma... L'escursionista; Il giorno in cui il mio piatto venne rotto; Riponete la propria fiducia là dove sta il vostro cuore; Un giorno; "Dio, non te ne importa?" L'ascia non affilata; Il giorno di San Valentino del 1965; Botole aperte e peccati improvvisi; Chi comanda qui? UNO STRUMENTO PER USO NOBILE - Uno strumento per uso nobile; Oggi voglio fare la differenza; Il tunnel collaudato; Il movimento che era destinato a fallire; La comunicazione è più delle parole; Amore non negoziabile; Single: errore o missione? La lingua velenosa; Il giorno della domanda. La domanda! Cinque proposte riservate; La preghiera delle nozze; Sara; Il sonar che richiama i pesci; Trionfanti... per sempre! Fondare un movimento; EMERGENDO DALL'INCUDINE - Fuori dall'incudine.

Sample chapter

Introduzione


La bottega del fabbro


Nella bottega del fabbro ci sono tre tipi di strumenti. Quelli accatastati in un mucchio di rottami:

antiquati,
rotti,
spuntati,
arrugginiti.

Stanno in un angolo pieno di ragnatele, inutilizzabili per il loro padrone, immemori della loro funzione.

Vi sono altri attrezzi sull?incudine:

fusi,
arroventati,
modellabili,
mutevoli.

Giacciono sull?incudine, vengono modellati dal loro maestro e accettano la loro funzione.

Ci sono attrezzi utili:

affilati,
preparati,
precisi,
mobili.

Sono allineati e pronti nella cassa degli attrezzi del fabbro, a disposizione del loro padrone e pronti ad adempiere la loro funzione.

Alcune persone giacciono inutili:

vite spezzate,
talenti sprecati,
fuochi spenti,
sogni infranti.
Sono state gettate insieme ai rottami di ferro ed hanno un disperato bisogno di essere riparate e non hanno alcuna idea di quale sia il loro scopo.

Altre persone giacciono sull?incudine:

cuori aperti,
desiderosi di cambiare,
ferite rimarginate,
visioni chiarite.

Accolgono volentieri i dolorosi colpi di martello del fabbro, desiderose di essere ricostruite ed usate.

Altre stanno nelle mani del loro Maestro:

messe bene a punto,
senza compromessi,
lucenti,
produttive.

Rispondono al tocco del braccio del loro Maestro, senza chiedere nulla, arrendevoli a tutto.

Siamo stati tutti, qualche volta, nella bottega del fabbro. Alcuni sono stati nel mucchio dei ferri vecchi, altri nelle mani del Maestro che li ha posti sull?incudine, altri ancora nella cassa degli attrezzi utili. Alcuni di noi si sono trovati in tutte e tre le situazioni.
In questa raccolta di articoli, faremo un giro nella ?bottega?. Esamineremo tutti gli attrezzi e guarderemo in tutti gli angoli. Dagli scaffali al bancale di lavoro, dall?acqua al fuoco??.
Sono sicuro che da qualche parte vedrete voi stessi.
Scopriremo che cosa intende dire Paolo quando afferma che bisogna diventare ?uno strumento per nobili scopi?. Quale trasformazione ? questa! Il mucchio ruggine degli attrezzi rotti, l?incudine dove si realizza la nuova fusione, le mani del Maestro: tutto questo rappresenta un viaggio gioioso ed insieme doloroso.
A voi che fate questo viaggio - che lasciate il mucchio ed entrate nel fuoco, timorosi di essere battuti sull?incudine di Dio e caparbiamente alla ricerca di scoprire il vostro ruolo ? dico: fatevi coraggio perch? vi attende il privilegio di essere usati come ?Strumenti scelti di Dio?.
Max Lucado

























Prima parte


Il mucchio degli attrezzi rotti
U U U


Capitolo 1

Il mucchio degli attrezzi rotti

Per riuscire a trovarmi, guarda nell?angolo della bottega,
l? sopra
dietro le ragnatele,
sotto la polvere,
nel buio.

Ci sono decine di persone come noi:
manici rotti
lame non affilate,
ferro spezzato.

Alcuni di noi un tempo erano utili, tuttavia?
?molti di noi non lo sono mai stati.

Ma, ascolta, non dispiacerti per me.
La vita non ? poi cos? brutta l? nel mucchio...
Non si lavora,
non si va sull?incudine,
nessun dolore,
nessuna affilatura,

ma i giorni sono molto, molto lunghi.
Capitolo 2


Sono molto stanco


Sarebbe stato ricordato come uno dei casi pi? sconcertanti di persone scomparse.
Nell?Agosto del 1930, il quarantacinquenne Joseph Crater agit? la mano per salutare gli amici, dopo una cena in un ristorante di New York, fece segno a un taxi e si allontan?. Da quel momento non fu pi? visto n? sentito.
Cinquant?anni di ricerche hanno dato adito a innumerevoli teorie, ma non hanno portato ad alcuna conclusione. Poich? Crater era un affermato giudice della Corte Suprema di New York, molti sospettarono che fosse stato assassinato, ma non si trov? mai un valido indizio. Altre ipotesi suggerivano: un rapimento, un?implicazione della Mafia ed anche un suicidio.
Una perquisizione del suo appartamento rivel? un indizio. C?era un?annotazione allegata ad un assegno, ed entrambi erano per sua moglie. L?assegno era di un notevole importo e la nota diceva semplicemente: ?Sono molto stanco. Ti amo, Joe?.
L?annotazione poteva essere niente di pi? che un pensiero espresso al termine di una giornata pesante. Oppure avrebbe potuto avere un significato maggiore: essere l?epitaffio di un uomo che stava per sparire. La stanchezza ? pesante. Non mi riferisco alla stanchezza fisica che viene dall?aver usato un falcia erba o la stanchezza mentale che sopraggiunge al termine di una pesante giornata di pensieri e decisioni. No, la stanchezza che assal? il giudice Crater era di gran lunga peggiore. Era la stanchezza che giunge poco prima che un essere decida di mollare. Quella sensazione di onesta disperazione. Quella del padre scoraggiato, del bambino abbandonato o del pensionato che si trova con le mani piene di tempo. Nasce in quel momento della vita nel quale spariscono le motivazioni: i figli che sono cresciuti, la perdita di un lavoro, la morte di una moglie. Il risultato ? stanchezza ? profonda, solitaria, frustrata stanchezza.
Soltanto un uomo, nel corso della storia, ha affermato di avere una risposta per tutto questo. Egli sta ancora davanti a tutti i Joseph Craters del mondo con la stessa promessa: ?Venite a me voi tutti che siete stanchi... ed io vi dar? riposo? (Matteo 11:28).

?Dopo averlo arrestato lo portarono via
e lo condussero nella casa del sommo sacerdote;
e Pietro seguiva da lontano?
(Luca 22:54)



Capitolo 3

Ora: non fatevi trasportare!

?Pietro lo seguiva da lontano?
(Luca 22:54)

Pietro fu perspicace.
Si mantenne a distanza da Ges?.
?Star? abbastanza vicino da vederlo,? ragion? Pietro.
?Ma non troppo vicino altrimenti potrebbero prendermi?.

Buona idea Pietro.
Non essere troppo coinvolti ? si potrebbe restare feriti.
Non essere troppo leali - si potrebbe essere bollati.
Non mostrarsi troppo interessati ? potrebbero crocifiggere
anche voi.

Abbiamo bisogno di uomini come te, Pietro.
Uomini che tengano la religione al suo posto.
Uomini che non agitano le acque
Uomini che grondano mediocrit?.

? questo, sissignori, il tipo di uomini di cui Dio ha bisogno.
Che sappiano come mantenere le distanze:
?Bene, io far? la mia parte e verr? una volta alla settimana, ma?beh?sapete, si potrebbe essere trasportati?coinvolti??

S?, potreste essere trasportati?..
Su una collina,
ad una croce
ed essere uccisi.

Pietro impar? una lezione quel giorno ? una dura lezione.
? meglio non avere mai seguito Ges? piuttosto che averlo
seguito per poi rinnegarlo.

Sottolineate queste parole.
Seguitelo a distanza e finirete per rinnegare il Maestro. Punto.
Non vorrete morire per un uomo che non potete toccare. Punto.
Ma rimanete accanto a lui, nella sua ombra...
Morirete con lui e ne sarete felici.


Capitolo 4


L?uva acerba

Una volta ho conosciuto un uomo che considerava gli studi biblici e il servizio di culto come un severo critico cinematografico valuta le ultime novit?.
?Divertimi!?
Braccia conserte.
Labbra serrate.
In attesa.
?? meglio che questo (film) sia buono.?

Con occhio spietato e orecchio critico
siede,
e osserva,
e ascolta.

L?insegnante, il pastore, il direttore del coro sono tutti sue prede.
Guai all?insegnante che non chiede il suo parere, guai al pastore che permette che il culto duri qualche minuto di pi?, guai al conduttore della musica che sceglie cantici che il critico non conosce.

Una volta conobbi un uomo che veniva ogni domenica in chiesa per farsi intrattenere e non per incoraggiare. Fece notare che i giochi della domenica pomeriggio erano pi? eccitanti del culto del mattino.

Non ne fui sorpreso.
Capitolo 5


Le dimissioni di Billie

Una sera del 1954 Billie Sicard si dimise dalla vita. Non vi fu alcun annuncio ufficiale n? alcuna carta firmata. Tuttavia lei si dimise. A tutti gli effetti pratici Billie decise di non vivere pi?. Il suo spirito mor? nel 1954; il suo corpo si spense nel 1979.
In quella sera del 1954 venne meno l?unica ragione di vita per Billie. Suo figlio, George, dodici anni, mor? per un tumore al cervello. La morte del giovane George lasci? Billie prigioniera del vuoto. Quando suo figlio nacque, lei aveva trentaquattro anni. Quando suo marito la lasci?, suo figlio divenne la sua sola ragione di vita. Quando lui mor?, la morte di George divenne anche la sua.
Lei era una persona benestante. Billie aveva sempre vissuto, sin dal 1937, sull?esclusiva Sunset Island di Miami. Dopo la sua morte, la casa dove abitava venne messa all?asta e venduta per 226.000 dollari. Ma tutto questo non aveva importanza per Billie. La sua vita era imperniata su suo figlio. Dicono che, dopo la morte avvenuta in un ospedale di New York, il corpo di George fu trasportato a casa per una veglia funebre. Dopo avere lasciato la salma esposta per un giorno nella casa della signora Sicard, il direttore delle pompe funebri venne per togliere la bara e organizzare il funerale. Lei non glielo permise. Per parecchi giorni pianse dietro le porte chiuse prima di permettere che portassero via il corpo di George.
Per Billie era cosa da nulla uscire a far compere e spendere centinaia di dollari in giocattoli per George. Nel 1979, quando venne trovata esanime, furono trovati intatti tutti i giocattoli del figlio, cos? come lui li aveva lasciati. Nulla era stato riposto, niente era stato mosso. Per venticinque anni Billie aveva vagato in una casa piena di giocattoli, con il cuore pieno di ricordi. Quando, dopo la sua morte, la casa fu venduta, c?era ancora l?uniforme da boy scout di George appesa nell?armadio. Sulla parete della stanza c?era ancora il disegno di un trenino fatto dal bambino con un gesso rosso. Lei non lo aveva mai cancellato. Le pantofole di Miky Mouse stavano ancora nell?angolo della sua stanza da letto. Nel garage c?era una Packard del 1941 che lei aveva regalato al piccolo George per il suo decimo compleanno.
Quando Billie si dimise dalla vita divenne una reclusa. Il suo giardino divent? una giungla. La sua casa divent? fonte di storie di fantasmi e di dicerie. Lei si mise a mangiare troppo. Si appart?. Non s?interess? pi? a nulla. Billie si dimise. Ora la sua vita ci sta davanti come un silenzioso monito per tutti. L?uomo deve possedere qualcosa di superiore alla morte??altrimenti la morte lo far? prigioniero.

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Max Lucado
Max Lucado

Max Lucado (1955) è un autore americano e pastore presso la Oak Hills Church di San Antonio, in Texas.
Ha conseguito due lauree alla Abilene Christian University e il suo primo lavoro come pastore è stato come associato presso una piccola chiesa di Miami, in Florida. Fu lì che sviluppò la sua passione per le persone, il ministero e la scrittura, iniziando con una colonna nella newsletter settimanale della chiesa.

Negli anni '80 si è trasferito a Rio de Janeiro con la moglie per aiutare nella fondazione di nuove chiese e vi è rimasto per cinque anni.

Max ha scritto oltre 40 libri e dalla pubblicazione del suo primo libro, ha condiviso le promesse di Dio in sermoni, libri, articoli e interviste. I suoi scritti appaiono anche in video, meditazioni, canzoni, biglietti, opuscoli, studi biblici e commentari. I suoi libri appaiono regolarmente nelle classifiche dei bestseller nazionali, comprese quelle del New York Times e sono stati tradotti in oltre 54 lingue.

Max Lucado è stato soprannominato “pastore d'America” dalla rivista Christianity Today e il New York Times lo ha definito uno dei più influenti leader sui social media.

Max e Denalyn vivono a San Antonio, hanno tre figlie e due nipoti.


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