Maranatà - Il Signore viene - Il ritorno di Gesù Cristo nel piano della redenzione divina
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Il ritorno di Gesù Cristo nel piano della redenzione divina.
A Natale i Cristiani celebrano la nascita di Gesù e cantano inni di gioia e di lode. A Pasqua i Cristiani ricordano la passione, la morte e la risurrezione di Gesù e cantano inni di gloria. Ma la maggioranza dei Cristiani dimentica che Gesù ritorna con potenza e gloria per regnare come re su tutta la terra.
Il pregio di questo libro è che basandosi su fatti reali della nostra epoca dimostra che il mutamento sociale non è un normale processo storico, ma il suo epilogo finale come previsto dalla Bibbia.

I temi del volume: Maranatà e le sue vicende storiche; Il giorno della salvezza; Il giorno di Cristo; Il giorno del Signore; Due miliardi di Cristiani? Perchè credere? Vieni, Signore, vieni allora! (poesia); L'universalità del peccato; La nuova nascita spirituale; La morte; Il paradiso; La risurrezione; Il cielo; Mille anni di pace; La nuova Gerusalemme celeste; Dove passerai l'eternità?
ISBN: 9788880771890
Producer: Editrice Uomini Nuovi
Product Code: 9788880771890
Dimensions: 150 x 210 x 10 mm
Weight: 0,270kg
Binding: Brossura
Number of pages: 158
Language: Italian

Sample chapter

P R I M A P A R T E

Marànatà e le sue vicende storiche

“Marànatà” significa “Il Signore viene” (1 Corinzi 16:22). Ossia viene una seconda volta dopo essere venuto la prima volta. In altre parole: il Signore ritorna. è scritto: “Come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio, così anche Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a coloro che lo aspettano per la loro salvezza” (Ebrei 9:27-28)
Il giorno dell’Ascensione, dopo che Gesù fu elevato in cielo, si presentarono agli apostoli due uomini vestiti di bianco dicendo: “Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo” (Atti 1:11).
In seguito anche gli apostoli hanno testimoniato del ritorno del Signore. L’apostolo Paolo ha detto: “... aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù” (Tito 2:13). L’apostolo Pietro ha dedicato il terzo capitolo della sua seconda lettera alla venuta del Signore, mentre l’apostolo Giovanni ha dichiarato: “Ecco, egli viene con le nuvole e ogni occhio lo vedrà” (Apocalisse 1:7).
Nell’Antico Testamento ci sono molti riferimenti alla seconda venuta del Signore e nel Nuovo Testamento sono più di trecento.
Per queste testimonianze e riferimenti la chiesa apostolica, dei primi due secoli dopo Cristo, credeva fermamente al ritorno del Signore e lo aspettava con gioia. Anche se l’apostolo Paolo l’aveva avvertita che il ritorno del Signore non sarebbe avvenuto prima della manifestazione dell’Anticristo, ossia dell’uomo del peccato, la chiesa di allora si aspettava lo stesso il ritorno del Signore, perché considerava Roma la sede dell’Anticristo e l’imperatore romano la bestia apocalittica. Ma il Signore non poteva tornare perché il mondo non era maturo per il giudizio, mancavano i segni della venuta di Gesù e l’imperatore romano, pur avendo lo spirito dell’Anticristo, non era l’Anticristo finale profetizzato dalla Scrittura.
Così, molti credenti cominciarono a fuorviasi dalla sana dottrina e divennero facili prede delle teorie di Origene, teologo e padre della chiesa, il quale circa l’anno 250 dopo Cristo, concepì l’idea che le Parole della Scrittura fossero solo la “buccia” nella quale era nascosto il “nocciolo” della verità scritturale. Si cominciò così a leggere e a “rappresentare con allegorie” la Parola di Dio dando luogo alla Scuola allegorica, creando i presupposti di molte eresie sul ritorno del Signore, come quella che afferma che il Signore sarebbe tornato il giorno della Pentecoste, dimenticando che non fu il Signore a venire in quel giorno ma lo Spirito Santo che Gesù mandò secondo la sua promessa (Giovanni 16:7); oppure che il ritorno del Signore sarebbe avvenuto quando il peccatore si fosse convertito, dimenticando che nella conversione non è Cristo che va al peccatore ma è il peccatore che va a Cristo dopo essere stato convinto dallo Spirito Santo. C’erano poi, e ci sono anche oggi, credenti che pensavano che il ritorno del Signore sarebbe avvenuto alla morte del credente, usando come base un versetto del sermone profetico di Gesù che dice: “Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora che il Figliol dell’uomo verrà” (Matteo 25:13).
Se il Signore dovesse tornare ogni volta che un credente muore sarebbe molto occupato nelle sue venute. No, alla morte è il credente che va a Cristo e non è Cristo che va al credente. La morte è considerata sempre una partenza: “Assenti dal corpo, presenti (in Paradiso) con il Signore” (2 Corinzi 5:6-8).
L’effetto della Scuola allegorica di Origene fu che la chiesa primitiva, alla fine, guardò alla seconda venuta di Gesù in modo diverso, non conforme all’insegnamento della Scrittura.
Le cose si aggravarono quando l’imperatore romano Costantino, nell’anno 323 dopo Cristo, riconobbe il cristianesimo religione di stato conferendo alla chiesa privilegi e doni d’ogni genere per cui molti credenti pensarono che fosse iniziata l’era millenaria di pace e di giustizia. Ma come era possibile tanta prodigalità se Costantino, come imperatore romano, era considerato l’Anticristo? Per mettere a tacere le proteste di credenti illuminati e fedeli alla Parola di Dio, si disse che l’Anticristo non era Costantino, ma i suoi predecessori, ossia gli imperatori romani dell’era pagana. E così del ritorno del Signore se ne parlò sempre di meno, confinandolo alla fine di quella supposta e falsa pace millenaria.
Ma la strategia di satana per far dimenticare Marànatà, la promessa scritturale del secondo avvento di Gesù Cristo, si rivelò pericolosissima con l’avvento della chiesa romana. Sono storicamente provati gli errori e le persecuzioni perpetrati dalla chiesa papale del Medioevo (del resto riconosciuti, oggi, dallo stesso Papa Wojtyla che ha chiesto pubblicamente perdono) per i quali il papato fu accusato di essere l’Anticristo. Così si pensò di togliere dalla Bibbia il libro dell’Apocalisse che ricorda le gesta diaboliche e nefaste della bestia (anticristo) e della donna di colore scarlatto (Apocalisse 13 e 17). Ma non riuscendo a distruggere quel libro dal canone scritturale, la strategia di satana ispirò i teologi inquisitori dell’epoca a proibire la diffusione e la lettura della Bibbia che divenne, per secoli, un libro suggellato e nascosto. E così l’oscurità della notte spirituale cadde sulla cristianità e la Parola scritturale del ritorno del Signore fu ignorata per mancanza di conoscenza. Ma Dio non permise che questa grande verità continuasse ad essere ignorata e sorsero tra le fitte tenebre dei bagliori di luce, come i Valdesi e altre correnti cristiane, che testimoniarono della seconda venuta del Signore.
Con la riforma protestante la Bibbia non fu più un libro chiuso e, alla luce della Parola di Dio, le tenebre furono dissipate, disperse. La dottrina del ritorno di Gesù Cristo fu ravvivata e ricondotta al suo giusto posto d’onore nella Scrittura. Ma, ahimé, le continue lotte religiose e la formazione di numerosi movimenti cristiani che ne seguirono, fecero ben presto dimenticare, ufficialmente, la grande verità del ritorno di Gesù. La spiritualità declinò dando luogo alla nascita e alla crescita del razionalismo religioso, il quale cercò nuove vie di interpretazioni alla seconda venuta di Gesù. E sul ritorno di Cristo sorsero, specialmente in Inghilterra, nuove teorie e nuove ipotesi sino a che il nuovo risveglio religioso dei secoli diciottesimo e diciannovesimo, avvenuto in seguito alla predicazione della Parola di Dio da parte dei suoi servi come George Whitefield, John Wesley, Charles G. Finney, D.L. Moody, C.H. Spurgeon ed altri come la Chiesa dei Fratelli, riportò la seconda venuta del Signore al suo giusto posto, nel piano divino della redenzione umana.
Ma fu solo con il grande risveglio pentecostale del ventesimo secolo che la dottrina del ritorno del Signore fu insegnata con convinzione spirituale come la tematica del soggetto richiede. Ovunque il movimento pentecostale nasceva spontaneo nel mondo ad opera dello Spirito Santo, i credenti erano vivificati, risvegliati e sempre “all’erta” per la seconda venuta di Gesù Cristo. La gioia dell’attesa fu grande specialmente quando nel 1948 sorse lo Stato d’Israele, segno foriero e indicativo che la venuta del Signore era imminente.
Io stesso ho testimoniato l’importanza di quel grande evento visitando, prima da solo e poi insieme a mia moglie, centinaia e centinaia di comunità cristiane nel mondo, predicando la Parola intorno al ritorno di Gesù per mezzo di video e di letteratura. L’interesse che il ritorno del Signore suscitava nei credenti ci spingeva sempre di più a lavorare e produrre strumenti concernenti la “Beata Speranza”. è meraviglioso sperimentare la vita cristiana quando è inserita nell’attesa viva di quel grande e glorioso evento, alla luce del sole della Giustizia, cioè del ritorno di Cristo; le cose di quaggiù non si stimano più. Ma, con il passare degli anni, ho costatato che quell’entusiasmo e quell’interesse di una volta sono diminuiti. Sì, è vero, ogni tanto si dice e si predica che Gesù ritorna ma in quale misura rispetto ai decenni passati? Che cosa sta succedendo ora al popolo di Dio riguardo Marànatà?
Sta succedendo che una nuova cultura invade il mondo e influenza, purtroppo, anche la vita cristiana della grande maggioranza dei credenti.
Viviamo oggi in un mondo in cui la realtà della globalizzazione mediante la scienza, la tecnologia e i processi economici sta inesorabilmente espandendosi, creando una nuova cultura mondiale che sembra diffondersi rapidamente. Questa nuova cultura globale, ossia mondiale, è il prodotto della secolarizzazione e della modernizzazione caratterizzato da una filosofia esclusivamente materialista, razionalista e spiritista, che esibisce all’umanità nuovi valori che escludono qualsiasi riferimento alle radici morali e religiose.
Questa nuova moderna filosofia dei valori, divisa in tre movimenti di pensiero cioè materialista, razionalista e spiritista, ha creato, in realtà, un nuovo umanesimo ed una nuova trinità. Infatti il nuovo materialismo di oggi cerca di surrogare, ossia di sostituire Dio con la materia ed ha uno slogan, un credo che dice: “Volere e godere questo e quello”, ossia l’uomo deve volere e godere tutto. Mentre il nuovo razionalismo ha un altro slogan, un altro credo che dice: “Ama te stesso”, “Di sì a te stesso”, “Libera te stesso”, vale a dire che l’uomo può liberarsi, salvarsi da sé escludendo a priori che la liberazione e la salvezza vengano solo da Gesù Salvatore del mondo. E il nuovo spiritismo cerca di rimpiazzare lo Spirito Santo per cui l’uomo è sempre più guidato da forze spirituali ribelli e violatrici del volere divino.

Più da vicino:

1. Il neomaterialismo che la globalizzazione mondiale ci propone, non è altro che il godimento degli appetiti naturali della carne dell’individuo. Il lusso è il vero padrone della vita moderna. Il godimento, quasi senza limite, trascina i servitori di questa nuova trinità negli abissi del peccato turpe e getta l’uomo nell’irrequietezza e nell’immoralità.
Il neomaterialismo di oggi è un nuovo valore terreno, carnale, diabolico; è disordine di azioni malamente concepite. è un peccato che governa i nostri villaggi e le nostre città e che unisce saldamente la gioventù. Il neomaterialismo serve la carne più che mai e rende l’uomo sordo alla volontà di Dio e insensibile alla Parola divina.
La nostra epoca, a causa di questo materialismo, sta sprofondando sempre più nella stessa immoralità che causò la fine di Sodoma e Gomorra, le due città sulle quali il Signore fece piovere fuoco e zolfo annientandole. Gesù ha già profetizzato che al suo ritorno tutto sarà come ai tempi di Sodoma e del diluvio, quando gli uomini attaccati alle cose materiali di allora erano succubi di un godimento carnale irrefrenabile. La moglie di Lot ne è un esempio perché, per essere attaccata ai beni materiali che lasciava per scampare al giudizio di Dio, si voltò per guardarli e divenne una statua di sale. Perciò Gesù ai servi del materialismo ammonisce: “Ricordatevi della moglie di Lot” (Luca 17:32).
Ma quanto neomaterialismo c’è anche oggi nei figli di Dio? Quanto desiderio c’è oggi nei credenti di “Godere questo e quello?” Quale Dio si serve: quello vero o il surrogato “mammona”?
2. Oggi il neorazionalismo, la nuova ragione umana, festeggia i suoi più grandi trionfi, la sua abilità. La pretesa saggezza umana ha prodotto l’ateismo in molti scienziati. Sembra che una potenza dal basso abbia conferito agli uomini del nostro tempo capacità razionali che permettono loro di dominare le forze della natura ben oltre i confini della terra, fin lontano nello spazio. Questa potenza dal basso è proprio quella di satana espressa nelle parole: “Io salirò in cielo, innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio” (Isaia 14:13). Satana, già Lucifero, conquistò, con la sua ribellione a Dio, gli spazi ed oggi l’uomo con il suo neorazionalismo vuole conquistare gli spazi ripetendo il medesimo linguaggio blasfemo e impudente di Lucifero.
è un neorazionalismo arrogante riguardante Dio, la Bibbia e la via della salvezza in Gesù Cristo; che parla di teologia senza Dio, critica ed ironizza la Bibbia per ridurla in pezzi, invade scuole e università con il suo pensiero per togliere la croce di Cristo dalle pareti asserendo che Gesù è soltanto morto e non risorto e non può essere vero che egli viva ancora! Una volta su questo argomento c’era soltanto un dubbio che si esprimeva con timore. Oggi, invece, c’è una certezza menzognera, che proietta il suo rifiuto contro la Parola di Dio e il suo Cristo.
Sono molti gli insegnanti nelle scuole e nelle università che tolgono sistematicamente alla nostra gioventù la fede nel Dio della Bibbia, mentre pensatori e scrittori producono letteratura d’ogni genere per inculcare nelle menti secolarizzate della nostra epoca globalizzata che solo il neorazionalsimo, ossia la ragione, salva l’uomo e non il sacrificio di Gesù Cristo compiuto sulla croce.
Si ripete e s’insegna che l’uomo deve liberare sé stesso. Ma non è questo lo spirito dell’Anticristo della nostra epoca? Uno spirito che tende a formare una civiltà senza Cristo, spiritualmente vuota e che può legarsi facilmente a tutto ciò che è altrettanto vuoto come la filosofia neomaterialista del nostro tempo.
3. Il neospiritisimo è il terzo grande movimento. Vi sono due regni degli spiriti: il regno di Dio e quello di satana. Ciascuno di questi regni dispone anche di un esercito di principati e di potestà. E così abbiamo:

 Gli eserciti del cielo composti da angeli, cherubini e serafini ubbidienti.
 Gli eserciti di satana composti da angeli disubbidienti e decaduti.

Del regno di satana la Bibbia ci dice quel tanto che dobbiamo sapere per riconoscerne i segni, e quindi proteggerci e saperlo combattere nel modo più idoneo: “il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti” (Efesini 6:12). Queste forze del male hanno lavorato e disturbato da sempre, ma oggi nell’epoca del neospiritismo in cui viviamo, sono più determinate che mai, cercando di annientarci. Questa è la ragione per cui l’atmosfera è spesso impregnata da tutte le malvagità dell’occulto e del satanico. Questo regno di satana e dei suoi demoni rincorre oggi, all’apice della sua gloria, particolarmente la gioventù che si inietta nelle vene il veleno della droga ed è sempre disperata. Come faranno i giovani a liberarsi senza Gesù Cristo? Come faranno a liberarsi se un neorazionalismo incosciente e tenebroso insegna loro l’autoliberazione? Ecco il dramma che crea la filosofia della nostra epoca. Pertanto satana festeggia già fin da oggi trionfi in molti luoghi. Si avvicina il momento in cui egli e i suoi demoni godranno di un potere illimitato. Ben presto si aprirà “il pozzo dell’abisso” e i demoni potranno svolgere la loro opera su questa terra, per un tempo limitato, sì, ma senza barriere (Apocalisse 9:1-6).
La potenza del neospiritismo è oggi molto grande. Essa influenza ideologie e movimenti che, coscientemente o incoscientemente, adorano il demonio; ha una grande potenza e pretende addirittura di dominare il mondo. Dobbiamo però riconoscere il fatto che neomaterialismo e neorazionalismo sono il terreno più fertile per il neospiritismo, perché il neorazionalismo, pensiero umano moderno e secolarizzato, non può trasmettere forza e così è costretto a cercarla nel neospiritismo. è per questo motivo che le librerie sono piene di libri che si occupano degli extraterrestri e dell’occulto per gente d’ogni classe sociale.
Se la nostra epoca impregnata di neomaterialismo, neorazionalismo e neospiritismo non può per forza di cose lasciarsi guidare dallo Spirito di Dio, è ovvio che debba lasciarsi guidare dagli spiriti malvagi.
Abbiamo la consapevolezza di quanto sia demoniaca la nostra epoca? Quante persone credono agli indovini, ai cartomanti, agli oroscopi? Quanti governanti nella speranza di governare bene si lasciano predire, illusoriamente, l’avvenire dai professionisti del futuro?
In questo contesto di globalizzazione mondiale qual è il posto di “Marànatà”, ossia del ritorno di Gesù Cristo, nella scala dei valori morali e religiosi? O meglio, trova ancora posto il valore del ritorno del Signore, non dico tra gli increduli, ma tra gli stessi credenti?
Gesù, sapendo in anticipo la situazione morale e religiosa dei nostri tempi di globalizzazione secolarizzata e moderna, ha detto: “Ma quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà la fede sulla terra?” (Luca 18:8).
In altre parole: se il mondo oggi va avanti di questo passo - e Gesù l’aveva previsto - al suo ritorno, troverà la fede sulla terra? Troverà ancora questo valore tra gli uomini?
Certo, obiettivamente parlando alla domanda di Gesù dovremmo rispondere: no. Ma Gesù, che conosce e sa valutare le cose meglio di noi, alla domanda che rivolge nella sua Parola non può contraddire sé stesso. Perché sé Gesù ha detto che egli avrebbe edificato la sua chiesa e le porte dell’inferno non l’avrebbero vinta (Matteo 16:18), allora è evidente che quando egli ritornerà, anche se troverà un mondo cambiato, secolarizzato, moderno, che ragiona in modo diverso, ci sarà sempre un numero di credenti fedeli, un piccolo gregge che tiene alta la fiaccola della fede facendola brillare in un mondo di tenebre. Pertanto, la domanda di Gesù, più che esprimere un dubbio, ci provoca per vedere se, in un mondo che avanza sempre di più senza di lui, ci siano ancora credenti che possano rispondergli: “Signore, la fede ci sarà e anche se saranno pochi a professarla, sarà una fede convinta, perseverante e soprattutto fedele”.
Sii fedele alla Parola della Bibbia che dice: “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo Unigenito Figlio affinché chiunque crede in lui non perisca ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). Ciò significa che Dio, l’Eterno Creatore del cielo e della terra, l’Iddio della Bibbia, Dio Spirito vivente e vero, unico, assoluto, eterno, ha dato il suo unico Figlio Gesù Cristo, il Messia inviato sulla terra come unico Salvatore dell’uomo caduto nel peccato, per rigenerarlo mediante l’opera dello Spirito Santo, affinché ottenga perdono e salvezza mediante l’opera redentrice di Cristo. è questa la fede che il Figlio dell’uomo vuole trovare al suo ritorno, è questa la fiducia che richiede dall’uomo affinché si rivolga a lui e non ai “nuovi valori della nostra epoca globalizzata” e caratterizzata dal neomaterialismo, razionalismo, spiritismo, nuove filosofie moderne e diaboliche che solo la strategia di satana poteva produrre.
Ma se Gesù Cristo al suo ritorno troverà la fede sulla terra, troverà anche una vigilanza fedele per il suo ritorno?
Abbiamo già detto che la chiesa primitiva dei primi due secoli dopo Cristo era vigilante e zelante per il ritorno del Signore. Poi alterne vicende storiche, politiche e religiose l’hanno distratta su questo importante soggetto biblico, anche se un nucleo conduttore di credenti vigilanti e zelanti c’è sempre stato. Ma oggi che l’epoca del ritorno di Cristo è matura, quale sarà il comportamento futuro dei credenti? Quel nucleo conduttore, che ha tenuto alta la fiaccola del ritorno di Cristo nei secoli, sarà vigilante quando egli verrà? Chi risponderà a questa domanda?

Osserviamo che Gesù nella sua vita terrena, tra le tante cose che ha detto e fatto, ha pronunciato solo due discorsi: il sermone sul monte all’inizio del suo ministero e il sermone profetico alla fine di esso.
Nel sermone profetico, e precisamente nella parabola delle dieci vergini, ha detto: “Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini le quali, prese le loro lampade, uscirono a incontrare lo sposo. Cinque di loro erano stolte e cinque avvedute; le stolte, nel prendere le loro lampade, non avevano preso con sé dell’olio; mentre le avvedute, insieme con le loro lampade, avevano preso dell’olio nei vasi. Siccome lo sposo tardava, tutte divennero assonnate e si addormentarono. Verso mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, uscitegli incontro! Allora tutte quelle vergini si svegliarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle avvedute: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le avvedute risposero: No, perché non basterebbe per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene! Ma, mentre quelle andavano a comprarne, arrivò lo sposo; e quelle che erano pronte entrarono con lui nella sala delle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi vennero anche le altre vergini, dicendo: Signore, Signore, aprici! Ma egli rispose: Io vi dico in verità: Non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora” (Matteo 25:1-13).

Le dieci vergini, chi sono? Sono la chiesa, la sposa di Cristo, ossia i credenti nati di nuovo spiritualmente. E l’apostolo Paolo ce lo conferma quando scrive alla chiesa di Corinto: “Infatti sono geloso di voi della gelosia di Dio, perché vi ho fidanzati a un unico sposo, per presentarvi come una casta vergine a Cristo” (2 Corinzi 11:2).
Dalla parabola profetica di Gesù traspare in modo evidente che i membri della chiesa non sono, alla fine, tutti convertiti. Le cinque vergini stolte lo dimostrano perché, pur avendo la lampada, non hanno continuato a prendere l’olio per tenerla accesa e così la lampada s’è spenta. Sono quei credenti non perseveranti, che non si lasciano guidare dallo Spirito Santo e che non hanno avuto la forza di perseverare fino alla fine (Matteo 24:13). Le cinque vergini avvedute hanno obbedito alla voce dello Spirito Santo e continuato la loro vita cristiana conforme alla Parola di Dio, hanno perseverato sino alla fine, restando fedeli al loro sposo: Cristo. Ma riguardo alla venuta dello sposo, ossia in riferimento al ritorno di Gesù Cristo, anche le cinque vergini avvedute hanno fallito perché è scritto che tutte le dieci vergini si sono addormentate.
La parabola delle dieci vergini ci fa altresì comprendere che non chiunque dice “Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Matteo 7:21).
Con dolore si deve costatare che anche coloro che fanno la volontà di Dio, alla fine, a riguardo del ritorno del Signore s’addormenteranno.
Strano! E perché? Per un supposto ritardo dello sposo.
La vera chiesa edificata da Gesù, e che solo lui conosce, dalle origini sino ad oggi, è sempre stata vigilante sul ritorno del Signore. C’è sempre stato un nucleo di credenti che nonostante le deviazioni e gli errori di ogni epoca sono rimasti fedeli al Signore e alla sua Parola. Eroi della fede per i quali il ritorno di Gesù costituiva la spinta propulsiva per andare avanti nell’attesa che la “beata speranza” apparisse dal cielo. Eppure, alla fine, gli eredi di questo nucleo di fedeli abbasseranno la guardia e diventeranno prima sonnolenti e poi addormentati.
Recentemente ho incontrato nella Svizzera francese un servo di Dio, pastore ed ex direttore di programmi radiofonici cristiani trasmessi in diverse lingue, il quale mi ha detto: “Giuseppe, non ti sembra che sul ritorno di Gesù Cristo i credenti di oggi siano addormentati? Non si parla quasi più di quel grande avvenimento e se qualcuno ancora lo fa, viene considerato come un predicatore antiquato d’altri tempi”.
Gli ho risposto: “è vero, l’ho già notato anch’io, ma non mi sorprende, perché sta scritto che Gesù ritornerà quando i credenti non se lo aspettano, quando non pensano più al suo ritorno (Luca 12:40). E per non pensarci più è ovvio che debbano essere addormentati e sarà proprio allora che la grande sorpresa della sua venuta sarà una realtà”.
Conosco anche un pastore della Chiesa riformata francese, un uomo zelante, gioioso e pieno d’allegrezza nell’attesa della venuta di Gesù. Ebbene, tempo fa ha predicato alla comunità un sermone sul ritorno di Cristo dicendo chiaramente che, secondo le Scritture, Gesù ritornerà dal cielo con potenza e gloria e i suoi parrocchiani lo hanno preso per pazzo. Certamente, quella comunità non era solo addormentata, ma russava, altrimenti avrebbe ascoltato quella particolare parola del suo pastore.
Sono del parere che le cinque vergini stolte, intontite di sonno, si esprimano, sul ritorno di Cristo, con un linguaggio empio e sacrilego.
Ci sono credenti, gli stolti della parabola, che dicono: “Ma quando torna il Signore? Si dice sempre che viene ma...” Altri: “Ma chissà quando verrà, quindi è meglio non perdere tempo in questa attesa”. Altri ancora: “Quando penso al ritorno di Cristo, mi viene voglia di piantare un albero”. Volendo dire che prima che lui venga l’albero sarà nato e cresciuto.
Che dire poi di coloro che si uniscono ai miscredenti con sfida e scherno oltraggioso, dicendo: “Dov’è la promessa della sua venuta?” E deridendo: “Sempre con questa attesa, ma è diventata veramente una favola”. E non mancano sorrisi beffardi e parole ironiche: “Dimenticalo, non verrà mai, è solo una pia illusione!”
L’apostolo Pietro conferma il comportamento di questi stolti schernitori dicendo: “Sappiate questo, prima di tutto: che negli ultimi giorni verranno schernitori beffardi, i quali si comporteranno secondo i propri desideri peccaminosi e diranno: Dov’è la promessa della sua venuta? Perché dal giorno in cui i padri si sono addormentati, tutte le cose continuano come dal principio della creazione... Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento” (2 Pietro 3:3-4 e 9).
Il Signore sa che, se venisse oggi, tanti credenti perirebbero per la loro condotta sgradita, ma lui è paziente e vorrebbe prenderli con sé, ma non potrà farlo per la loro condizione di indegnità verso Dio. E così, erroneamente, si pensa che egli tardi a venire invece di capire che è per il loro bene, affinché si ravvedano.
Ma all’improvviso, nella sonnolenza generale, si udrà un grido: “Ecco lo sposo, uscitegli incontro”. Tutti allora si risveglieranno, ma solo le cinque vergini avvedute, anche se negligenti sul ritorno di Cristo, ma attente a fare la sua volontà, saranno fatte entrare nella cena delle nozze. E alla loro richiesta di aprire la porta sarà risposto come ai tempi di Noè quando venne il diluvio: “Troppo tardi”.
Se il mondo cambia i suoi pensieri, umori e credenze, sappiamo però che la Parola di Dio dura in eterno (Isaia 40:8). Le testimonianze bibliche sul ritorno di Gesù Cristo sono valide per sempre. La Parola di Dio, la Scrittura, è piena di riferimenti sul ritorno di Gesù e li presenta come parte del piano della redenzione divina preparato prima nell’eternità e poi svolto nel tempo, nei tre giorni epocali: il giorno della salvezza, il giorno di Cristo, il giorno del Signore.

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