Evangelizzazione di fuoco
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L’evangelista Reinhard Bonnke vede, in un solo anno, ben due milioni di uomini e donne farsi avanti per credere nel Vangelo e ricevere il dono di Dio che è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore. Miracoli di liberazioni e di guarigioni sono costantemente presenti. Questo accade in Africa, ma perché non può verificarsi anche nel mondo occidentale? EVANGELIZZAZIONE DI FUOCO esplora le stesse eccitanti possibilità per ogni continente e per ogni nazione. EVANGELIZZAZIONE DI FUOCO vuole infiammare i cristiani e spingerli all’evangelizzazione pratica e quotidiana. In un mondo che brucia, Dio vuole "pompieri" che combattano il fuoco con il fuoco. Reinhard Bonnke è il fondatore e direttore di "Cristo per tutte le Nazioni", Il suo ministero è già leggendario. Egli ci rivela come lo straordinario livello del suo successo è basato su nient’altro che una biblica evangelizzazione ‘da ultimo giorno’. La potenza di Dio è più che sufficiente per salvare il mondo intero. Saccheggiamo l'inferno per popolare il Cielo!
ISBN: 9788880771821
Producer: Editrice Uomini Nuovi
Product Code: 9788880771821
Weight: 0,380kg
Binding: Brossura
Language: Italian

Sample chapter

Prima parte
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IL BISOGNO

Capitolo 1

QUANDO INCENDIARE NON è UN CRIMINE

Qualcuno ha detto che Dio incendia anche il legname marcio trascinato dalla corrente. Alleluia! Vecchi sterpi secchi possono ardere per Dio proprio come fece il pruno di Mosè. Io non prego: “Fammi bruciare per te, Signore”. Non voglio finire in un mucchietto di cenere. L’aspetto straordinario del pruno ardente è che non si consumava. Troppi servitori del Signore finiscono in cenere, ma la causa dobbiamo ricercarla in altri tipi di fuoco. Invece io dico: “Fammi continuare a bruciare per te, Signore”. La fiamma dell’altare non dovrebbe mai spegnersi.
Senza fuoco, non c’è Vangelo. Il Nuovo Testamento inizia con il fuoco. La prima cosa detta di Cristo, dal suo primo testimone, parlava del fuoco. Giovanni Battista, lui stesso “la lampada ardente e splendente”, dichiarò: “Egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco. Egli ha il suo ventilabro in mano e netterà interamente l’aia sua, e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma arderà la pula con fuoco inestinguibile” (Matteo 3:11-12).
Giovanni il battezzatore presentò Gesù il Battezzatore, il Battezzatore che gli era di gran lunga superiore. Giovanni usava l’acqua, un elemento fisico, ma Cristo avrebbe usato un elemento spirituale, lo Spirito Santo. Acqua e fuoco, quale contrasto! Non che Giovanni Battista avesse una religione “acquosa”; ne troviamo tanta attorno a noi e spesso mescolata al ghiaccio! Giovanni Battista stava nelle fredde acque del Giordano a battezzare, ma Gesù il Battezzatore stette in un fiume di fuoco liquido.
Il compito peculiare di Giovanni era di battezzare, ma annunciò che tale era anche il compito peculiare di Gesù. Il battesimo è l’attuale, grande opera del Signore Gesù, il Battezzatore nello Spirito Santo. Se tu sei già un credente nato di nuovo, questa è l’esperienza maggiore che Cristo vuole che tu faccia.

INCENDIARI

Il Vangelo è incendiario. Lo Spirito Santo non ci è stato dato solo per aiutarci a predicare sermoni eloquenti, ma per mettere una fiamma nei cuori umani. Se Cristo non ti incendia, tu non potrai portare il fuoco sulla terra. “Senza di me non potete fare nulla”, disse il Signore (Giovanni 15:5). Gesù avvertì i suoi discepoli di non muoversi finché non avessero “ricevuto potenza dall’alto” (Luca 24:49). Quando la potenza arrivò, lo Spirito si manifestò in lingue di fuoco che si posarono su ciascuno di loro.
In precedenza Gesù aveva mandato i suoi discepoli a due a due (Luca 10:1). Questo ricorda Sansone che inviò gli sciacalli a due a due, legando torce alle loro code, per una incursione incendiaria nei campi di grano e negli uliveti nemici (Giudici 15). I discepoli vennero mandati a coppie, portatori della fiaccola divina. Incendiari per Dio, bruciarono il territorio del diavolo con il fuoco del Vangelo. Erano i nuovi Elia che facevano scendere il fuoco dal cielo.
Finché il fuoco non scende, sia le attività della chiesa sia l’evangelizzazione restano monotone e conformiste. Seminari, tavole rotonde o sermoni su ciò che sembra il modo giusto di dirigere l’economia dello stato... tutto questo non è altro che attività glaciale. Nessuna scintilla divina porta il ghiaccio alla combustione. Nessuno torna a casa infiammato. I due discepoli che ascoltarono Gesù sulla via di Emmaus, tornarono a Gerusalemme con il cuore che ardeva. è certo che egli non offrì loro suggerimenti sulla politica o sull’economia, questo non avrebbe fatto ardere il cuore loro. Gesù venne per “spargere fuoco sulla terra”.
Il Mandato di Gesù non è un picnic di fine settimana; satana è ben deciso a non permettere che sia così. Egli è un distruttore. Il Signore invia i suoi servitori avvertendoli che ci sono pericoli fisici in agguato. “Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima: temete piuttosto colui che può far perire e l’anima e il corpo nella geenna” (Matteo 10:28). Che cos’è un danno fisico paragonato ad una vita infiammata dalla gioia e dall’entusiasmo di Gesù? Che cosa sono i pericoli paragonati alla corona della vita o all’opera meravigliosa che egli ci ha affidata? “Sanate gli infermi, risuscitate i morti, mondate i lebbrosi, cacciate i demoni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Matteo 10:8).

IL SEGNO DEL FIGLIO DELL’UOMO

Il fuoco è l’emblema del Vangelo, il segno del Figlio dell’uomo. Solo Gesù battezza con il fuoco. Quando vediamo tali battesimi vediamo l’evidenza che lui, e nessun’altro, è all’opera. è il marchio di identificazione della sua opera. Metti la tua mano in tale attività e ne sentirai il calore. Il profeta Elia dichiarò: “Il dio che risponderà mediante il fuoco, lui è Dio” (1 Re 18:24). Solo Dio può farlo; Elia era sicuro che Baal non ne era capace.
Che cosa leggi sul tuo termometro spirituale? Segna qualcosa? O sei sotto zero? Ci sono altari freddi nella tua chiesa? Adorazione senza calore? Dottrine infiammate solo dalle polemiche?
Ci sono teologie e insegnamenti tanto pesanti e poco infiammabili quanto il piombo. Ci sono libri religiosi che darebbero calore solo se gettati nei falò. Tali mezzi, buoni soltanto a raffreddare la fede, non hanno niente a che vedere con il Cristo della Pentecoste. Qualsiasi cosa egli tocchi, prende fuoco. Gesù scioglie il ghiaccio. Certi tentativi fatti nelle chiese per stimolare entusiasmo sono come strofinare insieme due schegge di legno.

MUNIZIONI FINTE

Il fuoco di Dio è speciale, è unico. Solo il fuoco di Dio poteva bruciare sull’altare di Mosè, non un fuoco prodotto con mezzi umani. Nadab e Abihu prepararono il loro fuoco e con esso accesero l’incenso. Venne definito “un fuoco estraneo” e il fuoco divino scaturì dal Tabernacolo, inghiottendo quello falso e uccidendo i sacerdoti ribelli (Numeri 26:61).
Anche oggi vengono offerti “fuochi estranei”. Strani vangeli che non sono affatto dei Vangeli ma teologie di incredulità. Pensieri di uomini e filosofie, critiche e teorie semplicemente umane. Non recano alcuna traccia dell’ardore glorioso del cielo. Niente in essi produce combustione, solo controversie.
Ciò che si cela dietro tutto questo è qualcosa che mi è stato spiegato dal mio amico Paul C. Schoch. Mi ha citato Matteo 16:23, dove Gesù si era rivolto a satana mentre parlava all’apostolo Pietro: “Vattene via da me, satana; tu mi sei di scandalo. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini”.
I pensieri si presentano su due opposti livelli: i pensieri di Dio e i pensieri degli uomini. L’alto e il basso, come Dio disse in Isaia 55:8-9. Satana pensa come l’uomo. Infatti satana non può percepire il modo di fare di Dio. Questo può sembrare strano se ricordiamo che, originariamente, era Lucifero, un angelo del trono di Dio. Gesù schiacciò la testa del serpente e, evidentemente, provocò al diavolo una specie di trauma cranico: è rimasto disorientato! Un tempo quel cherubino era pieno di sapienza ma oggi questo principe delle potestà dell’aria è sconcertato da quello che Dio sta facendo e particolarmente da quello che il Signore fece alla croce. Questo tipo di confusione viene manifestato dal peccato.
Gli uomini pensano come il diavolo. Anche loro credono che la croce sia follia e non possono afferrare le cose di Dio. Neanche Paolo, agli inizi, poteva “vedere”. Una furia gelida contro i credenti gli mordeva il cuore; era un “fariseo severo” spirante minaccia e strage. Religioso e zelante, era pieno di intelligente incredulità. Ma quando credette, le scaglie caddero dai suoi occhi.
Chissà se all’inferno piacerebbe mandare delle spie nel Regno di Dio solo per cercare di carpire qualcuno dei suoi segreti? Ma i demoni, quei segreti non potrebbero comunque capirli. Sì, l’inferno è completamente sconcertato. Per satana il sacrificio di Cristo è un piano che Dio ha ben elaborato a suo proprio vantaggio. Il diavolo è un divoratore: questa è la sua natura malvagia.
Se dovessimo combattere il diavolo sulla base dei pensieri umani ricordiamoci che lui sa pensare come pensano gli uomini. Satana ha inventato un gioco di scacchi umano e lo ha giocato nel corso di tutta la storia. Egli previene ogni nostra mossa e ci dà scacco matto. Satana ha fatto esperienza da Adamo in poi e conosce ogni trucco nella scacchiera dell’umana ingenuità. Noi non possiamo produrre fede con sapienza di parole. Il diavolo ha sempre, infatti, una controproposta per qualunque cosa noi diciamo.
Il Vangelo non è uscito dalla testa di qualcuno; non proviene dalla mente di un professore di università. Dobbiamo trasferirci nella dimensione divina, perché lì il nemico non ci può seguire. Il diavolo non può inserirsi nei pensieri dello Spirito Santo. Se noi programmiamo, predichiamo, testimoniamo ed evangelizziamo come uomini, il diavolo ci confonderà con la psicologia e con la pubblicità negativa. La soluzione è: muoviti nello Spirito e predica il Vangelo così com’è. Solo allora l’arciconfusionario rimarrà confuso perché il gioco gli sfugge dalle mani. Il diavolo non conosce l’alfabeto dello Spirito Santo.
Questo è ciò che vediamo nelle nostre crociate di evangelizzazione. Le riunioni sono totalmente aperte allo Spirito Santo e i risultati entusiasmanti. Intere nazioni vengono sfidate dalla straordinaria potenza di Cristo. False dottrine e religioni demoniache che avevano prevalso in quei luoghi da secoli, vengono scrollate e spezzate. Nessun predicatore potrebbe farlo, per quanto popolare e intelligente possa essere. Tale successo si verifica soltanto quando Dio agisce a modo suo. Quando lui entra in campo c’è una vittoria potente e sicura. Egli può, vuole ed ha successo ogniqualvolta gli permettiamo di prendere il comando.
Queste brecce nel campo nemico sono parte delle benedizioni promesse dal Signore per la fine dei tempi. Il giorno della Pentecoste continua, non si è fermato a Gerusalemme ma è per le “estremità della terra”. Io lancio la sfida che tutti incomincino ad operare allo stesso livello dello Spirito; allora vedranno la salvezza del nostro Dio. Questo tipo di evangelismo spezzerà la schiena di satana in tutto il mondo ed egli sarà sbaragliato, perché il “fuoco santo” non può essere imitato o sostituito.

MUNIZIONI VERE E FORZA VAPORE

Quando un fucile è caricato a salve, lo scoppio e il contraccolpo sono gli stessi come se si trattasse di munizioni vere. La differenza sta nel risultato prodotto da quelle vere e da quelle a salve, ma non nel rumore. Quelle false non lasciano segni sul bersaglio perché non lo raggiungono, ma il proiettile vero può colpire il bersaglio. Noi non abbiamo interesse al fragore e al contraccolpo, cioè all’eccitazione e all’esibizione evangelistica spettacolare, anche se può attirare centinaia di migliaia di persone. Noi vogliamo vedere qualcosa di vivente e di potente colpire il bersaglio. Ben vengano le folle, ma perché qualcosa si compia, dobbiamo lasciare disponibile un ampio passaggio al potente fuoco dello Spirito Santo. Moltitudini di persone nascono di nuovo, vite vengono trasformate, le chiese sono riempite, l’inferno è saccheggiato e il cielo è ripopolato. Alleluia! Il fuoco di Dio non viene mandato soltanto per il piacere di qualche esperienza emotiva.
Gloria al Signore per il fuoco divino che ha questo glorioso effetto collaterale e per la potenza dello Spirito Santo che produce riunioni esuberanti! Ma l’essere soltanto entusiasti e rumorosi non soddisfa il disegno di Dio. Lo Spirito Santo opera in vista di scopi eterni.
Penso a questo quando vedo una vecchia locomotiva a vapore che si allontana sbuffando. Questi cavalli di ferro sono come delle creature viventi, respiranti vapore con il fuoco nella pancia. Il compito del macchinista è alimentare la fornace e far alzare la pressione del vapore. Quando la pressione è alta il macchinista può fare una delle due cose: tirare la leva del fischio o girare la leva che spinge il vapore sui pistoni. Il fischio può far uscire il vapore finché non ne rimane più nulla, facendosi però sentire a distanza di chilometri. Ma se l’energia viene diretta ai pistoni, la forza del vapore fa girare le ruote con molto meno fracasso e senza attirare l’attenzione su sé stessa. Così il treno può muoversi, trasportando il suo carico dovunque vada.
Grazie a Dio per il fischio del treno, è importante. Ma se il fischio fosse tutto quello che il vapore potrebbe fare, non varrebbe la pena di alimentare il fuoco sotto la caldaia e formare il vapore. Il fuoco dello Spirito Santo conferisce potenza. Il rumore non ha importanza; utilizziamo la sua potenza per muoverci. Il tuono è giustificato solo se in precedenza c’è stato il lampo. Il vero scopo della Pentecoste è di far muovere le ruote per Dio in ogni chiesa, trasportando il Vangelo per tutta la faccia della terra.
“Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura” (Marco 16:15).
La chiesa è una chiesa che “cammina”, non una chiesa che si “siede”. Guarda lontano, là dove il nostro Signore si muove attraverso i continenti. Alcuni guardano solo “dentro”, esaminando continuamente le loro anime, handicappati dall’introspezione. Non preoccuparti, Gesù ti ha salvato; ora comincia ad aiutarlo a salvare gli altri. Se lo Spirito Santo è venuto allora alzati e va’. è lui che compie il lavoro, non tu o io. “Guai a me se non predico l’evangelo”, e guai a coloro a cui noi trascuriamo di predicarlo!

L’ERA CRISTIANA è L’ERA
DEL FUOCO

Vorrei fare una domanda: perché Gesù è stato esaltato alla destra di Dio? Anche nel più completo dei commentari troviamo scritto poco su questo soggetto. L’ascensione di Cristo sembra essere uno studio trascurato. Ma è davvero così importante? In Giovanni 16:7 Gesù dichiarò che la sua ascensione ci era utile. Ci disse anche che, a meno che egli tornasse al Padre, noi non avremmo mai avuto un’esperienza fondamentale. Senza l’ascensione del Signore noi non saremmo mai stati battezzati nello Spirito Santo.
Volgi lo sguardo indietro e considera quello che Gesù ha fatto. Giovanni scrive che le sue opere erano così tante che se fossero state tutte scritte, il mondo intero non potrebbe contenerne i libri. Allora, che cosa egli non ha fatto quando era sulla terra? Solo una cosa: è proprio ciò che Giovanni Battista disse che egli avrebbe fatto; battezzare con il fuoco e con lo Spirito Santo.
Quando era sulla terra, Gesù questo non lo fece. Venne dal cielo e dovette ritornarci per la via della croce e della tomba, prima che potesse iniziare la parte finale della sua missione.
Niente di tutto quello che Gesù fece sulla terra potrebbe essere descritto come battezzare con lo Spirito Santo e con il fuoco. In nessuna delle sue opere potenti, la sua predicazione, i suoi insegnamenti, le sue guarigioni o la sua morte e risurrezione, egli ha battezzato con lo Spirito Santo. Gesù fece molto per i suoi discepoli: diede loro l’autorità di compiere “missioni” di guarigione, ma tornò nel cielo senza averli battezzati con lo Spirito Santo.
Tale battesimo non sarebbe potuto avvenire finché non fosse tornato al Padre. In effetti il Signore non lo accennò soltanto, ma lo disse enfaticamente. Entrò nella gloria per assumere questo compito nuovo di zecca: il Battezzatore nello Spirito Santo. Questa è la ragione per cui egli ascese al Padre. L’Antico Testamento non conosceva niente di tale battesimo; è la “novità” di Dio. Naturalmente Gesù continua a donarci molte altre benedizioni: egli è il nostro Sommo Sacerdote, il nostro Avvocato, il nostro Rappresentante, ma lui non nominò niente di tutto questo. Parlò solo dell’invio dello Spirito.
Fu dopo la sua ascensione in cielo, e non prima, che lo Spirito scese e “lingue come di fuoco... e se ne posò una su ciascuno di loro”. Gli altari del Tabernacolo di Mosè e del Tempio di Salomone, erano stati investiti dal fuoco puro disceso dal cielo. Le fiamme nella Sala di Sopra della Pentecoste provenivano dalla stessa fonte divina. Gesù ha tutta la potenza al suo comando, egli è nella centrale di controllo.

LINGUE DI FUOCO

Se il suo lavoro è quello di battezzare con lo Spirito Santo, ciò significa che ogni cosa che ha a che fare con lui e con il Vangelo dovrebbe essere caratterizzata dal fuoco. Dovrebbe bruciare. Dovrebbe esserci del fuoco in coloro che testimoniano e che operano. Fuoco in coloro che predicano. Fuoco nella verità che predichiamo. “La mia Parola non è essa come un fuoco?” (Geremia 23:29). Fuoco nel Signore che predichiamo. “Il nostro Dio è anche un fuoco consumante” (Ebrei 12:29). Fuoco nella potenza della predicazione. “Lingue come di fuoco” (Atti 2:3). Fuoco nello Spirito tramite cui predichiamo. “Con lo Spirito Santo e con il fuoco” (Matteo 3:11).
Permettetemi ora di mostrarvi alcune cose molto importanti:

1 - Ogni sacrificio deve essere consumato dal fuoco.

Sul monte Carmel c’erano due sacrifici. Uno era stato preparato dai sacerdoti di Baal, l’altro da Elia. Il primo, il sacrificio per Baal, non bruciò mai. Il fuoco non scese. Il sacrificio era lì e i sacrificatori ce la mettevano tutta. Per tutto il giorno pregarono Baal facendosi delle incisioni sul corpo per mostrare quanto erano disperatamente sinceri. Fecero del loro meglio e tuttavia sul loro sacrificio il fuoco non scese. Se il diavolo avesse potuto portare una o due scintille dall’inferno per bruciare l’offerta, lo avrebbe fatto di certo; invece l’altare rimase freddo.
Il fuoco non cadde sul sacrificio di Elia solo perché il profeta aveva fatto tutti i preparativi: arrivò quando Elia pregò e credette. “Fede è vittoria”. è vero che egli aveva preparato tutto nel modo giusto. Aveva seguito alla lettera le istruzioni di Mosè, ma nessun fuoco scaturì unicamente in risposta alla sua ubbidienza. Fu la fede che fece divampare la fiamma.
Dio mandò il fuoco solo sul sacrificio. Senza di esso non ci sarebbe stato motivo di mandarlo.
I cristiani-in-poltrona non ricevono il fuoco. Talvolta le persone pregano per avere la fiamma divina quando in realtà non sono affatto arrese a Dio e fanno poco per lui. Gli donano poco tempo, poco denaro e non parliamo poi della voglia di fare qualche sforzo.
Se avessero il fuoco di Dio, che cosa se ne farebbero? Poltrirebbero al calduccio godendoselo? Il fuoco non ci viene dato perché possiamo conquistare il mondo senza difficoltà: è dato solo a coloro che affrontano le difficoltà per predicare il Vangelo.
è il fuoco che conta. Preparare e sistemare il sacrificio non è abbastanza. è vero che Dio non salverà delle anime o guarirà i malati finché non deponiamo il nostro tutto sul suo altare, ma il motivo per cui lo fa non è costituito dal nostro sacrificio: egli compie salvezze e guarigioni meravigliose a causa della sua misericordia e della sua grazia. Non fu la santità di Elia a far sprigionare quella fiammata terrificante che consumò l’olocausto sull’altare. Il fuoco non venne dalla sua devozione. Le vostre decime ed offerte non possono acquistarvi nemmeno la fiammella di una candela del fuoco celeste. Il fuoco di Dio scende non a motivo del nostro sacrificio ma per il sacrificio di Cristo. Perciò, grazie a Dio, il fuoco è per tutti.
Il fuoco del risveglio non è una ricompensa per i bravi credenti: è il dono di Dio. E allora perché affannarsi? Molti parlano di un “prezzo da pagare”, ma qui si tratta di “pagare troppo e troppo caro per ciò che ci è dato gratuitamente”. Il fuoco viene per fede.

2 - La verità deve essere battezzata nel fuoco

A volte ci gettiamo “a corpo morto” su una certa teoria e, tuttavia, possiamo essere sinceramente, entusiasticamente e spiritualmente “morti”. Possiamo insistere su una certa verità che però può essere fredda come un cadavere. Gesù non ha detto solamente: “Io sono la Via e la Verità”; egli è anche la Vita. Dio disse che avrebbe creato in Sion “uno splendore di fuoco fiammeggiante” (Isaia 4:5). Gesù dichiarò che Giovanni Battista era “la lampada ardente e splendente” (Giovanni 5:35). Immagini di luce e calore. Il Vangelo è un Vangelo bollente anche se il mondo, nella sua stupidità, se ne fa beffe.
Io non so come predicare le “parole di vita” di Dio (Atti 7:38) senza essere “vivente”. Il Vangelo parla di fuoco: sarebbe ridicolo predicarlo freddamente. Una signora mi confessò, un giorno, che un demone si era “seduto” su di lei, quantunque fosse una cristiana nata di nuovo. Le dissi: “Le mosche possono ‘sedersi’ solo su una stufa fredda e su quella fermarsi a lungo! Ricevi nella tua vita lo Spirito Santo e il suo fuoco e quel sudicio demone non oserà più toccarti, o si brucerebbe le sue sudicie dita!”
Il Vangelo ci trasmette la sua potenza infuocata. è naturale, quindi, che un predicatore debba essere pieno di fuoco.

IL FUOCO DI DIO IN GESù

Nell’umana esperienza, il fuoco di Dio si trasforma in passione, il tipo di passione che vediamo in Gesù. Forse le sue parole non erano sempre appassionate. Leggiamo che quando Gesù si stava recando a Gerusalemme per l’ultima volta, camminava davanti ai suoi discepoli, i quali vedevano con quanta urgenza egli procedeva. “Mentre erano in cammino salendo a Gerusalemme, Gesù andava davanti a loro; essi erano turbati; e quelli che seguivano erano pieni di timore” (Marco 10:32). Perché? In qualche modo la fiamma che bruciava nell’anima sua era evidente nel modo in cui camminava.
Quando arrivarono, Gesù vide la profanazione del tempio. I discepoli ebbero allora un’ulteriore evidenza dei suoi appassionati sentimenti. La sua reazione lo trasformò in una figura terrificante. I discepoli ricordarono allora le parole del Salmo 69:9: “Mi divora lo zelo per la tua casa”. Ma era una collera d’amore, non una gelida furia. Gesù non era un fanatico delirante: amava la casa di suo Padre, tutto qui. Era suo desiderio di vedere le persone nel tempio adorare nella libertà e nella gioia, ma il commercio che vi si era insediato aveva rovinato tutto. Il suo cuore scoppiò come un vulcano. Il fuoco della sua anima lo spinse a purificare il tempio. I suoi gesti erano spaventosi e molti, vedendoli, fuggirono, ma i bambini, i ciechi e gli zoppi non si mossero, ed egli li guarì.
Questo è ciò che egli voleva fare ed era la ragione per cui la sua collera raggiunse il calore di una fornace. La sua indignazione mirava alla gioia e i bambini cominciarono a cantare “Osanna!” Quella fu l’unica occasione, nelle Scritture, in cui venne rimproverato l’entusiasmo per Dio; l’unica volta in cui nei cortili del Signore fu imposto il silenzio. Furono i Farisei a chiederlo, le lodi a Dio soffocavano il tintinnio delle monete. La musica del denaro era ammutolita. Tutto questo era l’evidenza del fuoco che bruciava nella vita di Gesù.

UN MUSEO DI STATUE MARMOREE

Un messaggio infiammato sarebbe dovuto essere presentato al mondo. Non è necessario che ci siano i fuochi d’artificio; i tizzoni ardenti non hanno bisogno di avere la testa calda. Tutto quello che concerne la chiesa, quindi, dovrebbe riflettere la calda luce di Dio fino al più alto pinnacolo. “E nel suo tempio tutto esclama gloria!”
Leggiamo che Dio fa dei suoi ministri “fiamme di fuoco” (Ebrei 1:7). Il suo popolo dovrebbe essere come fiaccole. Non solo gli evangelisti, ma testimoni, anziani di chiesa, pastori, collaboratori, insegnanti e amministratori, tutti dovrebbero risplendere dello Spirito Santo come torce in una strada buia. Le riunioni di lavoro dovrebbero irradiare il fuoco dello Spirito Santo tanto quanto le riunioni di risveglio, e forse anche di più.
Un pesce ha la stessa temperatura dell’acqua in cui nuota. Troppi cristiani sono come i pesci: non hanno più calore nel loro spirito di quello del mondo freddo e incredulo che li circonda.
Gli uomini sono creature dal sangue caldo: Dio ci ha creati così. Questo è anche il modo in cui lui ha scelto che accettassimo la Buona Novella: con calore! Il Signore non ci dà un compito perché siamo dignitosi e imperturbabili. Né ci sceglie per il nostro autocontrollo. Ci invia come carboni accesi tolti dall’altare, come testimoni della risurrezione, per testimoniare che abbiamo incontrato il Dio della Pentecoste. Ho sentito messaggi che sembravano lezioni su come imbalsamare i morti. Tali sermoni potrebbero ricordare a qualcuno il Gesù vivente? Né Gesù, né Pietro e neppure Paolo hanno mai lasciato seduti gli uditori come fossero statue di marmo in un museo.
La logica può essere infiammata e tuttavia rimanere logica come, ad esempio, quella di Isaia o di Paolo. Non è detto che la logica debba appartenere al periodo glaciale. Il fuoco implica fervore, non ignoranza. Studiare è importante, ma non se questo fa spegnere il fuoco. Ricordate: luminosità prima dell’abilità. “Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, mente e forza”. Il Signore vuole che abbiamo un cuore pieno di calore, di gioia, di entusiasmo e d’amore.
La dignità umana assume un nuovo significato quando le persone sono assorte nelle lodi di Dio. Avete mai visto 50.000 persone piangere, agitare le braccia, saltare e gridare nella gioia di Dio? Che cos’altro vi aspettereste che accadesse quando una madre, dal nostro pulpito, testimonia che il suo bambino è stato appena guarito da cecità o da sordità congenita, o forse da deformazione degli arti? Ho visto e udito molto spesso queste testimonianze di miracoli. Sono scene gloriose, la vetta delle esperienze umane.
Non c’è di che vantarsi se restiamo totalmente imperturbabili mentre gli zoppi camminano e i ciechi recuperano la vista. Tale autocontrollo non è sinonimo di intelligenza, è stupidità. Ballare, questo si addice di più a momenti del genere. Gioia nella presenza del Signore.
Gesù ha detto che in momenti simili anche le pietre si metterebbero a gridare. Guardo quelle creature preziose, uomini e donne, bianchi e neri, molti dei quali così tristi in precedenza, alzarsi durante la riunione, mani strette dall’emozione o alzate in adorazione, occhi lucenti per lacrime di gioia, volti innalzati verso Dio, labbra che si muovono in un ringraziamento pieno di meraviglia. E mi dico: “Quanto sono belli!” In tali momenti vorrei tanto essere un artista. Quando la cosiddetta dignità viene prima della nostra delizia in Dio, è una catastrofe.
Se non permettiamo a Dio di toccare i nostri sentimenti, lo farà il diavolo. Come potrà Dio convincere i peccatori e portarli al ravvedimento se loro non si sentono commossi? Come può egli garantire la gioia del perdono dei peccati senza mettere nelle loro anime alcuna sensazione? Io credo che il lavoro di un evangelista sia di accendere un fuoco nello spirito umano.
Portare delle persone alla salvezza è molto di più che scrivere i loro nomi su una linea punteggiata. Non stanno iscrivendosi ad un club chiamato Cristianesimo. La salvezza è chirurgia spirituale. Che cos’è il perdono che proclamiamo? Che tipo di perdono ci ha dato Gesù? Era la misericordia, nel senso più vero della parola. Quel perdono ha fatto camminare nuovamente gli zoppi e ha sciolto la durezza di una donna di strada al punto da spingerla a lavare i suoi piedi con le lacrime. Fu quel tipo di perdono che rese la gente capace di amare molto; quello che li spingeva a fare qualcosa di stravagante, come Levi che gli organizzò un ricevimento. Questo perdono spinse Maria a spezzare un vaso di profumo che valeva una piccola fortuna e Zaccheo a dar via un sacco di soldi.
I discepoli impazzirono di gioia quando poterono cacciare i demoni, ma Gesù disse che quello non era importante. “Non vi rallegrate perché gli spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli. In quella stessa ora Gesù esultò dallo Spirito Santo” (Luca 10:20-21).
Pietro lo sentì mentre diceva quelle parole ed imparò la lezione. Più tardi avrebbe scritto ai credenti: “Benché non l’abbiate visto, voi lo amate; credendo in lui, benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa, ottenendo il fine della fede: la salvezza delle anime” (1 Pietro 1:8-9).
Rallegrarsi sottovoce? Adorare sussurrando? Partecipare a dei culti in silenzio? Questo non è ciò che nelle Scritture significa la parola rallegrarsi. Significa “esultare, gridare, estasiarsi”.
Provate a farlo senza emozioni, senza fuoco!
Il fuoco dello Spirito Santo è qualcosa di autentico e reale. Deve scorrere nella chiesa di Gesù Cristo come il sangue nelle vene. Il popolo di Dio in fiamme e la chiesa nel suo insieme in fiamme, conquisteranno a lui questa nostra generazione.

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Reinhard Bonnke
Reinhard Bonnke

Reinhard Bonnke (Königsberg, 19 aprile 1940 - Orlando, 7 dicembre 2019) era un predicatore evangelico pentecostale tedesco conosciuto principalmente per le grandi campagne evangelistiche africane.

Dopo aver studiato teologia presso il Bible College of Wales a Swansea, in Galles, venne nominato pastore di una chiesa pentecostale di Amburgo. Dal 1967 iniziò il suo ministero evangelistico in Lesotho prima, per poi continuare in tutto il continente africano. Nel 1974, Bonnke fondò l'associazione missionaria Christ for all Nations (CfaN) con sede a Francoforte.

Dall'inizio della sua attività missionaria in Africa, si calcola che abbiano partecipato alle sue conferenze più di 120 milioni di persone. Ogni conferenza era caratterizzata dalla preghiera per la guarigione dei malati per opera divina, a cui Bonnke credeva fortemente.


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