Segni caratteristici di un'opera dello Spirito di Dio
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In questo trattato, Edwards trae spunto dall’affermazione dell’apostolo Giovanni: Provate gli spiriti per sapere se sono da Dio (1 Giovanni 4:1) e spiega che l’unico modo per “provare” la genuinità di un’esperienza spirituale è seguire i criteri della Scrittura.

 
Dall'introduzione
Nell’era apostolica, si verificò la più grande effusione dello Spirito di Dio di tutti i tempi. Questo è vero sia per quanto riguarda la sua influenza e i suoi doni straordinari, sia per la sua opera ordinaria di convinzione, conversione, illuminazione e santificazione degli uomini. 
 
Tuttavia, come abbondò l’influenza del vero Spirito, così si moltiplicarono anche le contraffazioni. Infatti, come c’insegnano le innumerevoli testimonianze degli scritti apostolici, il diavolo cerca d’imitare l’opera dello Spirito Santo, sia essa ordinaria o straordinaria.
A causa di questa situazione era necessario che la chiesa del Signore possedesse dei criteri che le permettessero di distinguere e discernere la natura e la genuinità delle esperienze spirituali, in modo da evitare ogni abuso. 
 
Questo capitolo dell’epistola di Giovanni enumera proprio tali criteri ed affronta questo soggetto nel modo più esplicito e completo che la Bibbia presenti. L’apostolo si propone di far comprendere ai credenti quali sono quei segni che li possono aiutare a riconoscere l’opera dello Spirito Santo e, al fine di esporre l’argomento esaurientemente e con la massima chiarezza, ne parla lungo tutto il capitolo. 
 
Data l’importanza che la Bibbia attribuisce a questi insegnamenti, è strano che in un periodo di eccezionale risveglio come quello che stiamo vivendo, essi siano così trascurati. Invece, è soprattutto in circostanze come quelle in cui ci troviamo, cioè quando i pensieri delle persone sono rivolti in maniera particolare alle cose spirituali e quando si odono varie opinioni circa l’opera dello Spirito Santo, che bisogna conoscere bene e seguire scrupolosamente le direttive della Parola di Dio a riguardo.
ISBN: 9788887420098
Producer: Alfa e Omega
Product Code: 9788887420098
Dimensions: 130 x 210 x 7 mm
Weight: 0,140kg
Binding: Brossura
Number of pages: 67
Language: Italian

Book contents

INDICE

Introduzione all’edizione italiana
Segni caratteristici di un’opera dello Spirito di Dio

I parte
II parte
III parte

Sample chapter

Nell’era apostolica, si verificò la più grande effusione dello Spirito di Dio di tutti i tempi. Questo è vero sia per quanto riguarda la sua influenza e i suoi doni straordinari, sia per la sua opera ordinaria di convinzione, conversione, illuminazione e santificazione degli uomini. Tuttavia, come abbondò l’influenza del vero Spirito, così si moltiplicarono anche le contraffazioni. Infatti, come c’insegnano le innumerevoli testimonianze degli scritti apostolici, il diavolo cerca d’imitare l’opera dello Spirito Santo, sia essa ordinaria o straordinaria.

A causa di questa situazione era necessario che la chiesa del Signore possedesse dei criteri che le permettessero di distinguere e discernere la natura e la genuinità delle esperienze spirituali, in modo da evitare ogni abuso. Questo capitolo dell’epistola di Giovanni enumera proprio tali criteri ed affronta questo soggetto nel modo più esplicito e completo che la Bibbia presenti. L’apostolo si propone di far comprendere ai credenti quali sono quei segni che li possono aiutare a riconoscere l’opera dello Spirito Santo e, al fine di esporre l’argomento esaurientemente e con la massima chiarezza, ne parla lungo tutto il capitolo. Data l’importanza che la Bibbia attribuisce a questi insegnamenti, è strano che in un periodo di eccezionale risveglio come quello che stiamo vivendo, essi siano così trascurati. Invece, è soprattutto in circostanze come quelle in cui ci troviamo, cioè quando i pensieri delle persone sono rivolti in maniera particolare alle cose spirituali e quando si odono varie opinioni circa l’opera dello Spirito Santo, che bisogna conoscere bene e seguire scrupolosamente le direttive della Parola di Dio a riguardo.

L’apostolo introduce il suo discorso facendo riferimento alla presenza dello Spirito Santo quale evidenza sicura della propria esperienza di salvezza: «Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. Da questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato» (I Giovanni 3:24). Giovanni non si prefigge soltanto di far conoscere i segni che distinguono l’opera del vero Spirito ed i veri prodigi da quelli falsi, ma vuole anche mostrare, come osserveremo dettagliatamente in seguito, in che modo lo Spirito di Dio opera nei cuori delle persone quando le induce ad avvicinarsi a Cristo e le santifica.

Queste parole costituiscono, dunque, un’introduzione ad un discorso che si propone di spiegare quali sono i segni caratteristici dell’opera del vero Spirito. Prima di esporre questi criteri, l’apostolo esorta i cristiani a non essere creduloni, a non affrettarsi cioè ad attribuire ogni fenomeno appariscente all’opera dello Spirito Santo: «Carissimi, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio». In secondo luogo, egli spiega che esistono anche le imitazioni: «Molti falsi profeti sono sorti nel mondo». Questi “falsi profeti” non solo sono convinti di essere ispirati profeticamente dallo Spirito Santo, ma credono anche di aver ottenuto dei favori particolari da Dio, di aver raggiunto un livello di santità eccezionale e, naturalmente, di avere sperimentato nei loro cuori l’influenza salvifica e santificante dello Spirito di Dio. Ricordiamoci di questa esortazione, affinché possiamo esaminare e vagliare le pretese di costoro a riguardo dell’opera ordinaria e straordinaria dello Spirito di Dio.

Il mio obiettivo è di mostrare quali sono i segni veri, certi e discriminanti dell’opera dello Spirito di Dio che ci permetteranno di discernere con sicurezza ogni esperienza spirituale che viviamo in prima persona, oppure che ricorrono in altri. Solo la Scrittura è la nostra guida: essa è la regola autorevole e perenne, infallibile e sufficiente che Dio ha dato alla sua chiesa per guidare i credenti in tutto ciò che è di grande importanza per la loro anima! Indubbiamente, il Signore ha dato alla chiesa indicazioni a sufficienza per aiutarla a giudicare gli spiriti. Se così non avesse fatto, i credenti sarebbero rimasti vulnerabili e indifesi di fronte agli inganni dei loro nemici. Non temiamo di seguire questi principi! Lo Spirito che ha composto le Scritture sapeva bene quali sarebbero stati i criteri di cui avremmo avuto bisogno per distinguere le sue opere da quelle che, falsamente, gli sono attribuite.

Come ho già detto, il discorso dell’apostolo su questo tema è il più esauriente e particolareggiato; perciò, non sarà necessario andare oltre, ma basterà riferirci ai principi insegnati in questo capitolo. Prima di parlare di ciò che ci permette di provare gli spiriti, vorrei preparare il terreno considerando in primo luogo, negativamente, quei criteri che non sono necessariamente segni o evidenze che un’opera non appartenga allo Spirito di Dio[*].





Estratto dalla I parte

I Parte

Segni negativi: i criteri per mezzo dei quali non dobbiamo giudicare un’opera spirituale e che, in particolare, non dimostrano che un’opera non sia dallo Spirito di Dio.



1. Il fatto che un’opera si realizzi in maniera insolita e straordinaria non ci permette di concludere che non si tratti di un’opera dello Spirito Santo, purché la differenza con ciò che è comune e normale rimanga entro i limiti fissati dai principi della Scrittura.

L’esperienza abituale della chiesa non deve divenire il metro del nostro giudizio, perché possono verificarsi interventi divini nuovi e straordinari com’è successo in maniera evidente già nel passato. Dio ha spesso compiuto cose nuove e inconsuete che hanno sorpreso uomini e angeli! E se il Signore ha agito in questo modo nel passato, non dobbiamo pensare che egli non potrà farlo nel futuro! Le profezie della Scrittura ci mostrano che Dio ha ancora dei grandi piani da adempiere. Il fatto che un’opera differisca da ciò che è usuale non prova che quanto accade non è dallo Spirito Santo, a meno che non si tratti di qualcosa che devii dalla regola che egli stesso ha prescritto. Lo Spirito di Dio è sovrano nelle sue attività e sappiamo bene che agisce in modo vario. Noi non possiamo comprendere l’ampiezza di tale varietà la quale, però, si manifesta sempre nell’ambito delle norme che egli stesso ha fissato nella Parola di Dio. Non dobbiamo limitare Dio laddove egli non ha posto alcun limite a se stesso!

Ad esempio, non è giusto affermare che un’opera non è dallo Spirito di Dio solo perché le menti delle persone sono influenzate con un’intensità straordinaria. Quando molti sembrano essere convinti in modo insolito della terribile natura del peccato e della loro perdizione, quando in molti sperimentano una singolare percezione della certezza e della gloria delle verità celesti e sono conseguentemente scossi da sentimenti di timore e tristezza o da amore e gioia con insolita intensità, e quando tali cambiamenti si verificano improvvisamente coinvolgendo numerose persone, tra le quali molti giovani, non possiamo concludere per queste cose che tale opera non sia dallo Spirito Santo. La realtà di tali opere dello Spirito di Dio è insegnata dalla Scrittura e, dunque, la presenza di queste manifestazioni rappresenta possibilmente un segno positivo. Infatti, quanto maggiore è la corrispondenza tra la natura di queste manifestazioni e l’insegnamento della Scrittura, tanto maggiore sarà l’evidenza della loro genuinità. Invece, quando l’influenza di un’opera è limitata e modesta, è più complicato riconoscerne l’autenticità.

Spesso tendiamo a dubitare di ciò che è considerato fuori del comune. Questo accade soprattutto alle persone anziane, le quali sono convinte che sia giusto solo ciò a cui sono state abituate. Ma se è vero che questi fenomeni non sono dallo Spirito di Dio perché presentano una natura insolita, allora lo stesso discorso dovrebbe valere per quanto accadde ai giorni degli apostoli! In quel tempo l’opera dello Spirito Santo si manifestò in maniera del tutto nuova. La potenza che Dio manifestò, fu più che mai grande e visibile. Le persone furono trasformate dallo Spirito Santo improvvisamente ed in gran numero; interi villaggi, città e popolazioni furono radicalmente trasformati.

La natura straordinaria di quest’opera compiuta da Dio colse di sorpresa i Giudei i quali, pur non sapendo cosa pensare, rifiutavano di ammettere che ciò che stava succedendo fosse opera dello Spirito di Dio. Molti consideravano chi era coinvolto in questo movimento come privo delle facoltà razionali, come si comprende da Atti 2:13 e 26:24 e da I Corinzi 4:10.

Esaminando le profezie della Bibbia, abbiamo motivo di pensare che l’inizio dell’ultima e più grande effusione dello Spirito di Dio si sarebbe manifestata negli ultimi tempi in modo talmente straordinario da non aver avuto alcun precedente: «Chi ha udito mai cosa siffatta? Chi ha mai visto qualcosa di simile? Un paese nasce forse in un giorno? Una nazione viene forse alla luce in una volta? Ma Sion, non appena ha sentito le doglie, ha subito partorito i suoi figli” (Isaia 66:8). è, dunque, una cosa ragionevole che al carattere straordinario di questa promessa di Dio corrispondano eventi di natura eccezionale e gloriosa.
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Jonathan Edwards
Jonathan Edwards

Jonathan Edwards (1703-1758) è stato un teologo americano. Laureatosi a Yale, iniziò a curare la chiesa di Northampton, in Massachusetts, dopo due anni di apprendistato con suo nonno.
Nel frattempo, aveva sposato Sarah ed insieme ebbero 11 figli.

Nel 1734, in seguito ad una sua predica sulla giustificazione per grazia, ci fu un risveglio spirituale nella sua chiesa e iniziarono esserci decine di conversioni a settimana. Come notò un osservatore, tutto questo avvenne senza alcuna tecnica teatrale, in quanto lui gesticolava e addirittura si muoveva pochissimo, ma convinceva con il peso delle sue argomentazioni e l'intensità del suo sentimento.

Edwards tenne un accurato resoconto delle sue osservazioni annotandole in A Faithful Narrative of the Surprising Work of God, mentre i suoi sermoni più efficaci furono pubblicati come Justification by Faith, largamente diffusi in America e in Inghilterra, opere che contribuirono a supportare il grande risveglio degli anni successivi (1739–1741), durante i quali migliaia di persone furono compunte dalle predicazioni dell'inglese George Whitefield.
Durante il grande risveglio, Edwards predicò il sermone forse più famoso della storia d'America, Sinners in the Hands of an Angry God (disponibile in italiano come Peccatori nelle mani di un Dio adirato).

Nonostante il suo stile non emotivo, Edwards era convinto che la vera religione fosse radicata nei sentimenti e non nella ragione e per questo difese gli slanci emotivi del grande risveglio, soprattutto nel suo Treatise on Religious Affections (disponibile in italiano con il titolo I sentimenti religiosi), un'opera di discernimento spirituale e psicologico, e in Some Thoughts Concerning the Present Revival of Religion in New England (nel quale incluse un resoconto del risveglio spirituale di sua moglie).

In un'epoca in cui nelle chiese l'unica musica era il canto dei Salmi, Edwards incoraggiò il canto di nuovi inni cristiani.
Siccome egli dava molta importanza alla conversione personale, insistette che solo quanti avevano fatto professione di fede dando una descrizione della loro esperienza di conversione potevano prendere parte alla comunione. Questo rappresentava uno stravolgimento nella politica dei suoi predecessori e gli rese ostile la congregazione che lo espulse dopo 21 anni di pastorato.

Negli anni successivi fu pastore missionario presso i nativi Americani a Stockbridge, in Massachusetts, e scrisse, tra gli altri trattati teologici, Freedom of the Will, una difesa della sovranità divina nel quale affermava che l'uomo è libero di fare ciò che vuole, ma non vorrà mai fare la volontà di Dio senza una visione della sua natura divina impartita dallo Spirito.

Il College of New Jersey (che successivamente divenne Princeton) lo chiamò come preside nel 1758, ma subito dopo il suo arrivo Edwards morì all'età di 55 anni.
Per tutta la sua vita conservò l'abitudine di alzarsi alle 4 del mattino e studiare 13 ore. Per l'eredità lasciata è considerato uno dei più grandi teologi americani.


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